La legittima difesa

AutoreMassimiliano di Pirro
Pagine193-200

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@1 I presupposti della legittima difesa

In uno Stato di diritto, il monopolio della forza appartiene esclusivamente allo Stato, salvo in casi eccezionali, quando lo Stato non ha la possibilità materiale di intervenire prontamente per la difesa di un determinato bene giuridico e affida la difesa del bene stesso al suo titolare o, comunque, a chi si trova nella condizione di poterlo difendere.

A questo proposito, l’art. 52, 1° comma, c.p. stabilisce che non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa.

La dottrina (Mantovani, Antolisei) individua il fondamento logicogiuridico della legittima difesa nella prevalenza accordata dallo Stato all’interesse di chi viene ingiustamente aggredito.

Dalla norma si ricava, anzitutto, che la scriminante in esame trova applicazione quando taluno commette un reato spinto dalla necessità di proteggere un diritto minacciato da altri. Può trattarsi di un diritto di natura personale (come il diritto alla vita, il diritto alla salute etc.) o patrimoniale (quale il diritto di proprietà). Infatti, anche i diritti patrimoniali possono essere difesi ricorrendo ad atti di violenza (Cass., V, 14-3-2003), purché:

- sussista proporzione tra il danno che si potrebbe subire e la reazione posta in essere (vedi infra);

- il comportamento del soggetto aggredito integri l’unico mezzo per impedire l’aggressione al patrimonio e non rappresenti, invece, occasione per una ritorsione.

@@a) L’aggressione ingiusta e il pericolo attuale

Occorre anzitutto un’aggressione ad un diritto proprio o altrui (cd. difesa altruistica), che sia:ingiusta, ossia contra ius (contraria alle norme che tutelano l’interesse minacciato) o, secondo altri, non iure (arrecata al di fuori di qualsiasi norma che la imponga o la autorizzi);

- idonea a creare un pericolo attuale di un’offesa che, se non neutralizzata

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tempestivamente, è destinata a sfociare nella lesione del diritto. Il pericolo consiste nella probabilità di danno ed è attuale se è presente o incombente al momento del fatto, non, invece, se è futuro o già esaurito; il pericolo non può considerarsi "attuale" dopo che l’aggressore sia stato disarmato e l’arma sia passata nelle mani dell’aggredito, o dopo che l’aggressore si sia allontanato voltando le spalle all’aggredito, o quando gli atti violenti siano diretti non ad impedire l’aggressione, bensì a realizzare una mera ritorsione o a perseguire una finalità diversa. Si è altresì escluso che costituisca pericolo attuale il timore di un’offesa futura dipendente dal fatto che l’avversario è un soggetto pericoloso ovvero rechi con sé un’arma (essendo quantomeno necessario che egli si comporti in modo tale da far pensare ad un uso immediato della stessa). È attuale anche il pericolo perdurante, riscontrabile non solo nei reati permanenti, ma anche in quelle ipotesi nelle quali, non essendo del tutto esaurita l’offesa, non si è ancora verificato il completo trapasso dalla situazione di pericolo a quella di danno effettivo (ad esempio, contro il ladro che fugge è configurabile una legittima difesa diretta al recupero della cosa) (Mantovani, Antolisei).

Non è invocabile la legittima difesa da parte di colui che accetti una sfida o si ponga volontariamente in una situazione di pericolo dalla quale è prevedibile o ragionevole attendersi che derivi la necessità di difendersi dall’altrui aggressione (Cass., II, 10-11-2000).

L’aggressione può provenire anche da animali o cose purché sia individuabile un soggetto giuridicamente tenuto ad esercitare una vigilanza su di essi; in tal caso, beneficerà dell’esimente non solo chi direttamente reagisce contro l’animale o la cosa, ma anche chi reagisce contro la persona gravata dall’obbligo di custodia (Mantovani).

@@b) La reazione necessaria

All’aggressione deve seguire una reazione necessaria per salvare il diritto minacciato, nel senso che la reazione deve essere, nella circostanza, l’unica possibile, perché non sostituibile con altra meno dannosa, ugualmente idonea ad assumere la tutela del...

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