Caratteri e dimensioni della rappresentanza sindacale

AutoreGian Primo Cella
Pagine229-239
Gian Primo Cella
Caratteri e dimensioni della rappresentanza sindacale
S: 1. Il discorso sulla rappresentanza. - 2. I dilemmi della rappresentanza sindacale. - 3. Immagine
e realtà del processo di individualizzazione. - 4. Le dimensioni della rappresentanza. - Riferimenti bi-
bliograf‌ici.
1. La rappresentanza sindacale non è più data per scontata. Si dif‌fondono le previ-
sioni sul suo declino, o addirittura sulla sua scomparsa, si elaborano argomenti per mo-
strare la sua inadeguatezza, o la sua inef‌f‌icienza, nel fornire le risposte più opportune ai
problemi del lavoro nell’età dei mercati globali. In molti di questi argomenti le buone
ragioni non mancano, ma altre volte sono viziati da incomprensioni in ordine ai suoi
caratteri di fondo e sulle sue dimensioni tipiche. Certamente i contesti nazionali, gli
stili nazionali della rappresentanza, sono di grande rilievo, ma sono all’opera dinamiche
di carattere più generale. Vediamo perciò, una volta tanto, di af‌frontare il discorso della
rappresentanza sindacale senza partire dai canonici riferimenti alla situazione istituzio-
nale in cui questo discorso si colloca nella esperienza italiana (mancata attuazione del
disposto costituzionale, assenza di regolazione legislativa almeno nel settore privato, for-
te volontarismo della contrattazione collettiva, forte pluralità di organizzazioni della
rappresentanza, ecc.). Cerchiamo di proporre piuttosto il discorso sullo sfondo della si-
tuazione di dif‌f‌icoltà in cui si ritrova, con poche eccezioni, il moderno sindacato indu-
striale in tutte le esperienze delle società avanzate. Quelle dif‌f‌icoltà che fanno ritenere
possibile a non pochi osservatori parlare di inarrestabile declino o, il che è lo stesso, di
inspiegabile sopravvivenza della rappresentanza sindacale stessa. Le dif‌f‌icoltà sono ricon-
dotte alla progressiva scomparsa del tradizionale modello industriale, e del suo contesto
sociale ed economico, sul quale si era fondata la straordinaria storia di successi del sin-
dacato moderno. La sorpresa per la continuità, più o meno logorata, è dovuta alla con-
statazione di un presunto anacronismo della rappresentanza sindacale in contesti forte-
mente segnati dal predominio del mercato, ancor più che dei mercati, e dalla dif‌fusione
dei cosiddetti processi di individualizzazione1. Il predominio del mercato potrebbe di per
sé marginalizzare i sindacati, che certo nati sono nel mercato, ma contro molti suoi ef-
fetti. La presenza crescente di soggetti “individualizzati”, senza solidi legami di relazioni,
con scarse dotazioni di capitale sociale, dovrebbe scoraggiare l’esplicarsi del meccanismo
della rappresentanza sindacale, che è sempre ef‌fettuata attraverso soggetti collettivi. Ma
questa rappresentanza sopravvive, e forse non è votata alla sua scomparsa. Cerchiamo
allora di capirne i problemi, e di coglierne i dilemmi, ma su questo sfondo.
Dovremo però partire da qualcosa di più generale, dal fenomeno della rappresen-
tanza in quanto tale. Forse l’origine etimologica del termine ci potrà aiutare: questa
1 Su questi processi, di recente Paci 2005.

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