La lotta per la Giustizia

AutoreVito Marino Caferra
Pagine9-37
CAPITOLO PRIMO
La lotta per la Giustizia
1. La lotta legale innanzi al giudice
Il grande giurista Rudolf von Jhering, parlando nel suo famoso
libretto della lotta per il Diritto come un dovere (della persona
verso se stessa e verso la comunanza”), si riferisce alla “lotta
legale innanzi al giudice”.
Quindi la lotta per il Diritto è soprattutto “lotta per la Giusti-
zia”, dove la posta in gioco è la Giustizia propriamente intesa
come principio ideale sul quale si regge la convivenza civile,
ma anche come Amministrazione della giustizia che, nello Stato
di diritto, costituisce lo strumento necessario perché quel princi-
pio trovi la sua concreta attuazione1.
Jhering – quasi a volere prevenire le possibili forme di abuso
del diritto e del processo – ha cura di precisare che “non ho volu-
to imporre il dovere di lottare a chi forse si crede realmente nel
diritto suo, bensì a chi trovasi in presenza di un manifesto arbitrio
o di una illegalità manifesta”2 e conclude che nel Diritto l’ele-
mento della lotta e della contesa è “l’elemento suo originariamen-
te proprio ed eternamente immanente”3.
Sotto questo aspetto non si è lontani dalla realtà se si rappresenta-
no i problemi della giustizia e del processo secondo le categorie del-
la politica (nella versione amico/nemico)4 o dell’arte della guerra; e
1 Sull’ambiguità del concetto di giustizia, leggi G. COLOMBO, Sulle regole,
Milano, 2010, pp. 23 ss.
2 R. VON JHERING, La lotta per il diritto (Edizione a cura di P. Piovani), Bari
1960, p. 43, nonché pp. 70 e ss, 98 e ss.
3 R. VON JHERING, op.cit., p. 152.
4 Sulla nota definizione concettuale della politica in termini di antitesi
“amico/nemico” (per cui ogni raggruppamento politico si costituisce sempre a
La Giustizia e i suoi nemici
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non è fuor di luogo parlare di amici della Giustizia o dei suoi nemici,
annoverando tra questi ultimi anche i falsi amici che pure, nelle sedi
più diverse, si dichiarano fautori della legalità e del giusto processo.
È significativo che nella letteratura penalistica si discuta di “di-
ritto penale di lotta” o di “diritto penale del nemico”, che avrebbe
l’obiettivo di neutralizzare i pericoli del delitto5.
Tra i nemici dichiarati (della Giustizia e dello Stato di diritto)
si collocano le forze della criminalità organizzata, che hanno or-
mai una dimensione internazionale6 e contendono allo Stato il
controllo del territorio in vaste zone del Paese.
C’è la criminalità più professionalizzata e temibile, ci sono i
nemici dello Stato, i terroristi, le associazioni mafiose, ma ci
sono anche le banche, gli investitori, i promotori finanziari, i no-
tai e i professionisti; c’è la dimensione classica del profitto del
crimine che deve essere assicurato allo Stato e non a chi lo ha
commesso, e si avvale invece di schiere di tecnici valenti al ser-
vizio di fatturati occulti miliardari7.
In molti ambienti dominati dalla mafia non è improprio parlare di
una vera e propria guerra, che ha le sue vittime e i suoi eroi (tra i ma-
gistrati e gli uomini delle forze dell’ordine) e che provoca una vera e
propria mutazione antropologica dell’organizzazione giudiziaria.
spese e contro un’altra porzione di umanità) leggi C. SCHMITT, Le categorie del
“politico”, Bologna 1972, p. 108 ss.
5 Cfr. M. DONINI, Diritto penale di lotta. Ciò che il dibattito sul diritto pe-
nale del nemico non deve limitarsi ad esorcizzare, in Studi sulla questione
criminale, n. 2/2007, pp. 55ss., 74 ss., che evidenzia i limiti e i rischi di una
ermeneutica penale di lotta.
6 Cfr. F. FORGIONE, Mafia Export, Milano 2009, pp. 22 ss, che disegna una
mappatura geo-criminale delle diramazioni di tutte le principali famiglie italia-
ne di stampo mafioso (in Europa, America, Africa e Oceania).
Leggi anche, sulle inchieste di terrorismo interno e internazionale condotte
dalla Procura di Milano, A. SPATARO, Ne valeva la pena. Storie di terrorismo e
mafie, di segreti di Stato e di giustizia offesa, Roma-Bari 2010.
7 Così M. DONINI, nel Commento a A.R. CASTALDO, M. NADDEO, Il denaro spor-
co. Prevenzione e repressione nella lotta al riciclaggio, Padova 2010, p. XVIII.

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