Interesse collettivo e interessi individuali nella giurisprudenza in tema di crisi e riorganizzazioni aziendali

AutoreRaffaele De Luca Tamajo
Pagine307-314
Raf‌faele De Luca Tamajo
Interesse collettivo e interessi individuali nella giurisprudenza
in tema di crisi e riorganizzazioni aziendali
S: 1. Introduzione. - 2. La contestazione individuale dei vizi delle procedure di controllo sindacale
in tema di mobilità, CIGS e trasferimenti d’azienda. - 3. Il discutibile inserimento dei singoli tra i de-
stinatari delle procedure informative. - 4. La recente valorizzazione degli accordi collettivi in tema di
CIGS in chiave inibitoria delle iniziative di contestazione individuale. - 5. I c.d. accordi gestionali e il
dissenso individuale. - 6. Il recupero dell’autonomia individuale. Critica. - 7. Una breve conclusione.
1. Nella seconda metà del secolo breve, e in particolare in quegli anni ’70 che ne
rappresentano uno dei periodi più densi di signif‌icato, il grande f‌iume del cambiamento
si è mosso in un alveo spiccatamente “collettivo”: lotte, rivendicazioni, ma anche produ-
zione e consumi sono stati declinati al plurale, a ridosso delle classi, dei gruppi, dei
movimenti, delle masse.
Non soltanto le lotte operaie (per gli aumenti salariali, l’egualitarismo, il riequili-
brio dei poteri in fabbrica, contro la nocività), ma anche i movimenti per i diritti civili
(il femminismo, le battaglie per il divorzio e l’aborto, le lotte studentesche) sono state
espressione di aspirazioni e vicende di massa, più che di istanze individuali.
«La scoperta del collettivo – scrive Umberto Romagnoli1 – è il leit – motiv del seco-
lo breve».
Se questo genius temporis ha esaltato la strutturale vocazione del diritto del lavoro,
che nasce e si nutre del conf‌litto “classista” tra capitale e lavoro e che trova nel collettivo
un referente importante, è anche vero, però, che, almeno tendenzialmente, gli ambienti
giuridici hanno continuato «a rappresentarsi il collettivo come un vulnus inferto alla
logica di fondo di un ordinamento che privilegia la dimensione individuale»2 e a guar-
darlo come somma di «pariordinati» interessi individuali, piuttosto che come sintesi
«sovraordinata».
La tensione tra dimensione individuale e collettiva degli interessi dei lavoratori – in
assenza di una teoria assestata e condivisa –continua, quindi, ad attraversare i più diver-
si ambiti del diritto del lavoro e a costituirne uno dei tratti peculiari rispetto ad altre
discipline giuridiche, delineando una dialettica caratterizzata da alterne vicende. Dialet-
tica ben rif‌lessa negli oscillanti orientamenti della giurisprudenza, di volta in volta mos-
si più da pulsioni ideologiche che da consapevoli teorizzazioni, invero poco univoche
anche nel pur ricco contributo dottrinario.
Il presente saggio intende ripercorrere le relazioni dinamiche di sovraordinazione,
combinazione o separazione che vengono a determinarsi tra piano collettivo e piano
individuale con riferimento limitato alle tecniche regolative dei processi di trasformazio-
1 Romagnoli 2007, 447.
2 Così, ancora, Romagnoli 2007, p. 447.

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