L'abilità 'retorica' del legislator

• Autore: Elvira Quadrato
• Pagine: 37-57

L’ABILITÀ “RETORICA” DEL LEGIS LATOR 37

CAPITOLO SECONDO

L’ABILITÀ “RETORICA” DEL LEGIS LATOR

SOMMARIO: 1. I legis latores Licinio e Sestio nel racconto liviano:

artifices …. tractandi animos . – 2. Appassionare e persuadere: il

compito dell’oratore. – 3. Il “catturare gli animi ” in Cicerone. – 4.

La vis dicendi dei legum latores in Quintiliano.

1. I legis latores Licinio e Sestio nel racconto liviano:

artifices …. tractandi animos

La lex rogata non è il frutto di un’operazione sbrigativa

ma, come si sa, il risultato di un procedimento complesso1. E

infatti la proposta del magistrato, formulata in forma di inter-

rogazione, veniva sottoposta al vaglio del popolo (e della ple-

be). Il progetto di legge era portato a conoscenza dei cittadini

mediante affissione in un luogo pubblico idoneo che ne con-

sentisse la visione, il legere2. Tra la pubblicazione (promulgatio)

e la convocazione dei comizi doveva trascorrere un periodo

di tempo (trinundinum o triginta iusti dies) che serviva alla

illustrazione del disegno e alla relativa discussione. Il dibat-

tito si svolgeva nelle riunioni (contiones) convocate e presie-

dute da un magistrato: un contraddittorio con discorsi pro-

nunciati a favore della legge proposta (suasiones) o contrari

(dissuasiones). L’andamento della discussione poteva indurre

il magistrato rogante a ritirare la proposta allo scopo di ap-

portarvi emendamenti. Il che comportava la reiterazione del-

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1 V. ROTONDI, Leges publicae populi Romani, cit., 119 ss. V. pure

SERRAO, La «legge», cit., 76 ss. e V. GIODICE SABBATELLI, Gli iura

populi Romani nelle Istituzioni di Gaio, Bari, 1996, 95 ss.

2 Liv. 3.34.3.

LEGISLATOR. DAL LEGEM FERRE AL LEGES CONDERE

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l’intera procedura: una nuova affissione del testo, nuova riu-

nione dei comizi, nuova discussione fra i sostenitori della leg-

ge e gli oppositori. Chiusa tale fase si passava alla votazione,

con l’accoglimento o il rifiuto della proposta. Il percorso di

una lex poteva risultare, dunque, tutt’altro che agevole, irto di

ostacoli. Il racconto liviano relativo alle leggi Licinie Sestie –

“tutte importanti e che non si sarebbero potute ottenere senza

una durissima lotta”3 – è illuminante. La contesa per la loro

approvazione fu davvero aspra, trattandosi di un “rivolgimen-

to” grazie al quale i plebei sarebbero potuti giungere alla su-

prema magistatura e “diventare uguali ai patrizi tanto negli

onori quanto nel potere”4. I protagonisti di questa rivoluzione

– Livio ama “focalizzare l’attenzione sugli attori della vicen-

da”, mettere al centro del suo racconto “le grandi individuali-

tà, gli ‘eroi’ il cui agire determina il corso della storia”5 – so-

no Gaio Licinio e Lucio Sestio. Nella loro impresa incontra-

rono l’accanita resistenza dei patrizi, i quali, “atterriti dal pe-

ricolo di un limite a tutte le cose che tra i mortali sono oggetto

di cupidigia smodata, terra denaro e onori, sgomenti per non

aver trovato nelle discussioni pubbliche e private altro rime-

dio all’infuori del veto già precedentemente sperimentato in

molti scontri, si accordarono contro le proposte dei tribuni

con i colleghi di costoro”6. Nella descrizione dettagliata che

Livio fa della loro iniziativa, e della tenacia nel perseguire

l’obiettivo che si erano prefissi – un conflitto arduo perché

anche “fra i tribuni della plebe vi erano oppositori delle leggi,

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3 6.35.4: cuncta ingentia et quae sine certamine maximo obtineri non

possent.

4 6.35.2: ... pervenire ad summa et patribus aequari tam honore

quam virtute possent.

5 G. CIPRIANI, Storia della Letteratura. Idee Testi Contesti. Dalle

origini all’età augustea, Milano, 1999, 457, 459.

6 6.35.6: Omnium igitur simul rerum, quarum immodica cupido inter

mortales est, agri, pecuniae, honorum discrimine proposito conterriti

patres, cum trepidassent publicis privatisque consiliis, nullo remedio alio

praeter expertam multis iam ante certaminibus intercessionem invento

collegas adversus tribunicias rogationes comparaverunt.