La guerra: il lavoro nel codice e nell'Italia divisa

AutoreLorenzo Gaeta
Pagine39-43
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LA GUERRA: IL LAVORO
NEL CODICE E NELL’ITALIA DIVISA
Sono gli anni più tragici della nostra storia recente. Il fascismo ha
trascinato il paese, con l’agghiacciante alleato nazista, in una guerra
lunga e rovinosa, che vede coinvolto il mondo intero in una sorta di
lotta ancestrale tra il bene e il male. L’Italia si spacca in due: dal sud gli
Alleati avanzano lentissimamente, ricacciando sempre più a nord i nazi-
fascisti, incalzati anche dalle formazioni partigiane. È forte la percezio-
ne di vivere un momento di svolta epocale: nulla sarà più come prima,
anche per il lavoro, che vive momenti di grande fermento. Dal punto
di vista della composizione del mondo del lavoro, negli anni di guerra,
la situazione di predominante presenza maschile, caparbiamente realiz-
zata negli anni Trenta, ovviamente si inverte, fino a che nel 1943 addi-
rittura si vieta l’impiego di personale maschile in determinate attività.
Alla fine, l’orrore svanisce, ma l’Europa è devastata, anche nell’a-
nimo di chi si è salvato. Il fascismo cade nel sangue lasciando dietro di
sé, insieme alle macerie delle città, un sistema produttivo totalmente di-
strutto, disoccupazione e povertà dilaganti. Alla caduta del fascismo, pe-
raltro, sopravvivranno molte istituzioni da esso create, le quali, depurate
dall’ideologia che le ha plasmate all’origine, risulteranno fondamentali
per la costruzione della ‘nuova’ Italia. In particolare, sopravvivrà il co-
dice civile, un vero monumento della cultura giuridica del tempo, in
cui, con particolare riferimento al lavoro, il colto codificatore ha mirato,
mediante un sofisticato tecnicismo, a coniugare afflato liberale e dirigi-
smo fascista. La penetrazione dell’ideologia corporativa nel sistema di
norme dedicate all’impresa e al lavoro non sarà così profonda: dopo la
caduta dell’ordinamento corporativo, dottrina e giurisprudenza saranno
ben in grado di reinterpretarle alla luce della libertà di impresa e del
lavoro, prima, e del progetto sociale disegnato dalla Costituzione, dopo.
Nel 1942, in piena guerra, entra in vigore il nuovo codice civile,
che asseconda la vocazione codificatoria di un regime ancora piuttosto

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