Prefazione

• Autore: Giovanni Ferri
• Occupazione dell'autore: Professore ordinario di Economia politica nella Libera Università Maria Ss. Assunta, Roma
• Pagine: 11-16

PREFAZIONE

di Giovanni Ferri

Professore ordinario di Economia politica

nella Libera Università Maria Ss. Assunta, Roma

I tempi che corrono incorporano grandi cambiamenti. A uno

sguardo superficiale, l’instabilità avviatasi nel 2007 negli Stati Uni-

ti d’America – inizialmente chiamata “subprime” perché legata alle

insolvenze nel segmento dei mutui alla clientela a basso merito cre-

ditizio – poteva sembrare una crisi passeggera. Si poteva pensare

che l’economia mondiale di crisi ne ha vissute tante e anche questa

passerà alla svelta. È difficile pensarlo ancora oggi, all’inizio del

2013, avendo visto come la prima ondata di instabilità, quella sta-

tunitense, non solo non si è chiusa, ma ha avuto una seconda fase

assai virulenta incentrata sui timori di default dei debiti sovrani di

alcuni paesi dell’Eurozona.

Dopo cinque anni di “stop and go”, con una ripresa economica

che si è sinora rivelata troppo debole per portare i paesi occidenta-

li fuori dal guado, è arduo non percepire che stiamo vivendo una

fase di depressione. Grazie all’impiego di forti politiche economi-

che espansive – specie negli Stati Uniti e nel Regno Unito e più

di recente in Giappone, mentre l’impostazione dell’austerità fiscale

ha indebolito l’Eurozona – non si tratta di una depressione che ab-

bia l’intensità di quella vissuta negli anni Trenta del secolo scorso,

quando invece furono commessi gravi errori nell’impostazione del-

le politiche economiche, che andarono ad aggravare la situazione.

Ma, pur sempre di depressione si dovrebbe parlare. Sarebbe mio-

pe derubricare l’attuale instabilità a un malessere passeggero del

modello occidentale a guida statunitense. Al contrario, essa è parte

di uno spostamento nel centro dell’economia mondiale tra le due