Il nesso causale
Autore | Massimiliano di Pirro |
Pagine | 137-153 |
137
Capitolo 14
Art. 27 Cost.
Nozione
1Introduzione
IL NESSO CAUSALE
14
Nel diritto penale il nesso di causalità costituisce il collegamento tra la
condotta e l’evento. Infatti, affinché un evento possa essere attribuito a
un soggetto, occorre che sia la conseguenza della sua azione od omissione;
occorre, cioè, che tra la condotta e l’evento sussista un nesso di causalità che
consenta di affermare che quel determinato evento è il risultato, l’effetto di
quella condotta.
Risulta già evidente che il rapporto di causalità è un elemento necessario
per attribuire il reato al soggetto.
L’esigenza del nesso di causalità emerge:
- dall’art. 27 Cost., secondo cui “la responsabilità penale è personale”: la
norma esclude la responsabilità penale per fatto altrui, ammettendo soltanto
una responsabilità per fatto proprio, che impone di attribuire a un soggetto
un determinato evento soltanto se l’evento stesso deriva dalla sua condotta;
- dall’art. 40 c.p., secondo cui “nessuno può essere punito per un fatto
preveduto dalla legge come reato, se l’evento dannoso o pericoloso, da cui
dipende l’esistenza del reato, non è conseguenza della sua azione od omis-
sione”;
- dalle norme incriminatrici di parte speciale, nelle quali il nesso causale è
espresso da verbi quali “determinare”, “procurare”, “cagionare” etc.
Tuttavia, da questo impianto normativo si ricava solamente la necessità che
sussista un legame causale tra la condotta e l’evento, ma il legislatore non
suggerisce i criteri che il giudice deve utilizzare per accertare, nei singoli
casi, la sussistenza o meno di tale nesso causale.
Per tale motivo, la dottrina si è sforzata di dare contenuto concreto al rap-
porto di causalità, elaborando vari criteri.
Art. 40 c.p.
LA STRUTTURA DEL REATO
138
Critica
Teoria della
condicio si-
ne qua non
2La teoria della condicio sine qua non
La teoria che per lungo tempo ha dominato la scena della causalità penale
è la cd. teoria della condicio sine qua non (o della “causalità naturale”),
elaborata dal giurista tedesco Von Buri, secondo la quale una determinata
condotta (azione od omissione) è causa (condicio sine qua non) di un
evento quando, eliminando mentalmente tale condotta, l’evento non si
sarebbe verificato. Analogamente, una condotta non è causa dell’evento se,
senza di essa, l’evento si sarebbe ugualmente verificato.
Questa tesi ricorre, dunque, a un giudizio controfattuale, compiuto pen-
sando assente (= contro i fatti) una determinata condotta e chiedendosi se,
in sua assenza, l’evento si sarebbe verificato oppure no.
In altri termini, il giudizio controfattuale si fonda su un procedimento di
eliminazione mentale alla stregua del quale una condotta è condicio sine
qua non di un evento se non può essere mentalmente eliminata senza che
l’evento venga meno.
La migliore dottrina (Mantovani) ha evidenziato da tempo i punti deboli
della teoria condizionalistica: qualificando come causa dell’evento ogni
antecedente senza il quale – alla luce del giudizio controfattuale – l’evento
stesso non si sarebbe verificato, estende eccessivamente il concetto di causa,
valorizzando un numero iperbolico di condizioni dell’evento; c’è il rischio,
cioè, di un’eccessiva estensione del concetto di causa: per assurdo, dovreb-
bero considerarsi causa dell’evento anche la madre del soggetto che ha com-
messo il reato o il negoziante che ha venduto all’omicida l’arma da fuoco.
I fautori di tale tesi hanno cercato di rimediare a queste obiezioni sostenendo
che devono essere presi in considerazione solo gli antecedenti che influi-
scono, in via immediata, sull’evento. Pertanto, riprendendo l’esempio sopra
citato, non può considerarsi causa penalmente rilevante del reato di omicidio
la procreazione dell’omicida da parte dei genitori, trattandosi di una causa
risalente nel tempo. Il problema, tuttavia, è quello di individuare criteri certi
in base ai quali delimitare le condizioni rilevanti ai fini dell’evento.
Ma il limite più vistoso della tesi in esame consiste nell’impossibilità di stabi-
lire se una condotta è causa di un evento nei casi in cui non si sappia a priori
se quella condotta possa considerarsi idonea a produrre l’evento stesso.
Ad esempio, se Tizio uccide Caio con un colpo d’arma da fuoco, in base alla teoria
della causalità naturale è agevole individuare un nesso di causalità tra la condotta di Ti-
zio e la morte di Caio in quanto, eliminando mentalmente la condotta di Tizio, l’evento
Per continuare a leggere
RICHIEDI UNA PROVA