Massimario di legittimità

AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine723-730

    I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione: I titoli sono stati elaborati dalla redazione.


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@Abuso d'ufficio - Configurabilità anche in relazione ad attività soggette al diritto privato - Disciplina dei concorsi e delle prove pubbliche selettive - Configurabilità del reato

In tema di abuso di ufficio, integra la violazione di una norma regolamentare la mancata osservanza del regolamento comunale sui concorsi e le prove selettive, trattandosi di atto normativo emanato da ente territoriale substatale dotato di potere regolamentare, in base al combinato disposto dell'art. 4 della legge 2 aprile 1968, n. 482 e dell'art. 24 D.P.R. 25 giugno 1983, n. 347.

    Cass. pen., sez. VI, 11 maggio 2000, n. 5540 (ud. 29 febbraio 2000), Pulli. (C.p., art. 323; L. 2 aprile 1968, n. 482, art. 4; D.P.R. 25 giugno 1983, n. 347, art. 24). [RV220521]


@Abuso d'ufficio - Configurabilità anche in relazione ad attività soggette al diritto privato - Violazione di norme di legge o di regolamento - Produzione di un danno ingiusto ex art. 2043 c.c

Ai fini della configurabilità del reato di abuso di ufficio nella ipotesi in cui all'agente sia contestato di avere arrecato un danno ingiusto, non rilevano solo le norme che vietano puntualmente il comportamento sostanziale del pubblico ufficiale o dell'incaricato di un pubblico servizio, ma ogni altra norma, anche di natura procedimentale, la cui violazione determini comunque un danno ingiusto a norma dell'art. 2043 c.c.; precetto, questo, che, secondo il più recente orientamento delle Sezioni Unite civili, va considerato non come norma secondaria volta a sanzionare una condotta vietata da altre norme, ma come norma primaria volta ad apprestare una riparazione del danno ingiustamente sofferto da un soggetto per effetto dell'attività altrui. (Fattispecie nella quale è stato ritenuto configurabile il reato nella condotta di un primario ospedaliero che aveva negato sistematicamente l'attività in sala operatoria a un suo assistente, nonostante la normativa prevedesse che il servizio relativo ai pazienti dovesse rispettare criteri oggettivi di competenza, di equa distribuzione del lavoro, di rotazione nei vari settori di pertinenza).

    Cass. pen., sez. VI, 19 aprile 2000, n. 4881 (ud. 24 febbraio 2000), Genazzani. (C.p., art. 323; c.c., art. 2043). [RV220519]


@Abuso d'ufficio - Estremi - Sviamento di potere - Configurabilità

La condotta del sindaco di un comune che, a seguito di una discussione privata, fa assoluto divieto ad un arbitro di calcio di accedere a qualsiasi titolo e per qualsiasi motivo ed a tempo indeterminato nello stadio comunale, pur se affetta da grave sviamento di potere, essendo solo genericamente illegale, non può qualificarsi come attività viziata da violazione di legge idonea ad integrare il reato di abuso di ufficio ai sensi dell'art. 323 c.p.

    Cass. pen., sez. VI, 2 giugno 2000, n. 6600 (ud. 3 aprile 2000), Gallina. (C.p., art. 323). [RV220564]


@Acque pubbliche e private - Inquinamento - Scarichi - Depenalizzazione

In tema di tutela delle acque dall'inquinamento, lo scarico di acque reflue industriali superiore ai limiti di legge, qualora riguardi sostanze inquinanti non comprese nella tabella 5 dell'allegato 5, cui fa rinvio l'art. 59, comma 5, D.L.vo 11 maggio 1999 n. 152, non integra più la condotta, penalmente illecita, prevista dalla disposizione dell'art. 21 della legge 10 maggio 1976 n. 319, con la quale la più recente disciplina non ha rapporto di continuità normativa. (In applicazione di tale principio, la Corte ha disposto la revoca della sentenza di condanna, previo annullamento del provvedimento del giudice dell'esecuzione reiettivo della relativa istanza).

    Cass. pen., sez. un., 31 gennaio 2002, n. 3798 (c.c. 19 dicembre 2001), Turina. (D.L.vo 11 maggio 1999, n. 152, art. 59; L. 10 maggio 1976, n. 319, art. 21). [RV220556]


@Appello penale - Cognizione del giudice di appello - Reformatio in peius - Erronea applicazione della disciplina della continuazione da parte del giudice di primo grado

Il divieto di reformatio in peius riguarda il dispositivo e non si riferisce alla motivazione, potendo il giudice della impugnazione rettificare errori di diritto in cui sia incorso il giudice a quo, purché da ciò non derivi un trattamento penale più grave per l'imputato. (Fattispecie nella quale, avendo il giudice di primo grado erroneamente individuato il reato più grave sul quale operare l'aumento per la continuazione, il giudice di appello aveva rimediato a tale errore, mantenendo peraltro la pena nei limiti fissati dal primo giudice).

    Cass. pen., sez. VI, 9 marzo 2000, n. 2922 (ud. 25 ottobre 1999), Di Miceli ed altri. (C.p.p., art. 597; c.p., art. 81). [RV220529]


@Appello penale - Provvedimenti appellabili e inappellabili - Sentenze di condanna alla sola pena pecuniariaNuova disciplina

La disposizione di cui all'art. 593 c.p.p., come novellato dall'art. 18 della legge 21 novembre 1999 n. 468, che prevede l'inappellabilità delle sentenze di condanna a pena pecuniaria, non si applica alle sentenze pronunciate prima della data di entrata in vigore della legge predetta (30 dicembre 1999) ancorché l'impugnazione sia proposta successivamente. (In applicazione di tale principio la Corte ha qualificato come appello il gravame proposto avverso una sentenza emessa prima del 30 dicembre 1999 e depositata successivamente a tale data, annullando l'ordinanza della corte di appello che l'aveva qualificata quale ricorso, e ordinato la restituzione degli atti per il giudizio).

    Cass. pen., sez. III, 6 agosto 2001, n. 30541 (ud. 28 maggio 2001), Di Martino G. (C.p.p., art. 593). [RV220582]


@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Sentenza - Condanna dell'imputato al pagamento delle spese sostenute dalla parte civile - Deliberazione d'ufficio

In tema di spese concernenti l'esercizio dell'azione civile, nel caso di sentenza di applicazione di pena ai sensi dell'art. 444 c.p.p., il giudice deve d'ufficio provvedere alla condanna dell'imputato al loro pagamento in favore della parte civile costituita, anche senza l'esplicita richiesta di questa (e sempre che non vi sia stata espressa rinuncia dell'avente diritto) liquidandole, in assenza della nota di cui all'art. 153 D.L.vo 28 luglio 1989, n. 271, con riferimento alla tariffa professionale vigente.

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    Cass. pen., sez. VI, 18 dicembre 2001, n. 45130 (c.c. 24 settembre 2001), P.C. in proc. Acerboni ed altri. (C.p.p., art. 444; c.p.p., art. 541). [RV220526]


@Atti preliminari al dibattimento - Proscioglimento prima del dibattimento - Presupposti e condizioni - Impugnazione esperibile avverso la sentenza predibattimentale

La sentenza di proscioglimento predibattimentale di cui all'art. 469 c.p.p. può essere emessa solo ove ricorrano i presupposti in esso previsti (mancanza di una condizione di procedibilità o proseguibilità dell'azione penale ovvero presenza di una causa di estinzione del reato per il cui accertamento non occorra procedere al dibattimento) e sempre che le parti, messe in condizione di interloquire, non si siano opposte, in quanto non può trovare applicazione, in detta fase, la disposizione dell'art. 129 stesso codice che presuppone necessariamente l'instaurazione di un giudizio in senso proprio. Avverso la predetta sentenza, anche se deliberata al di fuori delle ipotesi previste dalla legge, l'unica impugnazione ammessa è il ricorso per cassazione. (Nella specie, la Corte, in accoglimento dell'impugnazione del P.M., denominata appello, ma qualificata come ricorso per cassazione, ha annullato senza rinvio la sentenza di improcedibilità dell'azione penale pronunciata prima dell'apertura del dibattimento senza l'audizione preventiva delle parti).

    Cass. pen., sez. un., 25 gennaio 2002, n. 3027 (c.c. 19 dicembre 2001), P.G. in proc. Angelucci. (C.p.p., art. 129; c.p.p., art. 469). [RV220555]


@Azione penale - Querela - Querela proposta da infermo di mente - Validità

È valido l'atto di querela proposto in proprio dalla persona offesa inferma di mente.

    Cass. pen., sez. VI, 20 giugno 2000, n. 7280 (ud. 6 aprile 2000), Valente. (C.p., art. 120; c.p., art. 121). [RV220566]


@Bellezze naturali (Protezione delle) - Vincoli - Autorizzazione regionale - Opere pertinenziali realizzate in assenza di autorizzazione paesistica

Anche dopo la entrata in vigore della L.R. Toscana 14 ottobre 1999 n. 52, che prevede l'autorizzazione in luogo della concessione anche per le opere pertinenziali per l'esecuzione delle quali sia previsto l'ottenimento dell'autorizzazione ex art. 7 della legge 29 giugno 1939 n. 1497, in assenza di quest'ultima sussiste la violazione di cui all'art. 1 sexies del D.L. 27 giugno 1985 n. 312, convertito in legge 8 agosto 1985 n. 431, ora sostituito dall'art. 163 del D.L.vo 29 ottobre 1999 n. 490.

    Cass. pen., sez. III, 3 ottobre 2001, n. 35746 (ud. 22 giugno 2001), Bertelli D. (D.L. 27 giugno 1985, n. 312, art. 1 sexies; D.L.vo 29 ottobre 1999, n. 490, art. 163). [RV220584]


@Cassazione penale - Giudizio di rinvio - Vincoli del giudice del rinvio - Divieto di fondare la nuova decisione sugli stessi argomenti ritenuti illogici o carenti della Corte di cassazione

In tema di giudizio di rinvio a seguito di annullamento per vizio di motivazione, il giudice di rinvio è vincolato dal divieto di fondare la nuova decisione sugli stessi argomenti ritenuti illogici o carenti dalla Suprema Corte, ma resta libero di pervenire, sulla scorta di argomentazioni diverse da quelle censurate in sede di legittimità ovvero integrando e completando quelle già svolte, allo stesso risultato decisorio della pronuncia annullata; e ciò in quanto spetta esclusivamente al giudice di merito il compito di ricostruire i dati di fatto risultanti dalle emergenze processuali e di apprezzare il significato e il valore delle relative fonti di prova, senza che...

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