Massimario
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I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione
Rivista penale 12/2015
Massimario
Abusivo esercizio di una professione
■ Ambito di applicazione – Continuazione – Configurabi-
lità.
È configurabile la continuazione in ordine al reato di abusivo
esercizio di una professione. F Cass. pen., sez. III, 22 maggio
2015, n. 21464 (ud. 24 marzo 2015), Filiddani (c.p., art. 81; c.p.,
art. 348). [RV263631]
■ Ambito di applicazione – Responsabilità a titolo di con-
corso – Configurabilità.
Risponde a titolo di concorso nel delitto di esercizio abusivo di
una professione il professionista abilitato che consenta o age-
voli lo svolgimento di attività professionale da parte di soggetto
non autorizzato. F Cass. pen., sez. VI, 28 maggio 2015, n. 22534
(ud. 12 maggio 2015), Curnis e altro (c.p., art. 110; c.p., art.
348). [RV263628]
Appropriazione indebita
■ Elemento oggettivo del reato – Ente poste – Svolgimen-
to di attività di tipo bancario, cosiddetto bancoposta.
Il dipendente di Poste Italiane S.p.A. che svolga attività di tipo
bancario (cosiddetto "bancoposta") non riveste la qualità di
persona incaricata di pubblico servizio; con la conseguenza
che l’appropriazione di somme dei risparmiatori commessa con
abuso del ruolo integra il reato di appropriazione indebita e non
quello di peculato. (In motivazione, la Corte ha osservato che
la natura privatistica dell’attività di raccolta del risparmio non
è esclusa per il fatto che Poste S.p.A. operi per conto della Cas-
sa Depositi e Prestiti, essendo quest’ultima equiparabile ad un
comune azionista che non interviene personalmente nei rappor-
ti con la clientela, regolati esclusivamente dal diritto civile). F
Cass. pen., sez. VI, 4 maggio 2015, n. 18457 (ud. 30 ottobre 2014),
Romano (c.p., art. 314; c.p., art. 357; c.p., art. 358; c.p., art.
646). [RV263359]
Associazione per delinquere
■ Associazione di tipo mafioso – Appartenenza ad orga-
nismo di vertice della cosca – Conferimento di mandato
omicidiario.
È configurabile il concorso morale nel delitto di omicidio nei
confronti dell’appartenente all’organismo di vertice di un’as-
sociazione criminale di tipo mafioso, che presta tacitamente il
proprio consenso in merito alla esecuzione dello specifico de-
litto mantenendo un comportamento silente nel corso di una
riunione o all’atto della "doverosa" informazione ad opera di
altro membro del sodalizio, in quanto la sola presenza ed il solo
implicito assenso del capo sono idonei a costituire condizione
per la realizzazione del crimine o comunque a rafforzare signifi-
cativamente il relativo proposito. F Cass. pen., sez. I, 13 maggio
2015, n. 19778 (ud. 26 febbraio 2015), P.G. in proc. C. e altri (c.p.,
art. 110; c.p., art. 416 bis; c.p., art. 575). [RV263568]
■ Associazione di tipo mafioso – Profitti economici – Ne-
cessità.
La finalità perseguita da una associazione di tipo mafioso, può
consistere anche nella commissione di reati per realizzare "van-
taggi ingiusti" di natura non economica. (Fattispecie in cui la
Corte ha ritenuto corretta la decisione impugnata che aveva
individuato il vantaggio ingiusto del sodalizio nell’apparire e
nell’affermarsi come gruppo egemone di una comunità etnica
di cospicue dimensioni presente in una grande città italiana). F
Cass. pen., sez. I, 20 aprile 2015, n. 16353 (ud. 1 ottobre 2014),
Efoghere e altri (c.p., art. 416 bis). [RV263310]
■ Associazione di tipo mafioso – Responsabilità del capo
famiglia a titolo di concorso nel reato – Conoscenza dei
progetti e del coinvolgimento dei suoi uomini.
In tema di associazione a delinquere di stampo mafioso, non
sussiste la responsabilità del cosiddetto "capo famiglia", a tito-
lo di concorso nel reato-fine "eccellente" (nella specie strage e
delitti connessi), qualora questi, ancorché a conoscenza dei pro-
getti in corso e del coinvolgimento operativo di "suoi" uomini,
non abbia prestato fattiva, concreta e costante collaborazione
nell’organizzazione e gestione del reato, decisa dalla struttura
di vertice del sodalizio criminale, in quanto l’omessa attivazione
di ipotetici provvedimenti interdittivi non potrebbe comunque
essere considerata equivalente ad una prestazione di consenso
o addirittura alla formulazione di un ordine nei confronti dei
propri uomini. F Cass. pen., sez. VI, 27 febbraio 2015, n. 8929
(ud. 17 settembre 2014), Tagliavia (c.p., art. 110; c.p., art. 416
bis; c.p., art. 422; c.p.p., art. 192). [RV263654]
Atti persecutori
■ Reato abituale a reiterazione necessaria delle condotte
– Conseguenze in tema di procedibilità – Individuazione.
Il carattere del delitto di atti persecutori, quale reato abituale a
reiterazione necessaria delle condotte, rileva anche ai fini della
procedibilità, con la conseguenza che, nell’ipotesi in cui il pre-
supposto della reiterazione venga integrato da condotte poste in
essere oltre i sei mesi previsti dalla norma rispetto alla prima o
alle precedenti condotte, la querela estende la sua efficacia an-
che a tali pregresse condotte, indipendentemente dal decorso del
termine di sei mesi per la sua proposizione, previsto dal quarto
comma dell’art. 612 bis c.p.. F Cass. pen., sez. V, 14 maggio 2015, n.
20065 (ud. 22 dicembre 2014), N. (c.p., art. 612 bis). [RV263552]
■ Termine per la proposizione della querela – Decorrenza
– Individuazione.
Ai fini della proposizione della querela per il delitto di atti per-
secutori, il termine inizia a decorrere dalla consumazione del
reato, che coincide alternativamente con "l’evento di danno"
consistente nella alterazione delle proprie abitudini di vita o in
un perdurante stato di ansia o di paura, ovvero con "l’evento di
pericolo" consistente nel fondato timore per l’incolumità pro-
pria o di un prossimo congiunto. F Cass. pen., sez. V, 23 aprile
2015, n. 17082 (ud. 5 dicembre 2014), D.L. (c.p., art. 120; c.p.,
art. 124; c.p., art. 612 bis). [RV263330]
Atti sessuali con minorenne
■ Elemento oggettivo – Condizione di affidamento – Auti-
sta di autobus di linea.
La condizione di affidamento del minore, richiesta per l’integra-
zione del delitto di atti sessuali con minorenne di cui all’art. 609
quater, comma primo, n. 2, c.p., non è configurabile nei confronti
del conducente di autobus di linea, in assenza di un esplicito atto
di affidamento da parte dei genitori. (In motivazione, la Corte ha
escluso che l’autista di un autobus di linea possa ritenersi avere
automaticamente in affidamento i minori a bordo della vettura
da lui condotta, poiché sulla stessa la presenza di tali soggetti
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