Edificici di culto e società multireligiosa tra competenze dello stato e delle regioni

AutoreLuana Scialpi
Pagine331-347
LUANA SCIALPI
EDIFICICI DI CULTO E SOCIETÀ
MULTIRELIGIOSA TRA COMPETENZE
DELLO STATO E DELLE REGIONI
S: 1. Per una ridefinizione della nozione di edificio di culto. – 2. L’evolu-
zione della disciplina urbanistica in tema di edifici di culto. – 3. La legislazione
regionale. – 4. Il ruolo della giurisprudenza amministrativa. – 5. Riflessioni con-
clusive.
1. Da qualche decennio ormai si assiste in tutto il mondo occidentale al
proliferare di piccoli gruppi o di vere e proprie comunità organizzate ispirate
a nuove forme di religiosità. Anche in Italia, si sono moltiplicate con una
imprevedibile rapidità, forme associative più o meno strutturate, dedite a di-
versi culti. Si rende così necessaria una più approfondita valutazione del ruo-
lo degli artt. 3, 8, 19 e 20, Cost., nel contesto della intera disciplina costitu-
zionale, ed una più esatta individuazione del disegno politico globale da esse
emergente.
Il processo di rinnovamento che sta investendo ogni campo del vivere ci-
vile ha determinato anche sul piano religioso movimenti di grande rilievo,
espressione di nuove esigenze collettive che traggono origine proprio dai
caratteri democratici dello Stato e tendono anzi ad accentuarli nel momento
in cui chiedono forme avanzate e più adeguate di tutela giuridica per soddi-
sfare le loro istanze di libertà1.
La libertà esige infatti determinate condizioni di ordine economico, so-
ciale, politico e culturale, che ne rendano possibile il pieno esercizio.
L’effettivo esercizio della libertà religiosa è strettamente correlato alla
esistenza di luoghi a ciò deputati, ecco perché l’edilizia di culto assume un
ruolo fondamentale. Gli edifici di culto sono quei luoghi nei quali i fedeli di
una determinata confessione, sia singolarmente sia collettivamente, esercita-
no le funzioni di culto2, la loro disciplina è connessa con l’esercizio del dirit-
1 L. Z, Stato sociale, edilizia di culto e pluralismo religioso: contributo allo studio
della problematica del dissenso religioso, Giuffrè, Milano, 1990, p. 89.
2 M. T, Manuale di diritto ecclesiastico, G. Giappichelli Editore, Torino, 2007.
332 Annali della Facoltà di Giurisprudenza di Taranto — Anno III
to di libertà religiosa in quanto tali strutture sono un mezzo per manifestare
in piena autonomia la fede religiosa. Tali edifici assumono denominazioni
differenti a seconda che si parli di chiesa, moschea, tempio o sinagoga.
Il problema che preme evidenziare riguarda proprio il significato intrinse-
co che rivestono gli edifici di culto, soprattutto in questo momento in cui il
processo di secolarizzazione unitamente ai costanti flussi migratori, con i
conseguenti cambiamenti che da essi sono derivati a livello delle nostre città
e di quanti le abitano, hanno fatto sorgere una serie di problemi soprattutto in
ambito sociale, creando una sorta di frantumazione della stessa comunità che
non si riconosce, e non può più riconoscersi esclusivamente, attorno all’edi-
ficio “Chiesa”.
Infatti, nella tradizione cristiana la chiesa è sempre stata il luogo identifi-
cato per rendere culto a Dio, come la sinagoga per la cultura ebraica. Dottri-
na e legislazione hanno sempre fatto riferimento più che al concetto di luogo
di culto, a quello di edificio di culto.
Adesso però tutto questo è entrato in crisi. L’identificazione tra luogo ed
edificio non è più sufficiente al fine di qualificare fenomeni religiosi dappri-
ma non molto diffusi, ma che assumono ora un ruolo rilevante nel nostro
ordinamento.
Per la prima volta nella storia recente del nostro Paese vi è una significa-
tiva presenza di immigrati, provenienti soprattutto da Paesi non europei.
Flussi migratori che hanno portato al radicamento di una pluralità di movi-
menti religiosi nuovi per la nostra tradizione, con una incidenza numerica
decisamente eccezionale rispetto alla configurazione religiosa della società
italiana e soprattutto con un impatto significativo nella vita sociale.
Sono frequenti ormai nella cronaca quotidiana racconti di intolleranza e
discriminazione che si manifestano ogniqualvolta “..i riti degli altri, dei nuo-
vi venuti, improvvisamente fanno svaporare i silenzi brumosi di piazze, stra-
de, sagrati, rialfabetizzandone gli spazi e le loro usuali scansioni di
significato3.
Di fronte all’inevitabile necessità di “rialfabetizzare i luoghi”, si rischia lo
smarrimento, e “la compattezza dei codici di interrelazione spaziale e vitale
assume così il significato di un fattore politico, facendosi il riflesso di espe-
rienze fortemente caratterizzate dal senso di appartenenza a una comunità,
spesso solo detta con enfasi, ma non effettivamente vissuta come tale4.
È chiaro che i problemi non riguardano solo l’Islam, ma non vi sono dub-
bi sul fatto che le questioni principali sorgono proprio intorno alle moschee.
Questo accade perché in questi edifici o complessi immobiliari non si rende
solo culto, ma costituiscono una realtà polivalente in cui si esaminano anche
3 M. R, Riace, il futuro è presente. Naturalizzare “il globale” tra immigrazione e sviluppo
interculturale, edizioni Dedalo, 2010, Bari, p. 22, nota 9.
4 M. R, Riace, il futuro è presente. Naturalizzare “il globale” tra immigrazione e sviluppo
interculturale, op. cit., p. 36.

Per continuare a leggere

RICHIEDI UNA PROVA

VLEX uses login cookies to provide you with a better browsing experience. If you click on 'Accept' or continue browsing this site we consider that you accept our cookie policy. ACCEPT