Sentenza Nº 16102 della Corte Suprema di Cassazione, 27-05-2020

Presiding JudgeMOGINI STEFANO
ECLIECLI:IT:CASS:2020:16102PEN
Judgement Number16102
Date27 Maggio 2020
CourtSesta Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI BARI
nel procedimento a carico di:
COLONNA GIUSEPPE ANTONIO nato a ALTAMURA il 16/09/1967
DAMBROSIO MARIO nato a ALTAMURA il 18/11/1971
BRUNO GIUSEPPE nato a BARI il 29/06/1976
nonché sui ricorsi proposti da:
COLONNA GIUSEPPE ANTONIO nato a ALTAMURA il 16/09/1967
CRAPUZZI VINCENZO nato a ALTAMURA il 30/12/1974
DAMBROSIO MARIO nato a ALTAMURA il 18/11/1971
SCALERA VINCENZO nato a ALTAMURA il 20/05/1982
BRUNO GIUSEPPE nato a BARI il 29/06/1976
avverso la sentenza del 22/03/2019 della CORTE ASSISE APPELLO di BARI
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Penale Sent. Sez. 6 Num. 16102 Anno 2020
Presidente: MOGINI STEFANO
Relatore: GIORDANO EMILIA ANNA
Data Udienza: 18/02/2020
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal Consigliere EMILIA ANNA GIORDANO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale PERLA LORI che
conclude chiedendo l'accoglimento del ricorso proposto dal Procuratore generale nei confronti
di tutti gli imputati e l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata, nonché
limitatamente alla confisca per il DAMBROSIO MARIO; in relazione ai ricorsi proposti
personalmente dalle singole parti conclude per l'inamissibilità per DAMBROSIO MARIO e
COLONNA GIUSEPPE ANTONIO, e per l'annullamento con rinvio per BRUNO GIUSEPPE,
CRAPUZZI VINCENZO e SCALERA VINCENZO;
udito il difensore delle parti civili, avvocato ALIANI ANGELA, quale sostituto processuale
dell'avvocato ITALIANO LUCA della parte civile CTTA METROPOLITANA DI BARI, e quale
difensore di fiducia delle parti civili PICCININNO MARIA FRANCESCA, GENCO VINCENZO e
GENCO NICOLA che deposita conclusioni e note spese;
uditi per i ricorrenti l'avvocato CLEMENTE MARISA, quale sostituto processuale dell'avvocato
MORAMARCO GIOVANNI, difensore di fiducia di CRAPUZZI VINCENZO e quale avvocato di
fiducia di SCALERA VINCENZO che si riporta ai motivi di ricorso ne chiede l'accoglimento, con il
rigetto del ricorso del Procuratore generale; l'avvocato QUARTA RAFFAELE, difensore di fiducia
di COLONNA GIUSEPPE ANTONIO che chiede l'accoglimento del ricorso del suo assistito ed il
rigetto del ricorso del Procuratore generale; l'avvocato LAFORGIA MICHELE, difensore di fiducia
di BRUNO GIUSEPPE che chiede dichiarare inammissibile il ricorso del Procuratore generale e
l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di Assise di appello di Bari, in sede, di rinvio, con la sentenza indicata in
epigrafe ha ritenuto:
-- Giuseppe Antonio Colonna e Mario Dambrosio
responsabili del reato associativo di
cui all'art. 416 bis cod. pen., aggravato ai sensi del quarto comma, e li ha condannati
rispettivamente alla pena di anni cinque e mesi otto di reclusione per i reati di cui ai capi A) e
U) ed alla pena di anni otto di reclusione per i reati di cui ai capi A), N), P) e U);
-
- Vincenzo Scalera,
responsabile del reato di cui all'art. 416 bis cod. pen., esclusa
l'aggravante di cui al comma 4, e lo ha condannato alla pena di anni sette di reclusione;
-- Vincenzo Crapuzzi,
responsabile del reato di cui all'art. 416 bis cod. pen., esclusa
l'aggravante di cui al comma 4, e lo ha condannato alla pena di anni sette di reclusione;
-
- Giuseppe Bruno,
responsabile, previo riconoscimento dell'ipotesi di cui all'art. 116
cod. pen., del reato di omicidio in danno di Biagio Genco e lo ha condannato alla pena di anni
quattordici di reclusione.
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Corte di Cassazione - copia non ufficiale
La sentenza impugnata ha ricostruito la vicenda processuale antecedente dando atto che,
per quanto di rilievo in questa sede, con sentenza della Corte di Assise di Bari del 12 maggio
2016 Mario Dambrosio, Giuseppe Colonna, Scalera Vincenzo e Vincenzo Crapuzzi erano stati
ritenuti colpevoli di avere partecipato con Biagio Genco, ucciso il 17 novembre 2006 ed altre
persone ad un'associazione per delinquere di stampo mafioso, finalizzata a realizzare profitti e
vantaggi ingiusti avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e
che imponeva una condizione di assoggettamento accresciuta dal ricorso a forme di violenza
fisica, sotto la guida di Bartolomeo Dambrosio, deceduto nel mese di settembre 2010 ( reato di
cui al capo A). Questi, spalleggiato dal fratello Mario, da Giuseppe Colonna e dagli altri sodali
aveva organizzato un gruppo, temuto dagli altri sodalizi criminosi ai quali si contrapponeva sul
territorio, gruppo che svolgeva sistematicamente attività di estorsione nei confronti di
imprenditori nonché di usura, unitamente alle connesse e violente attività di recupero crediti.
Fra i sodali la sentenza aveva illustrato il ruolo di Vincenzo Scalera, cugino dei Dambrosio e
collaboratore di Mario nella gestione del circolo "Puerto Libre", ove si svolgeva
sistematicamente il gioco d'azzardo, circolo che rappresentava il luogo di incontro dei sodali,
dove veniva organizzate ed eseguite le attività illecite e quello di Vincenzo Crapuzzi, che, con
lo Scalera, provvedeva alla raccolta delle somme destinate a Mario Dambrosio. Questi,
unitamente al Colonna, era stato ritenuto responsabile di reati in materia di estorsione ed
usura - capi J, L, e il solo Dambrosio capi N) e P - nonché detenzione di armi, reato contestato
per entrambi sub capo U. Giuseppe Bruno era stato ritenuto responsabile del reato di omicidio
volontario, esclusa la premeditazione e l'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. 152/1991
convertito in legge 203/1991, connessi reati in materia di armi e simulazione di reato, ascritti
ai capi V, X e Y per l'omicidio in danno di Biagio Genco e assolto dal reato associativo sub capo
A. La sentenza disponeva, infine, la confisca di quanto in sequestro nei confronti di Mario
Dambrosio.
Con sentenza del 5 aprile 2017 la Corte di Assise di appello di Bari aveva assolto Giuseppe
Colonna, Mario Dambrosio, Vincenzo Crapuzzi e Vincenzo Scalera dal reato associativo nonché
i predetti Colonna e Dambrosio dai reati di estorsione e tentata estorsione e dal reato di
detenzione di armi; assolto Bruno Giuseppe dai reati di omicidio e detenzione e porto di arma
da fuoco e dichiarato non doversi procedere nei suoi confronti, in relazione al delitto di
simulazione di reato, perché estinto per prescrizione. Revocava la confisca disposta nei
confronti di Mario Dambrosio.
La Corte di Cassazione, adita su ricorso del Procuratore generale, degli imputati e delle
parti civili eredi Genco, con sentenza del 22 febbraio 2018, annullava la sentenza di appello
relativamente ai reati di cui al capo A, U, V, ed ai capi N e P, relativamente alla esclusione
dell'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. 152/1991 conv. in legge 203/1991 ed alla revoca della
confisca con rinvio ad altra sezione della Corte di Assise di Appello di Bari per nuovo giudizio.
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