In ricordo di Franco Cipriani

AutoreGiampiero Balena - Giovanna Reali - Antonio Uricchio
Pagine11-14
IN RICORDO DI FRANCO CIPRIANI
Per ragioni anagrafiche, è del tutto normale che un allievo si trovi a dover
commemorare il maestro scomparso; ma io a questo compito non ero proprio
preparato poiché – come penso un po’ tutti i presenti – se proprio non arriva-
vo a credere che Franco Cipriani fosse immortale, ero però convinto ch’Egli
ci avrebbe accompagnato tutti per parecchi anni ancora.
Al dolore e alla commozione cagionati dalla sua repentina ed inattesa
scomparsa si aggiunge, poi, la difficoltà di riassumere in poche parole una
personalità complessa e poliedrica come quella di Franco Cipriani, che a chi
lo conosceva meno da vicino ed approfonditamente poteva finanche apparire
per qualche profilo contraddittoria.
Il vero è la verità è che la maggior parte dei presenti avranno potuto pro-
babilmente apprezzare, per forza di cose, alcuni aspetti soltanto – quelli più
evidenti – del carattere del Professore: ad esempio le sue doti di conversatore
amabile, spiritoso e mai banale, dalla cultura umanistica solida e profonda e
tuttavia mai ostentata; un certo istintivo anticonformismo, che lo portava
spesso – quantunque non sottovalutasse affatto il rispetto delle tradizioni – a
dissentire dalle opinioni più diffuse (non soltanto, beninteso, in campo giuri-
dico) e comunque a diffidare dei luoghi comuni; e soprattutto la sua innata
vis polemica, derivante da un carattere spiccatamente passionale, cui difficil-
mente rinunciava, qualunque fosse l’occasione, facendo soprattutto uso della
formidabile capacità di ironia (talora finanche di sarcasmo) di cui era natu-
ralmente dotato.
Agli studenti, invece, appariva di tutt’altra indole. Schiudendo per un at-
timo soltanto il cassetto dei ricordi – in questo caso, d’altronde, comuni a
molti dei presenti – posso dire che la prima cosa che mi colpì di Franco Ci-
priani docente, e in un primo momento mi lasciò addirittura perplesso, poi-
ché non era certo un atteggiamento consueto, fu il travaglio di pensiero
ch’Egli non esitava affatto a manifestare durante la lezione; per cui spesso,
anziché somministrarci delle certezze, ci insinuava piuttosto dei dubbi, che
proprio in quel momento, evidentemente, stavano prendendo corpo nella sua

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