La teoria dell'azione come base per la logica deontica

AutoreGiuliano Di Bernardo
Pagine237-242

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Mi propongo dì esaminare il contributo dato da Von Wright alla teoria dell'azione e alle sue relazioni con la logica deontica. Presenterò la sua più recente analisi1, che valuterò rispetto alla semantica dei mondi possibili.

Moltissime azioni umane - sostiene Von Wright - sono tali che non si può dire che sono state eseguite se un certo stato di cose non accade nel mondo, È quindi il- caso di distinguere fra (questi tipi di) azioni e i loro risultati. L'accadere di un certo stato di cose può essere il risultato di due diversi tipi di azione: i) qualche agente può aver prodotto lo stato di cose in questione o ii) l'agente può aver impedito il cambiamento deio stato di cose.

Useremo la lettera B per denotare un operatore significante la produzione (o la distruzione) di uno stato di cose, mentre useremo la lettera 5 per significare il mantenimento dì uno stato di cose.

Con il termine «omissione» si intenderà il non fare una azione da parte di un agente in una data occasione, quando è data l'opportunità (simpliciter) di eseguire quell'azione. Per denotare l'omissione si introdurrà il simbolo T. Ci sono quattro tipi dì azione e quattro tipi di omissione. Chiameremo questi otto casi i modi atomici di adempimento di una azione. Vediamoli:

  1. Bp produrre un determinato stato di cose;

  2. T Bp lasciare che lo stato di cose continui a sussistere;

  3. Sp sostenere lo stato di cose;

  4. T Sp lasciare che lo stato di cose cessi di prevalere;

  5. B T p distruggere lo stato di cose;

  6. T B T p lasciare che lo stato di cose continui a mancare;

  7. S T p sopprimere lo stato di cose;

  8. T S T p lasciare che lo stato di cose arrivi a prevalere,

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Per comodità ci riferiremo l'questi otto casi ricorrendo alla abbreviazione

La disgiunzione p1 v ... v p8 verrà considerata come logicamente vera, Dal momento che i disgiunti sono mutualmente esclusivi, ne segue che la negazione di ognuno di loro, o di qualche loro gruppo, è logicamente equivalente alla disgiunzione di tutti gli altri. Così, per esempio, T p1 p2 v ... v p8.

Vediamo cosa succede quando sostituiamo alla accorrenza elementare p un composto molecolare di variabili

Consideriamo ad esempio B(p v q). È noto che ci sono diversi modi di interpretare questo caso. Il più semplice è quello in cui l'agente produce o p of o entrambi. In tal caso si può dire che egli produce la loro disgiuntone. In questa situazione B(p v q) è equivalente a Bp v Bq.

Diremo che un agente produce una disgiunzione di due stati di cose se, e solo se, egli produce entrambi gli stati di cose o ne produce uno solo facendo però in modo che l'altro rimanga assente. Così B(p v q) si distribuisce nel seguente modo: (Bp ^ Bq) v (Bp ^ T Bq) v (T Bp ^ Bq).

Von Wright discute le diverse possibilità- interpretative relatore sia alla disgiunzione che alla congiunzione dei modi atomici di adempimento di una azione, Possiamo riassumere nella seguente tavola i princìpi di distribuzione risultanti dalla discussione:

[NON INCLUDE FIGURE ]

Tutte le azioni complesse possono essere considerate equivalenti ad una qualche combinazione degli otto casi considerati.

In accordo con i princìpi di distribuzione (l)-(8)...

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