Tra Spagna e Germania. I modelli storici del regionalismo italiano

AutoreD'Atena A.
Pagine343-351
343
Antonio D’Atena
TRA SPAGNA E GERMANIA.
I MODELLI STORICI DEL REGIONALISMO ITALIANO
SOMMARIO: I. I due modelli ispiratori e la loro influenza sui lavori dell’Assemblea costituente. - II. La ri-
forma costituzionale della XIII legislatura e la persistenza del doppio imprinting. - III. L’influsso spa-
gnolo. - IV. L’influsso tedesco. - V. La contaminazione tra i due modelli. - VI. Lo spostamento della
specificità italiana dal principio unitario al principio di sussidiarietà.
I. I due modelli ispiratori e la lor o influenza sui lavori dellAssemblea costituente
Lintera evoluzione storica del regionalismo italiano è avvenuta sotto il segno di
due stelle polari: il regionalismo spagnolo ed il federalismo mitteleuropeo (soprattutto
tedesco). Sono questi i modelli istituzionali che, con riferimento alla disciplina della
distribuzione territoriale del potere politico, hanno maggiormente influenzato tanto i
lavori dellAssemblea costituente, quanto i processi di riforma costituzionale sviluppa-
tisi successivamente ed approdati nella riforma del tit. V Cost., realizzata nella XIII le-
gislatura ad opera delle leggi costituzionali n. 1/1999 e n. 3/20011.
In Assemblea costituente, questa duplice influenza ha trovato i propri maggiori
mediatori culturali in Gaspare Ambrosini ed in Costantino Mortati, i quali avevano
unottima conoscenza dei due modelli di riferimento.
Ambrosini, studioso del federalismo nord-americano, nel 1933, aveva dedicato un
saggio al regionalismo spagnolo contemplato dalla Costituzione della seconda Repub-
blica (la Costituzione del 1931)2: il primo autentico regionalismo storico. Il quale
comè noto è stato poi travolto dal franchismo, che ha ripristinato lo Stato unitario
centralizzato.
Mortati, essendosi formato sui classici tedeschi ed austriaci, faceva parte della nu-
trita schiera dei costituzionalisti italiani che, per dir così, par lavano tedesco. A lui tra
laltro si deve la traduzione e lillustrazione della Costituzione di Weimar, apparsa
nella collana di volumetti che il Ministero della Costituente aveva promosso in vista
della redazione della nuova Costituzione italiana3.
Linfluenza, sul testo costituzionale, di questo doppio imprinting è visibilissima.
Al modello spagnolo è anzitutto riconducibile la scelta del nomen Regioni, attri-
buito ai nuovi enti territoriali (un nomen, peraltro, non privo di precedenti nella rifles-
sione italiana post-unitaria4). Alla medesima matrice può farsi inoltre risalire lenu-
merazione regionale delle competenze (che differenzia il modello regionale dal model-
1 A tali leggi costituzionali va aggiunta la l. cost. n. 2/2001, che ha proceduto alla riforma degli statuti
regionali speciali.
2 AMBROSINI, Un tipo intermedio di Stato fra l unitario ed il federale ca ratterizzato dall autonomia
regionale, in Riv. dir. pubbl., 1 933. Linteresse della dottrina italiana per il tema è confermato da un altro
saggio, apparso lanno precedente: CARENA, Tendenze federali e decentramento politico nella Costituzione
della Repubblica spa gnola, in Annali della facoltà di Scienze politiche de llUniversità di Pavia, 1932. Di
Ambrosini va inoltre segnalato un lavoro successivo, di più ampio respiro: AMBROSINI, Autonomia regio-
nale e federalismo, Roma 1944.
3 MORTATI, La Costituzione di Weimar, vol 15 della Collana Testi e documenti costituzionali promos-
sa dal Ministero della Costituente, Firenze 1946.
4 Basti ricordare: CALENDA DI TAV ANI, La Regione nell’ordinamento italiano, Roma 1895, e VITTA,
La regione nell’ordinamento giuridico italiano, Firenze 1923, nonché, in sede politica, le proposte avanzate
da Luigi Carlo Farini e Marco Minghetti, peraltro come noto non coronate da successo.

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