La Flexicurity al vaglio del Parlamento europeo

AutoreDonata Gottardi
Pagine481-486
Donata Gottardi
La Flexicurity al vaglio del Parlamento europeo
S: 1. La Risoluzione del Parlamento europeo. - 2. I timori. - 3. Il principio di stabilità e la relazio-
ne biunivoca tra f‌lessibilità e sicurezza. - 4. Flexicurity e occupazione delle donne. - 5. Le incertezze sul
livello e su cos’è il Diritto del lavoro.
1. Si sta completando, in Europa, il quadro di riferimento del Diritto del lavoro e,
soprattutto, di quella parte del Diritto del lavoro che riguarda le politiche occupaziona-
li. La strada è ancora lunga; per il momento si tratta solo di indicazioni, ma certo mai
come quest’anno il tema è entrato di prepotenza nel dibattito delle e tra le istituzioni
europee.
In questa breve nota concentrerò l’attenzione sulla attività del Parlamento europeo,
partendo dall’ultimo pronunciamento, a f‌ine novembre 2007, sui Principi comuni di
Flessicurezza.
Dopo il buon risultato prodotto a luglio dello stesso anno con la Risoluzione sul
Libro verde su come Modernizzare il Diritto del lavoro per af‌frontare le sf‌ide del nuovo
secolo, di nuovo il Parlamento europeo ha scelto una strada di equilibrio, evitando lo
scontro ideologico e mettendo in campo tutta la sua tradizione di garante del modello
sociale europeo, capace di saldare le innovazioni alla protezione dei diritti, e di convinto
assertore della Strategia di Lisbona: maggiore occupazione, occupazione di qualità!
Emblematica, al riguardo, è proprio la previsione di apertura della Risoluzione del
Parlamento, in cui si parla di un «approccio integrato» alla Flexicurity per «conseguire gli
obiettivi della Strategia di Lisbona rivista», cioè «posti di lavoro più numerosi e di mi-
gliore qualità», mediante «politiche che trattino contemporaneamente la f‌lessibilità dei
mercati del lavoro, l’organizzazione del lavoro e delle relazioni di lavoro e la sicurezza»
(punto 1).
È da osservare, preliminarmente, che il Parlamento si è trovato incuneato tra sca-
denze a incastro, in particolare tra quella della presentazione da parte della Commissione
europea della proposta di comunicazione sulla Flexicurity, avvenuta a f‌ine giugno – a
mio avviso commettendo una grave scorrettezza istituzionale –, senza aspettare il pro-
nunciamento del Parlamento europeo, annunciato e realizzato a metà di luglio, e quella
del Consiglio europeo EPSCO dei primi di dicembre, che ha costretto il Parlamento ad
approvare la propria Risoluzione, per arrivare in tempo utile, a f‌ine novembre.
Così come era avvenuto a primavera nei confronti del Libro verde, anche l’autunno
ha visto intensif‌icarsi il lavoro delle commissioni parlamentari interessate per l’espressio-
ne dei pareri, della commissione competente per l’approvazione della relazione (la com-
missione occupazione), della plenaria per la def‌initiva approvazione del testo.
Il buon risultato raggiunto non può far velo sull’amarezza di aver visto ampiamente
ignorata la posizione del Parlamento europeo in seno al Consiglio europeo. Eppure, essa
è nitida e si distacca dalla proposta della Commissione così come, ora dobbiamo dire,
dalla riduttiva impostazione del Consiglio.

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