Premessa

AutoreGaetano Dammacco
Pagine11-14

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Il 25 gennaio 1983 papa Giovanni Paolo II promulgava, con la Costituzione Apostolica Sacrae disciplinae leges, il nuovo codex iuris canonici, che vide la luce dopo 24 anni di intenso e partecipato lavoro, attraversato dall'evento del Concilio Ecumenico Vaticano II. Fu papa Giovanni XXIII che il 25 gennaio del 1959 annunciò pubblicamente ai fedeli convenuti in piazza san Pietro l'intenzione di procedere alla riforma della legislazione canonica insieme con la riforma della vita ecclesiale. Come è facile comprendere, questo annuncio e l'insediamento della commissione di revisione costituirono un grande evento per la Chiesa cattolica, anche perché la riforma non fu un fatto isolato, ma si inserì all'interno di un processo generale di cambiamento, nel segno di una più decisa fedeltà al Vangelo di Gesù e alla missione cristiana, che ebbe il momento culminante negli anni in cui si svolse il Concilio Ecumenico e nei documenti che esso produsse sotto il pontificato di Paolo VI, successore di Giovanni XXIII. Infatti, come evidenzia Papa Giovanni Paolo II nella Costituzione apostolica di promulgazione, Codice e Concilio sono strettamente collegati, anche se perseguono obiettivi differenti, che hanno interessato periodi storici differenti (dal 1962 al 1965 il Concilio e, sia pure con fasi non sempre consequenziali, dal 1959 al 1983 il co- dice). Il legame, del resto, è dato dal fatto che il codice, che costituisce la massima espressione del diritto della Chiesa, non poteva ignorare le rilevanti novità messe a punto dal Concilio Ecumenico circa la dottrina intorno alla Chiesa. Page 12

Una prima novità, che interessò i lavori di revisione del codex, fu l'ampia consultazione di vescovi e di episcopati, che precedette e accompagnò i lavori di riforma codiciale, come applicazione del principio della collegialità. Collegialità e corresponsabilità furono tra i temi più sentiti durante la preparazione e lo svolgimento del Concilio, che trovarono collocazione normativa nella Costituzione conciliare sulla Chiesa, Lumen Gentium. Come sottolinea papa Giovanni Paolo II, ciò consentì di ottenere che attraverso un così lungo cammino, con un metodo per quanto possibile collegiale, maturassero, a poco a poco, le formule giuridiche, che in seguito dovevano servire per la disciplina di tutta quanta la Chiesa (Costituzione Sacrae disciplinae leges).

La modifica del codice di diritto canonico costituì anche per la scienza giuridica un momento di elevata rifles-...

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