La concettualizzazione del diritto del lavoro

• Autore: Lorenzo Gaeta
• Pagine: 25-30

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LA CONCETTUALIZZAZIONE

DEL DIRITTO DEL LAVORO

È un lungo momento, quello tra Otto e Novecento, in cui lo stato

generale di ottimismo e di frivolezza si trova spesso a fare i conti con

i conflitti sempre più forti che vengono dal mondo del lavoro. Ogni

cosa si infrange, però, improvvisamente contro l’‘inutile strage’ della

prima guerra mondiale (1914-1918), brutale carneficina che stermina

eserciti costituiti da operai e contadini.

Alla fine dell’Ottocento, la dottrina giuridica inizia ad interessarsi

del mondo del lavoro, terreno di studi ancora inesplorato. I primi, ov-

viamente inconsapevoli, ‘giuslavoristi’ sono alcuni studiosi animati più

che altro da quei buoni sentimenti allora interpretati dal libro Cuore

di Edmondo De Amicis, che passano alla storia col nome di socialisti

della cattedra. Di socialista essi hanno ben poco e le loro ricostruzioni,

pervase dal nobile intento di tendere una mano ai lavoratori sofferen-

ti, si rivelano spesso tecnicamente deboli e inconsistenti, quindi poco

praticabili davanti a un giudice. Essi enfatizzano il ruolo delle leggi

sociali e concentrano la loro attenzione quasi esclusivamente sull’ope-

raio industriale, la figura che da tali leggi si staglia con nettezza. Questa

corrente teorica si spegne in poco tempo, ma comunque, almeno ideo-

logicamente, lascia qualcosa in eredità.

Spazzati via i timidi novatori del socialismo giuridico, la materia

passa nelle mani di studiosi con più solide radici tecniche. Nel 1901

viene pubblicata la prima vera trattazione organica del rapporto di lavo-

ro, un libro di quasi mille pagine di Lodovico Barassi, che per questo

motivo sarà poi celebrato – a torto o a ragione – come il padre del di-

ritto del lavoro italiano. Barassi è un privatista convinto e rigetta ogni

contaminazione del diritto del lavoro da parte di considerazioni di tipo

economico o sociologico; del rapporto di lavoro fornisce perciò una no-