Beliale volgare intitolato Consolatione de peccatori, quale narra la Quistione in forma di lite mossa al nostro Signor Messer Giesu Christo dal Dimonio infernale circa la salute de gl'huomeni, tutto ciò approvando, et riprovando co' detti della Sacra scrittura. Nuovamente tradotto corretto, et diligentemente stampato. In Venetia, con gratia et privilegio 1544

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(Appendice I)
BELIALE VOLGARE INTITOLATO CONSOLATIONE DE PECCATORI,
QUALE NARRA LA QUISTIONE IN FORMA DI LITE MOSSA
AL NOSTRO SIGNOR MESSER GIESU CHRISTO DAL DIMONIO
INFERNALE CIRCA LA SALUTE DE GLHUOMENI,
TUTTO CIÒ APPROVANDO,
ET RIPROVANDO CODETTI DELLA SACRA SCRITTURA.
NUOVAMENTE TRADOTTO CORRETTO,
ET DILIGENTEMENTE STAMPATO.
IN VENETIA, CON GRATIA ET PRIVILEGIO.
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Beliale volgare intitolato Consolatione de Peccatori
Pare Illustrissima Signora, che oltre à tutte l’opere, che volgari si fanno,
sieno le spirituali quelle, che debbano essere et volgariggiate, et per modo
poste in luce, che da tutti parimente si possano et intendere et apparare. Ne ciò
già senza cagione, andando di gran lunga il spirito innanzi alla carne, l’anima
à e corpi, lo intelletto al senso. Et massime deonsi sciegliere quelle opre, che
sono tesciute co’ testimoni delle sacre lettere, et non attaccate a’ detti humani,
et sophismi de savi, Imperoche quale differenza è tral lume del Sole, et quello
della lucerna, tale è anchora, et vi e piu distantia dal parlare di Iddio à quello
de gli huomeni; Questo passa per le orecchie, quello va penetrando ne cuori;
questo è debbile, quello è efficace; à questo si po contradire, à quello non vi
è contradittione, ò resistenza veruna. Si come ha da vedere Vostra Signoria in
quest’una opra intitolata Consolatione de Peccatori, laquale con assai vago et
dilettevole modo esplicandoci le cose del Nuovo Testamento, et dicchiaran-
doci molti dubii et profetie del Vecchio, mi ha condotto à doverla mandare in
luce sotto il felicissimo nome di Vostra Signoria; si come oltre che d’ogni virtù
dotata, studiosissima ancho di que scritti che ci insegnano et mettono innanzi
la via di regnare là, ove senza fine regnando, veramente egli si regna. Suppli-
chevolmente adunque, non mi pensando punto di noia dover dare per tal mio
soverchio studio all’humanissima vostra accoglienza, porgole questo picciolo
libricciuolo, niente altro già ricercando, se non che con quale animo io lo dò,
quella si degni, et non le spiaccia di accettarlo.
Di Venetia, Il XVIII. di Decembre.
M. D. XLIIII.
Alla Illustrissima Madama et Signora Lionora Duchessa di Urbino.
F. Christoforo Dolfino da Venetia.

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