Oltre i codici: l'equità e la buona fede oggettiva
Autore | Valentina Perrone |
Pagine | 459-463 |
V. Perrone
Oltre i codici: l’equità e la buona fede oggettiva
VAlentinA perrone
OLTRE I CODICI: L’EQUITÀ E LA BUONA
FEDE OGGETTIVA
La complessità del trafco giuridico contemporaneo supera la dimensione
statuale e rende consapevoli dell’inadeguatezza delle normative (soprattutto
delle leggi) rispetto alla poliedricità delle situazioni della realtà economica e
giuridica dell’oggi.
Ne conseguono la crisi delle fonti normative (a partire dalla inattuali-
tà dei ‘Codici’) e la ricerca di soluzioni in grado di assicurare la migliore
regolamentazione giuridica rispetto al caso concreto e riguardo alla singo-
la persona, con la tendenza ad attivare processi di unicazione delle regole
giuridiche connesse ai trafci commerciali, mediante molteplici tecniche. Di
volta in volta, nei differenti tentativi esperiti, si è perseguito il (cosiddetto)
“diritto uniforme” o si è affermata l’esistenza di una generale lex mercatoria,
formata dalla straticazione di consuetudini, spesso secolari; con lo stesso
intento si è dato vita a progetti di nuovi Codici.
Tutto ciò allo scopo di meglio tutelare le esigenze e le aspettative dell’uo-
mo, per le quali occorrono rimedi che abbiano sufciente elasticità e siano in
grado di far corrispondere la disciplina giuridica alla realtà fattuale.
In relazione a queste nalità, sono sorti interrogativi sia di tipo sostanzia-
le (concernenti la concreta norma da applicare alla singola fattispecie), sia
di diritto processuale, poiché sono state costituite anche nuove Corti adibite
all’esame ed alla tutela della persona.
Nello sforzo ermeneutico che ne è conseguito, ha avuto risalto il ricorso
a princípi e criteri nuovi ed in grado di andare di là dalla disciplina specica
prevista nelle pattuizioni e nelle leggi.
Tra essi ha assunto un ruolo di crescente importanza il richiamo alla buo-
na fede oggettiva; la quale, come è pacicamente affermato, sia sul piano
della logica del sistema e delle categorie che la compongono sia circa la
concreta applicabilità, propone uno schema operativo diverso dalla più nota
e radicata tutela della buona fede in senso soggettivo.
Il punto è stato approfondito dalla dottrina recenziore, la quale unani-
memente ha colto le profonde differenze esistenti tra le due categorie, della
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