La sofferenza da malattia e il «diritto al sollievo» dal dolore: i contenuti delle tutele normative

AutoreFerdinando Parente
Pagine205-218
FERDINANDO PARENTE
LA SOFFERENZA DA MALATTIA E IL
«DIRITTO AL SOLLIEVO» DAL DOLORE:
I CONTENUTI DELLE TUTELE NORMATIVE
S: 1. L’integrità psico-fisica della persona e il dolore umano: il diritto alla
salute e alle cure medico-sanitarie come «diritto esistenziale» dell’uomo. – 2. La
definizione della salute come «stato di completo benessere fisico, mentale, socia-
le e spirituale» della persona. Il fondamento costituzionale delle tutele in favore
del malato. – 3. La «funzionalizzazione degli istituti giuridici» allo sviluppo del-
la persona e il regime di protezione del soggetto affetto da malattia. – 4. Il diritto
al sollievo dal dolore e i contenuti delle tutele normative: la medicina palliativa.
– 5. L’accesso alla cura palliativa tra trattamento sanitario ed accanimento tera-
peutico. – 6. Il diritto alla terapia del dolore. – 7. I diritti accessori in favore del
malato e dei suoi familiari. – 8. I limiti all’accesso alle cure palliative e alla tera-
pia del dolore: la tutela della dignità e dell’autodeterminazione del malato.
1. In una prospettiva medico-legale, il dolore umano1 può essere definito
come un’esperienza individuale spiacevole2, raffigurata in termini di danno e
1 L’etimologia del lemma «dolore» risale alla radice «dol», comune al verbo «dolere» e al verbo
latino «dolare», che indica il «tagliare». Nell’esperienza dolorosa, quindi, è insita l’idea della sepa-
razione, come lacerazione e perdita [S. A, L’esperienza dolorosa tra il corporeo e lo
psichico, in D. G (a cura di), Il dolore superfluo. Da ridurre, da controllare, da «curare»,
Trento, 2009, p. 52].
2 Un autorevole studioso ha puntualizzato: «io non so se il dolore sia definibile» (V. A,
Capire il dolore. Perché la sofferenza lasci spazio alla gioia, Milano, 2003, p. 9); certamente, «è
una condizione estrema dell’esistenza» (V. A, o.c., p. 170). Per la difficoltà di configurare
metodiche univoche di valutazione, la condizione soggettiva di dolore non può che essere conside-
rata un’esperienza individuale dell’essere umano. Allo stato, non risulta definita una metodologia
assoluta di «misurazione»: i diversi metodi, che oscillano dall’autovalutazione ai parametri fisiolo-
gici, comportamentali e strumentali, vengono delineati in rapporto al tipo di dolore, alle condizioni
cliniche della persona, alla sua età e alla sua potenziale collaborazione. Difatti, alla tecnica autova-
lutativa del goal standard, fondata sulla quantità e sulla qualità del dolore percepito, si affiancano
ulteriori metodiche (visual analogic scale di Scott Huskisson, facial scale, scala dei colori di
Eland, scala verbale), che utilizzano supporti strumentali. Nell’esperienza del dolore, le compo-
nenti sensoriali (nocicezione), che trasferiscono lo stimolo doloroso dalla periferia alle strutture
centrali, convergono con le situazioni esperienziali e con le condizioni affettive, che modulano
quanto percepito dal malato. Infatti, una volta generato, il segnale doloroso, prima di arrivare alle
sedi che ne danno un’interpretazione clinica, può essere limitato o amplificato da stimoli provenien-
ti da strutture nervose (sensoriali, psichiche, mnemoniche) o da situazioni metaboliche, immunolo-

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