La giustizia nella politica

AutoreVito Marino Caferra
Pagine215-264
CAPITOLO QUINTO
La giustizia nella politica
1. Media e giustizia
La riflessione sul rapporto tra media e giustizia deve muovere
da un punto fermo: in democrazia la pubblicità del processo – sia
quella immediata prevista dal codice di rito, sia la pubblicità me-
diata (che attraverso i mezzi di comunicazione di massa porta a
conoscenza di un numero indeterminato di persone lo svolgimen-
to del processo) – ha la essenziale funzione di controllo della pub-
blica opinione sull’esercizio del potere giurisdizionale, che per
sua natura non conosce forme di responsabilità politica1.
Il ruolo della libera informazione è visto come quello di un
“guardiano” degli altri poteri, perché la democrazia – come inse-
gna Norberto Bobbio – è essenzialmente “governo del potere
pubblico in pubblico”2.
In particolare, nella evoluzione democratica del processo pe-
nale, la pubblicità ha avuto la funzione di “un baluardo contro
l’esercizio dell’arbitrio in via giurisdizionale” e contro un “esote-
1 Per una sintesi leggi E. BRUTI LIBERATI, La rappresentazione mass-media-
tica della giustizia, in Atti dell’incontro di studi del CSM sul tema “Le rappre-
sentazioni della giustizia “(Roma, 22-24 marzo 2010); leggi anche A. GARA-
PON, La giustizia emozionale, in Atti dell’incontro di studi del CSM sul tema
Magistratura e mass media” (Roma 9/11dicembre 2004), che esamina il pro-
blema politico delle emozioni veicolate dall’immagine televisiva in materia di
giustizia (che è inseparabile da una “messa in scena”).
2 N. BOBBIO, Il futuro della democrazia, Torino 1991, pp. 85 ss.
Sul crescente peso assunto dai media nella vita pubblica vedi D. MCQUAIL,
I media in democrazia, Bologna 1995, pp.25 ss.; D. ZOLO, Il principato demo-
cratico, Milano 1992, pp. 171 ss. e specie 191 ss.; G. SARTORI, Homo videns,
Roma-Bari 2000, pp. 39 ss., che ha coniato il termine “teledemocrazia”.
La Giustizia e i suoi nemici
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rismo processuale” che tende a sottrarre l’ingiustizia dallo sguar-
do della collettività3.
Anche per i mezzi ad incontrollabile diffusività (come la TV o
internet) sono evidenti gli aspetti positivi del controllo (diretto e
non filtrato da verità ufficiali) che la libera informazione può
esercitare sul funzionamento della giustizia e sui singoli casi giu-
diziari, nonché sull’osservanza delle regole del processo e sulla
professionalità (e deontologia) degli operatori della giustizia.
Ma sono evidenti anche i limiti di siffatto ruolo, posto che i
mezzi di comunicazione e i procedimenti giudiziari hanno logi-
che e tempi diversi; di conseguenza la “verità mediatica” (che
obbedisce ad esigenze tecniche di montaggio, velocità, semplifi-
cazione e/o banalizzazione) non coincide con la verità processua-
le, quando non è soggetta a quei vincoli di carattere politico, eco-
nomico e culturale che, in misura diversa, condizionano tutta
l’attività dei media.
Conditio sine qua non di una positiva funzione di controllo è
che la rappresentazione mass-mediatica della giustizia, pur con i
suoi limiti e le sue particolari esigenze, sia realmente “libera e
disinteressata”. Ma non si può ignorare che la libertà di stampa è
strettamente legata alla libertà di iniziativa economica nel campo
editoriale ed è assicurata dalla pluralità (e dalla concorrenza) del-
le varie iniziative giornalistiche: ciò significa che la stampa è for-
temente condizionata dal potere economico (oltre che dal potere
che manovra le risorse pubbliche) e non può sottrarsi alla legge
del mercato
Ne deriva che chi controlla l’editoria – anche in via indiretta
mediante il finanziamento pubblico o mediante la gestione della
pubblicità – controlla la stampa con una possibile gamma di do ut
3 Così G. GIOSTRA, Processo penale e informazione, Milano 1989, p.13.
Leggi anche, in ben altro contesto storico (sotto il vigore del codice di proce-
dura penale del 1930),V. MANZINI, Trattato di diritto processuale penale secon-
do il nuovo codice, III, Torino 1932, p. 34, per cui “la pubblicità dei giudizi è
la più idonea garanzia della loro rettitudine; essa è una guarentigia di giustizia
e libertà”.
Capitolo quinto – La giustizia nella politica
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des e, quindi, di concrete limitazioni (congruamente compensate)
della libertà di informazione e di critica.
In questo contesto si verificano (fisiologiche) deviazioni in-
dotte – anche per un meccanismo spontaneo di autocensura – da-
gli assetti proprietari dell’impresa editoriale e/o dalle politiche di
audience; ma c’è anche spazio per la corruzione, intesa come
abuso del potere di informazione e di critica per esclusivo fine di
venalità4.
Il rapporto di convivenza tra media e giustizia è diventato dif-
ficile nella “società dello spettacolo”, che con il processo media-
tico altera le condizioni minime del “ben giudicare” in nome di
una malintesa trasparenza.
Una trasparenza abbacinante, che viene rivendicata in occa-
sione di qualsivoglia vicenda processuale per potere mostrare
tutto, sin dall’inizio delle indagini, senza darsi neppure la pena di
attendere l’avvio del processo5.
Nel processo ad Enzo Tortora6, la barbara scena dei ferri esibi-
ti davanti alle telecamere la mattina del 17 giugno 1983 (all’usci-
ta dell’Hotel Plaza di Roma) rappresenta – con tutta la carica di
passioni scatenata dai media nel corso di quel processo – la stra-
ordinaria inaugurazione della giustizia spettacolo all’italiana.
Oggi il processo mediatico, anche per la recente variante della
docu-fiction” (che mette in scena interi verbali recitati da attori)7,
4 Sulla corruzione nel mondo dell’informazione leggi il mio Il sistema del-
la corruzione, Roma-Bari 1992, pp. 91 ss.
5 Così A. GARAPON, Del giudicare, Milano 2007, p. 219, che parla di una
“delocalizzazione della scena giudiziaria nei media”.
Sul tema leggi G. RESTA, Il problema dei processi mediatici nella prospet-
tiva del diritto comparato, in Atti del convegno su “Il rapporto tra giustizia e
mass media”(Bari, 4 luglio 2008), Napoli 2010, pp. 20 ss.
6 Sul caso Tortora vedi retro il cap. IV, par 4.
7 Leggi, in senso critico, E. BRUTI LIBERATI,La rappresentazione mass-me-
diatica della giustizia, loc.cit.

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