La cosiddetta 'seconda Repubblica' e il lavoro postmoderno

AutoreLorenzo Gaeta
Pagine79-85
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LA COSIDDETTA ‘SECONDA REPUBBLICA’
E IL LAVORO POSTMODERNO
Dal 1992 al 1994, dopo le inchieste della Procura di Milano, che
hanno svelato una enorme ‘tangentopoli’, il sistema politico italiano
vacilla e si dissolve, con l’affermazione di partiti completamente nuo-
vi. Si parla di ‘seconda Repubblica’, ma impropriamente, poiché non
c’è alcun mutamento formale delle istituzioni. Un’opinione pubbli-
ca desiderosa di cambiamenti e annichilita dalle esecuzioni mafiose
dei giudici Falcone e Borsellino cerca nuovi riferimenti, ora in un
imprenditore milanese molto attivo nel settore televisivo, ora in un
movimento che dà voce al risentimento del nord contro la ‘palla al
piede’ costituita da un sud non ancora emancipato dal sottosviluppo
e dalla malavita organizzata, ora in una sinistra che, caduto il muro
di Berlino, ha perso la sua tradizionale bussola ideologica. Il mondo
altamente informatizzato e tecnologizzato degli anni Novanta, sempre
più ricco e votato al disimpegno e al ‘pensiero unico’ di una società
interamente consacrata ai consumi, assiste alle migrazioni di masse di
diseredati che fuggono dai paesi in cui la povertà tocca livelli asso-
luti. Anche l’Italia, meta di barconi di disperati (nel 1991 migliaia di
profughi in fuga dalla fame approdano alle spiagge di una Puglia im-
preparata, ma generosamente pronta ad assolvere ai doveri umanitari),
si avvia a diventare un paese multietnico, in cui, però, il raccoglitore
di pomodori senegalese o la badante moldava sono visti con gli stessi
pregiudizi che gli americani hanno provato, cent’anni prima, nei con-
fronti dei nostri nonni e bisnonni, emigrati in cerca di fortuna.
In ogni caso, le ripercussioni dei mutamenti politici nel nostro
campo saranno sensibili nel corso degli anni a venire, in ragione della
valenza fortemente ideologica che le politiche del lavoro assumono
per i governi, tanto di centrodestra che di centrosinistra, che si succe-
dono a partire dal 1994. Si tratta di una nuova stagione politica che
accompagna (senza sapere, in realtà, sviluppare adeguate risposte di
politica economica e del lavoro) le grandi mutazioni mondiali indotte

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