Il 'palinsesto normativo' del lavoro a tempo parziale

AutoreMarina Brollo
Pagine171-185
Marina Brollo
Il “palinsesto normativo” del lavoro a tempo parziale*
S: 1. L’occupazione a tempo parziale. - 2. Il “palinsesto” come riscrittura della disciplina legale:
dalla prima normativa del 1984 alla riforma del 2000. - 3. Il “palinsesto” come correzione della disci-
plina legale: dall’art. 46, d.lgs. n. 276/2003 all’art. 1, l. n. 247/2007. - 4. Il “palinsesto” come pro-
grammazione del tempo di lavoro: le f‌lessibilità nell’interesse del datore di lavoro. - 5. (Segue) le f‌les-
sibilità nell’interesse del lavoratore. - 6. Il “palinsesto” come testo oscuro e il ruolo del giudice
italiano.
1. Alla luce delle trasformazioni strutturali in atto nel mercato del lavoro, nelle
condizioni di impiego, nelle modalità e nelle forme di lavoro, il lavoro a tempo parziale
(c.d. part-time) si vede attribuito un ruolo cruciale per il perseguimento degli obiettivi
comunitari in materia di occupazione e di politiche del lavoro f‌issati a Lisbona nel 20001.
Prevale, quindi, la convinzione che l’incremento del part-time possa determinare un
aumento del tasso di occupazione dei soggetti deboli sul mercato del lavoro (in primis le
donne)2 e quindi dell’occupazione generale, in doppia sintonia con gli obiettivi stabiliti
dal Consiglio di Lisbona, nonostante più di una incertezza sul nesso tra riduzione/mo-
dulazione di orario e crescita occupazionale e la necessità di predisporre le condizioni per
una verif‌ica ex post.
La crescita del lavoro a tempo parziale nell’ultimo ventennio è risultata costante in
tutti i Paesi dell’Unione europea al punto da costituire una delle manifestazioni più si-
gnif‌icative non solo delle politiche per aumentare l’occupazione, ma anche della tenden-
za alla diversif‌icazione e f‌lessibilizzazione del contratto di lavoro subordinato rispetto al
modello standard
3, nonché di un nuovo approccio al lavoro basato sul ciclo della vita
attiva4.
In Italia, però, le dimensioni del fenomeno restano, sin dall’inizio, inferiori alla
media europea5. Le anomalie del caso italiano –debole crescita del part-time unita ad un
* Testo rielaborato ed aggiornato al gennaio 2008 della relazione tenuta al Consiglio Superiore della Magi-
stratura nell’ambito dell’incontro di studi sul tema «Tempo e Lavoro», Roma, 17.10.2006.
1 Per tutti v. il Rapporto Kok del 2005, Jobs, jobs, jobs, pubblicato nel sito della Commissione europea che
include il part-time tra le priorità da coltivare con maggiore intensità nei paesi dell’Europa mediterranea per
il raggiungimento degli obiettivi f‌issati a Lisbona anche in quanto strumento idoneo a perseguire -seppur
con diverse ambiguità- la maggior parte degli obiettivi della Strategia europea per l’occupazione (adattabili-
tà, occupabilità e pari opportunità).
2 Scarponi 2005, 191 ss.
3 Per tutti Aa.Vv. 2003, Aa.Vv. 2005, Ghera 2006b.
4 V. Commissione Ue, Conclusioni fondamentali della relazione sull’occupazione in Europa 2007,
COM(2007)733 del 23 ottobre 2007.
5 Seppur con qualche distorsione dovuta alla misurazione statistica: il Cnel (2005, 52), segnala la maggior
sensibilità della nuova tecnica di rilevazione continua delle forze di lavoro dell’Istat nel cogliere la presenza
di occupazioni a tempo parziale che in precedenza non risultavano. Per un attento esame dei dati del 2004
v. Rustichelli 2005. V. anche i dati aggiornati annualmente del Ministero del lavoro e delle politiche sociali,

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