Il futuro possibile

AutoreVito Marino Caferra
Pagine265-295
CAPITOLO SESTO
Il futuro possibile
1. Le forze in campo
Luigi Lombardi Vallauri, nel suo “Saggio sul diritto giurispru-
denziale” definisce la giurisprudenza come “la ricerca del miglio-
re diritto possibile”, dove il primo requisito sta ad indicare il va-
lore e il secondo la positività del diritto che la giurisprudenza
(intesa lato sensu) si dedica a formulare e ad applicare.
Entrambi i requisiti sono essenziali perché i compiti dei giuri-
sti teorici e degli operatori del diritto siano socialmente utili.
Il primo requisito comprende, da un lato, i valori culturali (eti-
ci, politici, economici,ecc.) e, dall’altro, gli specifici valori tecni-
co-giuridici come la chiarezza, la completezza, la coerenza, la
“praticabilità, ecc.
Il secondo può essere configurato come un limite che opera nei
confronti del primo: sia come limite giuridico formale (ad es. la
c.d. riserva di legge o i vincoli di ordine costituzionale) che come
limite socio-politico1.
In questa definizione è chiara la grande rilevanza che – nelle
varie sedi in cui si dispiega l’ attività degli “uomini di legge” – va
riconosciuta al senso del limite del diritto, che è senso di ciò che
è possibile e ragionevole in un determinato momento storico-
politico.
Senza questo senso del limite anche la politica del diritto (e
quindi anche la politica giudiziaria) non ha alcuna presa sulla re-
altà sociale e rischia di diventare mera ideologia o utopia.
1 L. LOMBARDI VALLAURI, Saggio sul diritto giurisprudenziale, Milano 1967,
p. 523.
La Giustizia e i suoi nemici
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Il futuro possibile della (lotta per la) Giustizia in Italia dipen-
de dal razionale impiego delle forze che sono attualmente in
campo e che si commisurano alle risorse culturali presenti nel
mondo giudiziario ed anche ai mezzi materiali messi a disposi-
zione dell’Amministrazione giudiziaria.
Del resto, anche il “servizio giustizia” – come ogni altro servizio
pubblico – non può non incontrare limiti nei costi sostenibili (per il
bilancio dello Stato)2: limiti che, per es., negli ultimi anni sono sta-
ti ampiamente superati per sostenere gli esorbitanti costi del gratu-
ito patrocino a carico dello Stato o quelli della c.d. legge Pinto3.
Nella ricognizione delle forze in campo – volendo continuare
ad adoperare una metafora che evoca il fenomeno bellico – l’os-
servatore si trova di fronte alla scena di un campo di battaglia
(dall’esito molto incerto), in cui sono evidenti i danni dei frequen-
ti “scontri” (politico-istituzionali) che si ripetono nelle alterne vi-
cende di una guerra che è ancora in corso.
Nella scena sono ben visibili i nemici dichiarati della Giusti-
zia, spesso organizzati in associazioni criminali.
Si intravedono anche i “falsi amici”: alcuni, pur trovandosi sul-
la stessa barca (anche in sedi istituzionali), non rinunziano a privi-
legi e posizioni di potere e perciò “remano contro”; altri, meno
riconoscibili, si muovono in quella zona grigia in cui le mafie si
intrecciano con gli affari, la politica e le istituzioni.
In questa “terra di nessuno” sono in giuoco sia le libertà politi-
che della democrazia reale (costruita sul consenso elettorale) che
le libertà economiche che fondano la economia di mercato; e per-
2 Sulla nozione di diritti sociali come diritti “condizionati dalla riserva del
possibile e del sostenibile” (che esigono una organizzazione adeguata e i mez-
zi necessari), leggi A. BALDASSARRE, Diritti sociali, voce dell’Enciclopedia
giuridica Treccani, XI, Roma 1989, p.30.
3 Il Presidente della Cassazione VINCENZO CARBONE, nella Relazione alla
inaugurazione dell’anno giudiziario 2009, ha denunziato, in termini allarman-
ti, la crescita esponenziale dei ricorsi e dei costi della legge Pinto evidenziando
anche l’anomalia della c.d “Pinto sulla Pinto”, cioè della richiesta di risarci-
mento per il ritardo nella definizione non solo della prima causa, ma anche
della causa sul ritardo.

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