Capitolo sesto. Reti telematiche e diritto

AutorePierluigi Spinosa
Pagine185-244

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@1. I Rapporti fra telematica e diritto

Le interrelazioni fra telematica e diritto nel corso degli ultimi decenni hanno subito una straordinaria evoluzione. Questa per molti aspetti non è stata dissimile da quella intervenuta nei rapporti fra telematica e altri ambiti disciplinari, pur presentando alcune peculiarità specifiche della materia, quali ad esempio l'enorme produzione dei provvedimenti, la molteplicità delle autorità emittenti, le forti correlazioni intercorrenti fra fonti, le caratteristiche dei dati da trattare, ecc.

In particolare ha interessato principalmente tre settori chiave fortemente interagenti fra loro - le reti di calcolatori, le applicazioni e le modalità di accesso per ciascuno dei quali è utile tracciare sinteticamente le tappe salienti dello sviluppo e indicare in parallelo i vantaggi derivanti soprattutto all'operatore giuridico. Nella trattazione il riferimento temporale viene fatto principalmente alle tecnologie consolidate e quindi largamente disponibili e non alla loro sperimentazione negli ambienti di ricerca. Attualmente il punto di arrivo di tale percorso è Internet, un complesso di tecnologie che si pone come momento unificante dei tre settori suddetti e base degli sviluppi oggi prevedibili; pertanto la seconda parte del presente capitolo sarà incentrata essenzialmente sulla presentazione della rete Internet e dei servizi relativi sia di tipo generale che specifici per il diritto.

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@@1.1. Evoluzione delle reti di calcolatori

Lo sviluppo delle reti è stato segnato da tre momenti significativi, succedutisi a distanza circa di un decennio l'uno dall'altro, a partire dagli anni Settanta.

I terminali remoti e la multiutenza

Questo insieme di tecnologie, che si consolida intorno agli anni Settanta, consente innanzitutto a dei terminali, prima telescriventi e ben presto video, di colloquiare a distanza con un elaboratore. Come mezzo trasmissivo sono utilizzate principalmente le normali linee telefoniche (sfruttandone così la vasta capillarità), con l'aggiunta ai due capi di una particolare apparecchiatura, il modem, che provvede alla modulazione/demodulazione dei segnali trasmessi/ricevuti, rendendoli idonei a superare anche lunghi percorsi. Vengono così annullate le distanze fra centro di calcolo e utente, che, disponendo dell'attrezzatura opportuna (terminale, modem e telefono), si può collegare ad un sistema dislocato anche a centinaia di chilometri.

Nello stesso periodo si sviluppano i sistemi interattivi multi-utente, generalmente noti come time-sharing, cioè in grado di svolgere più lavori contemporaneamente. In effetti le differenti richieste sono portate avanti in parallelo fra loro, ripartendo i tempi di elaborazione dedicati a ciascuna; in tal modo più utenti possono accedere nello stesso tempo ai servizi offerti da un sistema, ciascuno con la sensazione di essere il solo a colloquiare con la macchina.

Il binomio collegamenti a distanza e sistemi time-sharing porta alla nascita di servizi interattivi (on-line) direttamente fruibili dagli utenti dalla loro sede; fra i servizi più diffusi sono senz'altro quello dell'interrogazione di banche dati, che consente di accedere a patrimoni informativi di notevoli dimensioni e di selezionare i documenti d'interesse attraverso l'indicazione delle opportune chiavi di ricerca. Gli esempi più significativi nel campo giuridico in Italia sono il sistema ITALGIURE-FIND della Corte di Cassazione, con numerosi archivi di varie fonti del diritto, e quelli della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, con archivi di carattere politico-parlamentare; servizi che rappresentano per l'epoca un salto qualitativo di notevole importanza per gli operatori del diritto.

Dal punto di vista dell'architettura si può rilevare che la disponibilità di collegamenti remoti e di servizi interattivi a distanza è offerta esclusivamente da grandi sistemi di calcolo (vuoi per le apparecchiature e i software richiesti, vuoi per le potenze elaborative e di archiviazione necessarie) e che le reti di collegamento hanno una topologia sostanzialmente di tipo stellare (oPage 187 a raggiera). In sostanza ciascun sistema si trova al centro di una propria rete di punti di accesso sparsi sul territorio: attraverso questi punti gli utenti possono entrare in contatto solo con il sistema in oggetto e usufruire perciò dei soli servizi da questo offerti.

Dal punto di vista dell'utente l'accesso a servizi diversi appare estremamente complicato, in quanto ciascun sistema ha una serie di parametri specifici e diversi da quelli degli altri sistemi. Questi vincoli riguardano sia le apparecchiature che i programmi utilizzati: la tipologia del terminale collegabile (marca, modello, ecc.), le caratteristiche del collegamento (velocità e tipo di trasmissione, numero di bit per carattere, ecc.), la procedura di connessione (numero da chiamare, sequenza dei comandi, ecc.) ed infine il linguaggio d'interrogazione delle banche dati (logica di comportamento del sistema, sintassi dei comandi, ecc.). Per tutti questi motivi difficilmente un utente (salvo le grandi organizzazioni) può permettersi le attrezzature e le conoscenze per utilizzare più servizi; sceglie, quindi, quello di maggior interesse e rimane praticamente vincolato ad esso. Per attrarre l'utenza i gestori tendono ad offrire servizi con caratteristiche di ampio spettro; gli effetti sono le duplicazioni di archivi sotto sistemi diversi e la separazione netta fra l'organizzazione responsabile dei dati e quella che ne cura la distribuzione, con riflessi a volte negativi sull'aggiornamento o sulla qualità.

Le reti di elaboratori

Intorno agli anni Ottanta si diffondono le reti di calcolatori vere e proprie, nelle quali non si ha più un terminale (stupido) che colloquia a distanza con un calcolatore (intelligente), ma entrambi gli interlocutori sono dei computer in grado di compiere controlli ed elaborazioni anche complesse sui dati scambiati. Questo sviluppo segue inizialmente due direttrici ben distinte, le reti geografiche e le reti locali, che in tempi più recenti sono andate poi a convergere.

I grandi sistemi di calcolo si connettono formando delle reti geograficamente estese, i cui nodi sono costituiti dagli elaboratori e le maglie dai collegamenti. I terminali di un sistema possono stabilire sessioni di lavoro anche con gli altri sistemi a questo connessi (direttamente o indirettamente) e accedere quindi ai servizi da essi offerti. Le funzionalità di smistamento sono realizzate unicamente presso i nodi, che devono conoscere la configurazione globale (topologia e applicazioni) e gestiscono in gran parte il colloquio con i terminali a loro connessi.

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La nascita e la rapida diffusione, in quegli anni, dell'informatica distribuita portano invece alla realizzazione di reti locali, operanti cioè in un'area circoscritta (tipicamente un edificio o un complesso di edifici), per la condivisione di risorse di varia natura (stampanti, archivi, ecc.) e per la ripartizione del lavoro fra più macchine. Utilizzando cablaggi di nuova generazione e opportune schede d'interfaccia invece dei modem, si raggiungono velocità di trasmissione molto superiori a quelle sulla rete telefonica e si possono quindi attivare applicazioni prima praticamente non realizzabili, come l'accesso a dischi remoti.

Relativamente all'architettura, le reti, sia locali che geografiche, adottano la nuova tecnica della commutazione di pacchetto, che rende i canali trasmissivi utilizzabili contemporaneamente da più comunicazioni e i percorsi dei messaggi adattabili alle situazioni momentanee dei collegamenti (cadute, sovraccarico, ecc.). In sostanza in ciascuna tratta di collegamento (singolo cavo) sono convogliate più comunicazioni operanti fra stazioni diverse nello stesso momento. Il funzionamento si può così sintetizzare: ciascuna comunicazione tra due stazioni è segmentata in blocchi (pacchetti), recanti ciascuno l'indicazione univoca (indirizzo) delle stazioni (macchina + programma) destinataria e mittente; sul supporto fisico viaggiano, inframezzati fra loro, i pacchetti relativi a più comunicazioni; ad ogni punto di snodo intermedio i pacchetti vengono smistati in base all'indirizzo del destinatario, scegliendo il migliore fra eventuali percorsi alternativi; all'arrivo a destinazione, i pacchetti sono riuniti sulla base del mittente e il messaggio è ricomposto. Di norma il colloquio avviene fra sistemi omogenei, che parlano cioè lo stesso linguaggio e che adottano quindi lo stesso complesso di regole nei formati e nella sequenza dei messaggi scambiati, in pratica lo stesso protocollo di comunicazione.

L'utente inizia a poter utilizzare più servizi attraverso un'unica connessione: scegliendo il sistema su cui operare, stabilisce una sessione con esso, che dura fino alla conclusione del lavoro; a questo punto può selezionare un'altra destinazione. L'utente ritrova anche lo stesso ambiente sui vari nodi, in quanto, trattandosi generalmente di sistemi omogenei tra loro, utilizzano spesso gli stessi software applicativi. Ad esempio, sia la Camera che il Senato gestivano i loro archivi con il sistema d'information retrieval STAIRS, cosicché potevano essere consultati con la conoscenza di un unico linguaggio d'interrogazione. Inoltre, la rapida sostituzione dei terminali veri e propri con calcolatori in emulazione di questi comporta una semplificazione nelle procedure di collegamento (che da manuali diventano automatiche),

Page 189 una maggior flessibilità di funzionamento (terminale emulato, parametri di linea, ecc.) e l'introduzione di funzioni d'integrazione con la stazione (ad esempio, salvataggio su disco dei documenti selezionati).

Sorgono inoltre i primi tentativi d'interconnessione fra reti disomogenee, una sorta di ponte fra isole non comunicanti: si tratta, tuttavia, di un colloquio non paritario, in quanto il sistema commercialmente meno affermato adotta nel dialogo il linguaggio del più potente (si...

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