Ordine delle parole nell'italiano delle sentenze: alcune misurazioni su corpora elettronici

AutoreStefano Ondelli
CaricaL'A. è professore associato in Linguistica italiana, Dipartimento di Scienze giuridiche, del linguaggio, dell'intepretazione e della traduzione, Università di Trieste
Pagine13-39
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Ordine delle parole nell’italiano delle sentenze:
alcune misurazioni su corpora elettronici
STEFA NO OND ELL I
SOMM ARI O:1. Presupposti teorici e ambito della ricerca – 1.1. Mat eriali e strumenti
d’analisi – 2. L’inversione di soggetto e verbo: premesse teoriche – 2.1. Risultati della
ricerca – 3. L’anteposizione dell’aggettivo al nome: premesse teoriche – 3.1. Risultati
della ricerca – 4. L’anteposizione del participio presente al nome: premesse teoriche –
4.1. Risultatidella ricerca – 5. L’anteposizionedel participio passato al nome: premesse
teoriche – 5.1. Risult ati della ricerca – 6. Altri fenomeni d’inversione: anteposizione
dell’avverbio e del predicato nominale al verbo – 7. Conclusioni
1. PRE SUP POS TI TE ORI CI E AMBI TO DEL LA R ICE RCA
Alcuni aspetti riguardanti l’ordine delle parole sono fatti tradizionalmen-
te rientrare tra i tratti distintivi del linguaggio giuridico. Con riferimento
alle sentenze, gli studiosi sono concordi nell’individuare i seguenti fenomeni
principali1:
l’inversione di soggetto e verbo;
l’anteposizione dell’aggettivo al nome;
l’anteposizione del participio passato e presente in funzione aggettivale
al nome;
l’anteposizione dell’avverbio al verbo. Quest’ultima struttura è sta-
ta oggetto di minor attenzione e di norma è fatta rientrare nel feno-
meno più generale dell’anticipazione del gruppo verbale al soggetto
(del tipo: Bene ha fatto la Corte a sottolineare. .. ), che comprende anche
L’A. è professore associato in Linguistica italiana, Dipartimento di Scienze giuridiche,
del linguaggio, dell’intepretazione e della traduzione, Università di Trieste.
1Cfr. P. BELLUC CI,A onor del vero. Fondamenti di linguistica giudiziaria, Torino, Utet,
2005; M.A. CORT ELA ZZO,La tacit a codif‌icazione della testualità delle sentenze, in Mariani
Marini A. (a cura di), “La lingua, la legge, la professione forense”, Milano, Giuffrè, 2003,
pp. 79-88; M.V. DELL’ANNA,In nome del popolo italiano. Linguaggio giuridico e lingua della
sentenza in Italia, Roma, Bonacci, 2013; B. MORT ARA GAR AVELL I,Le parole e la giustizia.
Divagazioni grammaticali e retoriche su testi giuridici italiani, Torino, Einaudi, 2001; G. RO-
VER E,Capitoli di linguistica giuridica: ricerche su corpora elettronici, Alessandria, Edizioni
dell’Orso, 2005; F. SANTU LLI,La sentenza come genere testuale: narrazione, argomentazione,
performatività, in Garzone G., Santulli F. (a cura di), “Il linguaggio giuridico. Prospettive
interdisciplinari”, Milano, Giuffrè, 2008, pp. 207-238.
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l’anteposizione del predicato nominale nel caso di verbi copulativi (es.
Inconferente è poi la doglianza.. .).
Quando non sono giustif‌icati dalla progressione tematica nel testo o da
esigenze di contrasto, questi fenomeni sono stati ricondotti a motivi di regi-
stro. In particolare, Cortelazzo menziona l’esigenza di quella che def‌inisce
“settorialità”, cioè la necessità di segnalare la natura specialistica del testo2. In
assenza di spiegazioni di tipo funzionale, le deviazioni dall’ordine normale
dei costituenti della frase possono infatti rientrare tra i tecnicismi collaterali
di tipo sintattico, cioè scelte stilistiche volte a marcare il discorso del giudice.
Potrebbe valere, insomma, su scala più generale, ciò che Mortara Garavelli
afferma dell’anteposizione dell’aggettivo al nome, e cioè che “è marca carat-
teristica di innalzamento del registro”3. In altre occasioni si è invece cercato
di individuare una giustif‌icazione funzionale con riferimento vuoi a esigenze
retoriche nello sviluppo dell’argomentazione4che conducono a topicalizza-
zione5, vuoi alla specializzazione semantica e alla (incipiente) lessicalizzazio-
ne di alcuni sintagmi6. Tuttavia, resta assodato che l’ordine marcato delle
parole rientra tra i tratti che più tipicamente contribuiscono a caratterizza-
re l’italiano giuridico in genere e delle sentenze in particolare (quest’ultimo
rientrante nella sotto-varietà che Bellucci def‌inisce “italiano giudiziario”7).
Questo studio approfondisce alcuni fenomeni già individuati nella lette-
ratura di riferimento ma introduce due novità: innanzitutto utilizza l’analisi
automatica di un corpus elettronico per mezzo di software, con vantaggi e li-
miti che verranno discussi di volta in volta; in particolare, sorgono diff‌icoltà
nelle analisi automatiche che comportano il tagging grammaticale, soprattut-
to per ricerche sull’ordine dei costituenti della frase. In secondo luogo, sono
messi a confronto subcorpora monolingui che però non comprendono testi
prodotti nello stesso ordinamento.
Tale approccio è raramente riscontrabile nelle ricerche sull’italiano giu-
ridico. Quando si studia una varietà linguistica, di norma si opta per un
confronto con modelli “esterni”, per es. articoli di giornale (per la varietà
che ci interessa, è ciò che avviene talvolta in Rovere8), nella presunzione di
fare riferimento a una sorta di registro “medio” che serva da pietra di para-
2M.A. CORTE LAZ ZO,op. cit., p. 82.
3B. MORTA RA GARAVEL LI,op. cit., p. 165; ma si veda ancheG. ROV ERE,op. cit., p. 27.
4M.V. DELL’ANNA,op. cit.
5G. ROVERE ,op. cit., pp. 127-128.
6Ivi, cap. 6.
7Cfr. P. BELLUC CI,op. cit.
8G. ROVERE ,op. cit.

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