La democrazia della primavera araba: questioni di neocostituzionalismo

AutoreDammacco G.
Pagine1591-1603
1591
Gaetano Dammacco
LA DEMOCRAZIA DELLA PRIMAVERA ARABA:
QUESTIONI DI NEOCOSTITUZIONALISMO
SOMMARIO: I. I cambiamenti giuridici della “ primavera araba”. - II. La laicità nell’Islam: un problema pra-
tico. - III. La democrazia come modello plurale. - IV. Un neocostituzionalismo per il mondo arabo? -
V. Il dialogo tra le culture e le religioni per rafforzare la democrazia: il Mediterraneo come spazio del
dialogo tra le democrazie. - VI. Il ruolo delle religioni per una convivenza di pace nel Mediterraneo.
I. I cambiamenti giuridici della “primavera araba”
Il profondo desiderio di cambiare lo status quo, manifestatosi con differenti moda-
lità e varianti nel mondo arabo-islamico dalla fine del 2010, che va sotto il nome di
“primavera araba”, non ha ancora esaurito la sua carica innovativa e pone interessanti
interrogativi, che non possono sfuggire ai cultori di diritto oltre che al mondo politico
occidentale, che sembra aver percepito solo la parte superficiale della forte spinta po-
polare al cambiamento. Se da un lato questi eventi hanno messo in crisi la “certezza”
occidentale sull’esistenza di «“un’eccezione araba”, in base alla quale nel mondo mu-
sulmano non sarebbe attuabile un cambiamento di società»1, dall’altro il dinamismo
che è dato di vedere nelle convulse manifestazion i e negli scontri tra cittadini (più o
meno o rganizza ti) e il potere “co stituito” nei diversi Paesi (dalla Tunisi a all’E gitto,
dallo Yemen alla Siria, eccetera) dimostra come un cambiamento non solo sia pos-
sibile, ma che esso è in atto con interessanti ripercussioni sugli aspetti giuridici.
Sono di tutta evidenza g li elementi fondamentali di questa sollevazione di popolo,
attualmente ancora viva, e cioè l’insoffere nza vers o le varie forme di c orruzio ne,
verso una pi atta inte rpretazione del pot ere, l’es igenza di un b isogno di di gnità, di
libertà, di giustizia, di democrazia e di una diversa distri buzione delle ricchezze. Le
richieste sono sostenute da una diffusa consapevolezza dei valori comuni, popolari
nella loro espressione e frutto di una maturazione sociale e religiosa. Le prote ste e i
cambiame nti richiest i, pur nel caos che distingue l ’attuale asse stamento , non costi-
tuiscono la mani festazio ne d i un a so rta di “ conversio ne” occident ale del mondo a-
rabo-isl amico, ma provengono da lontano, da una antica riflessio ne e da ripetute
manifes tazioni già da temp o esi stenti all’interno de l processo di maturazione delle
società arabe. Come è stato osservato, si tratta di un movimento culturale sostan-
zialmente volto a r idefinire i diritti dei cittadini, le relazioni tra la politica e la reli-
gione, le regole del buon governo, il sistema della p artecipazione di uomini e don-
ne alla vita comune (sociale e politica), i ruoli tra uomo e donna, i valori della laicità e
della modernità. Si tratta di temi che riguardano direttamenmte non solo la struttura
della società civile, ma anche l’assetto giuridico della convivenza civile, della vita co-
munitaria e dello Stato. Emerge in tutta evidenza come le rivendicazioni siano radicate
sulla base di profonde convinzioni religiose, che caratterizzano la vita sociale. Esse,
inoltre, sono parte di un vasto dibattito che ha attraversato (e attraversa) l’Islam con-
temporaneo, mettendo a nudo la divaricazione esistente tra lo Stato e la società, che si è
dato il compito di far emergere l’esigenza di un processo di moralizzazione della vita
pubblica, di più ampia libertà e di piena partecipazione.
1 Così Mondher Kilani in un articolo-intervista, concessa a Abdelafidh Abdeleli, apparso il 5 aprile
2011 nella rivista Primavera araba.

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