Il principio di conservazione e interpretazione teleologica dell'atto

AutoreFilippo Rau
Pagine155-160
155
CAPITOLO SETTIMO
IL PRINCIPIO DI CONSERVAZIONE
E INTERPRETAZIONE TELEOLOGICA DELL’ATTO
SOMMARIO: 1. Strumenti per il superamento dell’eccessivo formalismo procedu-
rale. - 2. La legittimazione del procuratore mandatario e nomina di un altro
procuratore per la rappresentanza processuale.
1. Strumenti per il superamento dell’eccessivo formalismo pro-
cedurale
Tenendo conto dei risultati interpretativi, che derivano dal di-
scorso fatto nel precedente capitolo, completiamo ora la trattazione
con il richiamo all’ambito dell’interpretazione teleologica dell’atto,
con la conseguente possibilità di applicare tutte le norme del codice
civile compatibili con l’atto in esame.
Prendiamo in considerazione questo aspetto del problema, at-
traverso l’analisi di un insegnamento fatto proprio dalle S.U. della
Corte di Cassazione1, secondo il quale la procura alle liti pone, in-
nanzitutto, un problema di interpretazione.
La procura, afferma la Corte, è un atto unilaterale alla cui in-
terpretazione sono applicabili le norme che regolano l’interpreta-
zione dei contratti, in quanto applicabili ex art. 1324 ss. c.c..
Esclusa l’applicazione del criterio ermeneutico della comune
intenzione e del comportamento complessivo delle parti, stante
l’unilateralità, benché recettizietà della stessa, si tratta di indagare,
ad avviso della Corte, la volontà della parte senza limitarsi al senso
letterale delle parole ex art. 1362, comma 1, c.c., bensì impiegando
gli altri criteri ermeneutici indicati dagli artt. 1363 ss. c.c., in quan-
to compatibili con la struttura dell’atto.
1 Vedi ord. 27 ottobre 1995 n. 1178, in Foro it., 1996, I c. 3429.

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