Le forme di manifestazione dell'attività

• Autore: G. Morri - F. Pontrandolfi - S. Tenca
• Pagine: 229-232

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LE FORME DI MANIFESTAZIONE

DELL’ATTIVITÀ

1

La forma dei provvedimenti in generale

Ciascun atto amministrativo è posto in essere con una certa forma,

ossia in una veste che lo manifesta nel mondo esterno: si tratta di un

requisito imprescindibile in quanto la pubblica amministrazione deve

in qualche modo estrinsecare le proprie determinazioni af‌f‌inché esse

assumano rilevanza giuridica.

In campo privatistico vige il principio generale della liber tà di forma ex art. 1350 c.c. e la

volontà negoziale può essere manifestata in modo es presso o tacito. In questa seconda

ipotesi si ha un contegno oggettivamente orientato ad un program ma pratico dal quale si

inferisce logicamente un certo stato d’animo o d’intelletto dell’agente: è il comportamen-

to concludente, il quale può anche consistere nel silenzio, purché sia accompagnato da

circostanze univo che idonee a re nderlo signif‌icativo quale sintomo dell’intenzione della

parte.

Così come il diritto civile, anche il diritto amministrativo conosce il prin-

cipio generale della libertà di forma, salva contraria disposizione.

Pertanto, in mancanza di diversa prescrizione - numerose essendo le

norme che richiedono la forma scritta per l’emanazione di atti ammi-

nistrativi - le determinazioni degli enti pubblici possono estrinsecarsi

in forma scritta ovvero orale (si pensi agli ordini impartiti dagli orga-

ni di polizia ai subordinati) oppure attraverso altri strumenti (si pensi

alla segnaletica nella circolazione stradale).

2

L’atto implicito

La rilevanza delle manifestazioni tacite di volontà è dunque espres-

sione del principio generale della libertà di forma.

Nella fattispecie dell’atto implicito, la volontà non viene espressa

nelle forme istituzionali (e quindi non si esplicita in un atto esterio-

re), ma si desume inequivocabilmente da un comportamento po-

Libertà di

forma