Il liberalismo a cavallo tra Otto e Novecento e la legislazione sociale

• Autore: Lorenzo Gaeta
• Pagine: 17-23

3

IL LIBERALISMO A CAVALLO TRA OTTO

E NOVECENTO E LA LEGISLAZIONE SOCIALE

La belle époque è tale solo per i pochi che bighellonano spensie-

ratamente tra salotti e café chantant; la gran massa di chi lavora, nelle

fabbriche e nei campi, lo fa in condizioni di grande povertà, ma in

maniera sempre più consapevole, perché inizia ad organizzarsi. Parte

il massiccio sfruttamento coloniale da parte delle grandi potenze eu-

ropee, cui non si sottrae neanche una ‘Italietta’ saldamente liberale,

scossa da scandali politico-finanziari e addirittura dall’as sassinio del

re. È un periodo di ingenua fiducia nel progresso scientifico, che si

auspica possa migliorare anche il mondo del lavoro: l’elettri cità, la

comunicazione senza fili, l’automobile, l’aereo, il cinema, in com-

binazione con l’evoca tivo passaggio ad un nuovo secolo, scatenano

un’euforia da età dell’oro.

L’ultimo decennio dell’Ottocento vede l’Italia affacciarsi alla ri-

balta mondiale come paese industrializzato, benché il lavoro contadino

resti ancora quello largamente prevalente. La rivoluzione dei nuovi mo-

di di produrre, rafforzata da misure di promozione dell’industria mani-

fatturiera e meccanica, ha ormai dato i suoi frutti. Un italiano attivo su

cinque lavora nell’industria; le fabbriche sono una realtà acquisita, an-

che se dislocate in prevalenza nella parte nord-occidentale del paese: la

forbice col sud negli anni si è solo allargata. Qualunque lettura si voglia

dare del tema, sta di fatto che il nascente diritto del lavoro ha da allora

in avanti, inevitabilmente, una forte impronta settentrionale.

Ma un’altra ‘questione’, più generale di quella meridionale, agita

questi tempi convulsi: la questione sociale; da più parti si prende at-

to dell’ormai assoluta insostenibilità di una situazione di ricatto e di

sottoprotezione nei confronti del lavoratore di fabbrica, sostituibile in

ogni momento come un qualunque pezzo della macchina, svilito e mor-

tificato nella sua vita e nella sua dignità. Da più parti, perciò, si chiede