Qualche osservazione sulla flessibilità del lavoro nell'impresa

AutoreMario Giovanni Garofalo
Pagine1889-1895
Mario Giovanni Garofalo
Qualche osservazione sulla essibilità del lavoro nell’impresa
S: 1. Che signica “essibilità”? – 2. Costi del lavoro ssi e variabili. – 3. Una chiave di lettura e
conclusioni.
1. Un primo problema che si deve arontare quando si parla di essibilità del lavo-
ro è concordare con l’interlocutore di cosa si stia parlando1.
Quando si leggono o si ascoltano i diversi (e numerosi) contributi in materia, se ne
ricava la tentazione di abbandonare ogni tentativo di lettura complessiva e di rifugiarsi
nell’attenzione verso uno dei contratti essibili o una delle forme di essibilità introdot-
te all’interno del contratto di lavoro subordinato; per il giurista, nell’esegesi della speci-
ca normativa ovvero, per gli altri scienziati sociali, nel ruolo di quello strumento di
essibilità all’interno dell’orga niz zazione produttiva. Ma così si perde la visione d’insie-
me e, con essa, l’occasione per una valutazione complessiva dei mutamenti avvenuti nei
rapporti di produzione nell’ultimo quarto di secolo. Certamente va sottoposta ad esege-
si la normativa di ciascuno dei nuovi tipi contrattuali introdotti dalla legislazione sulla
essibilità o che introducono maggiori margini di essibilità nel tradizionale contratto
di lavoro subordinato; ma il materiale così raccolto non può servire solo a formulare
credibili progetti di decisione sui singoli problemi concreti; questo materiale deve servi-
re anche a ricostruire le coordinate di fondo del sistema di diritto del lavoro – e, in una
certa misura, di teoria dell’impresa – per tentare di comprendere come e in che misura
le stesse si siano modicate. Credo sia imputabile alle incertezze del campo semantico
del termine in discorso l’incredibile dicoltà di avere dati attendibili, comprensibili e
comparabili sull’e et tiva diusione dei contratti di lavoro che garantiscono essibilità2.
Ma ciò ci riporta al problema di cosa intendiamo quando parliamo di essibilità,
perché è questo il termine complessivo e sintetico con il quale sono designati sia i nuovi
contratti di lavoro, sia i nuovi contenuti dell’antico contratto di lavoro subordinato.
Abbiamo, dunque, l’obbligo di vericare se vi sia un comune denominatore tra gli ele-
menti indicati e se il sintagma essibilità sia congruo con esso.
Nel sito web di un importante settimanale italiano, ho trovato questa denizione di
essibilità: “una situazione in cui i dipendenti non sono tenuti a lavorare durante ore pre-
stabilite né ad essere sicamente presenti in azienda, bensì liberi di decidere orario e luogo
dove svolgere il proprio lavoro”. Questa denizione è posta alla base di una ricerca dalla
quale risulta che i lavoratori sono favorevoli alla essibilità; risultato ovvio e scontato
perché, con questa denizione, la collocazione temporale e spaziale della prestazione è
1 Vale la pena di segnalare che non ci è d’aiuto l’art. 36 d. lgs. n. 165 del 2001, che pure è intitolato ai
contratti di lavoro essibili, perché si limita a rinviare alle forme contrattuali essibili previste dal codice
civile e dalle leggi sul lavoro nell’impresa.
2 V., V. N  e G. V 2009, nonché V. N e C. M 2009.

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