Stato e scuola. Ovvero, dell'incapacità di dirsi addio

AutoreTroisi M.
Pagine1159-1168
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Michele Troisi
STATO E SCUOLA. OVVERO, DELL’INCAPACITÀ DI DIRSI ADDIO
SOMMARIO: I. Premessa. - II. Il nuovo rapporto tra p .a. e scuola nella Costituzione del 1948 e il processo di
autonomizzazione in corso. - III. Il legislatore statale e gli spazi aperti dalle “norme gener ali
sull’istruzione”. - IV. La materia Cittadina nza e Costituzione”. Tra istruzione ed educazione. - V.
Brevi considerazioni conclusive.
I.. Premessa
«La scuola è un organismo quanto mai delicato, cui il medico può fare, forse, assai
più il male che il bene, sì che qualche volta lastenersi è prudenza»1. Queste parole,
pronunciate da V.E. Orlando nellaula del Senato del Regno, più di un secolo fa, nel
corso di un dibattito parlamentare, restano di unattualità stringente, in ordine ai rap-
porti tra i pubblici poteri e listituzione scolastica.
Comè noto, infatti, non di rado, la titolarità del diritto allistruzione è stata, lungo
i secoli, rivendicata da uno Stato che ha sempre identificato nella scuola uno strumento
fondamentale per la costruzione dellidentità storica del popolo (e per la conseguente
formazione delle coscienze)2.
Emblematico, in tal senso, è stato il caso del Risorgimento italiano, ove la scuola
ha costituito per decenni lo strumento per formare, nelle nuove generazioni, quel senso
di appartenenza che le classi borghesi non erano riuscite a inculcare in un popolo che,
anzi, aveva visto con indifferenza, quando non con avversione, i movimenti connessi
allUnità dItalia. In tale periodo, infatti, definito di glorificazione dello Stato3, lo
stesso non è «neutro e indifferente, e [non può] solo vigilare, dirigere, consigliare; la
sua missione è veramente di essere il capo, la guida, lindirizzo delleducazione e
dellintelligenza del paese»4: in definitiva, lo Stato non è soltanto organizzatore e ge-
store di scuole, ma esso stesso educatore e insegnante5.
Con la Costituzione del 48 sembra cessata questa invasione di campo statale ed il
nuovo rapporto tra p.a. e scuola è improntato su una completa autonomia di
1 La frase è citata da F. GRASSI ORSINI, Or lando, profilo delluomo politico e dello statista: la fortune
e la virtù, in V. E. ORLANDO, Discorsi pa rlamentari, Bologna, 2002, 44-45.
2 In tal senso, illuminante è il contributo di E. LAMA, Il pensier o pedagogico dellIlluminismo, Firen-
ze, 1958.
3 S. CASS ESE, La scuola italiana tra Stato e società: servizio pubblico statale e non stat ale, in F oro
it., 1991, 214.
4 Così si esprimeva Francesco De Sanctis nella seduta del 21 gennaio 1874, in AA.VV., Atti del Par-
lamento subalpino, Discussioni, tornata del 23/1/1874, Torino, 1950, 348.
5 S. CASSESE, La scuola ita liana tra Stato e società, cit., 214. Sul rapporto tra scuola e apparato stata-
le in epoca pre-costituzionale si veda anche, tra gli altri, ID., Sub Artt. 33-34, in AA.VV., Commentario alla
Costituzione. Rapporti etico-sociali, a cura di G. BRANCA, Bologna, 1976, 211-212, secondo il quale
lepoca giolittiana portò con sè un fenomeno di accentramento e statizzazione della scuola. Più in generale,
tra i molteplici e significativi contributi sulla storia della scuola in Italia, ci si limita richiamare: E. BOSNA,
Stato e scuola. Mater iali per una stor ia della scuola ita liana, Bari, 1998; G. GENOVESI, Stor ia della scuola
in Italia dal Settecento a d oggi, Roma-Bari, 1998; M. GIGANTE, LAmministrazione della scuola , Padova,
1988; A. MARONGIU, Stato e scuola . Esperienze e pr oblemi della scuola occidentale, Milano, 1974; L.
PALMA, Studi di legislazione scolastica comparata, Firenze, 1875; A. POGGI, Istruzione, formazione e servizi
alla persona, tr a regioni e comunità nazionale, Torino, 2002; D. RAGAZZINI, Stor ia della scuola italiana ,
Firenze, 1990; V. SARACINO, Scuole ed educazione: linee di sviluppo storico, Napoli, 1992; A. SEMERARO,
Il sistema scolastico italiano. P rofilo storico, Roma, 1996.

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