Massimario

AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine343-364

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I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. i titoli sono stati elaborati dalla redazione

@Abusivo esercizio di una professione

Professione sanitaria – Responsabilità a titolo di concorso – Configurabilità.

Risponde, a titolo di concorso, del delitto di esercizio abusivo di una professione, chiunque consenta o agevoli lo svolgimento da parte di persona non autorizzata di un’attività professionale, per la quale sia richiesta una speciale abilitazione dello Stato. (La Corte ha anche escluso che, nel caso di specie, la mancata specificazione, nel capo di imputazione, della condotta criminosa in concorso avesse leso l’esercizio del diritto di difesa, posto che all’imputata era stato comunque contestato di aver mantenuto in servizio con le mansioni di infermiera una persona priva di idoneo titolo abilitativo, fattispecie che in nulla differisce dall’ipotesi di concorso nel reato).

    Cass. pen., sez. VI, 29 aprile 2009, n. 17893 (ud. 9 aprile 2009), Zuccarelli (c.p., art. 110; c.p., art. 348; c.p.p., art. 521). [RV243657]

@Amnistia, indulto e grazia

Indulto – Applicazione – Deducibilità in cassazione.

La richiesta di applicazione dell’indulto può essere proposta in sede di legittimità soltanto se, in precedenza, già presentata al giudice del merito che non l’abbia accolta.

    Cass. pen., sez. IV, 9 aprile 2009, n. 15262 (ud. 14 novembre 2008), Ugolini (c.p., art. 174; l. 31 luglio 2006, n. 241; c.p.p., art. 606; c.p.p., art. 609). [RV243631]

Indulto – Indulto applicato in sede di cognizione – Revoca del giudice dell’esecuzione.

L’indulto applicato dal giudice della cognizione non può essere revocato da quello dell’esecuzione se non in presenza di una delle cause previste dalla legge e non per una diversa valutazione in ordine all’incidenza delle circostanze attenuanti concesse e del relativo giudizio di bilanciamento. (Nella specie, concernente l’applicazione dell’indulto concesso con D.P.R. n. 394 del 1990 a pena inflitta per i reati di cui agli artt. 71 e 74 della L. n. 685 del 1975 previa concessione di attenuanti generiche prevalenti, si è ritenuta corretta la decisione del giudice dell’esecuzione che aveva rigettato istanza di revoca dell’indulto proposta dal P.M.).

    Cass. pen., sez. I, 27 marzo 2009, n. 13584 (c.c. 19 febbraio 2009), P.G. in proc. Caron (c.p., art. 174; c.p.p., art. 672; c.p.p., art. 674). [RV243555]

@Appello penale

Cognizione del giudice di appello – Reformatio in peius – Divieto.

Incorre nella violazione del divieto della “reformatio in peius” il giudice di appello che, in assenza di impugnazione del pubblico ministero, applichi all’imputato la misura di sicurezza dell’assegnazione ad una casa di cura e di custodia, non oggetto della sentenza impugnata.

    Cass. pen., sez. I, 12 maggio 2009, n. 20004 (ud. 30 aprile 2009), Vico (c.p.p., art. 597). [RV243779]

Cognizione del giudice di appello – Reformatio in peius – Divieto.

Il divieto di “reformatio in peius” riguarda non soltanto il risultato finale, ma anche tutti gli elementi di calcolo della pena. Ne consegue che, in caso di condanna dell’imputato in primo grado per un reato aggravato, il giudice dell’appello che, su sua esclusiva impugnazione, escluda una o più circostanze aggravanti, non può, in sede di giudizio di comparazione, attribuire all’aggravante residuata un valore maggiore dell’attenuante ritenuta. (Nella specie, pur essendo state escluse l’aggravante di cui all’art. 112 c.p. e quella del nesso teleologico, la pena non era stata ridotta, essendosi riconosciuto un peso maggiore alla recidiva, ritenuta elisa dall’attenuante di cui all’art. 116 stesso codice).

    Cass. pen., sez. I, 16 giugno 2009, n. 24895 (ud. 28 maggio 2009), Calabrese e altro (c.p.p., art. 597). [RV243806]

Decisioni in camera di consiglio – Concordato sui motivi di appello – Accoglimento.

Il giudice di appello che accolga la richiesta formulata a norma dell’art. 599, comma quarto, c.p.p., non è tenuto a motivare sul mancato proscioglimento dell’imputato per taluna delle cause previste nell’art. 129 stesso codice, né sull’insussistenza di cause di nullità assoluta o di inutilizzabilità delle prove, in quanto, anche a causa dell’effetto devolutivo proprio dell’impugnazione, una volta che l’imputato abbia rinunciato ai motivi di appello, la cognizione del giudice deve essere necessariamente limitata ai motivi non fatti oggetto di rinuncia.

    Cass. pen., sez. I, 19 maggio 2009, n. 20967 (ud. 26 febbraio 2009), Anaclerio e altri (c.p.p., art. 125; c.p.p., art. 129; c.p.p., art. 599). [RV243546]

@Applicazione della pena su richiesta delle parti

Costituzione di parte civile – Spese processuali – Condanna alle spese in favore della parte civile che non abbia presentato conclusioni.

In tema di applicazione della pena su richiesta delle parti, la pronuncia di condanna dell’imputato al pagamento delle spese processuali in favore della parte civile non è condizionata alla presentazione da parte di quest’ultima delle conclusioni, in quanto, avvenuta la richiesta di patteggiamento, e rimanendo esclusa la possibilità della pronuncia sull’azione civile, è superflua la presentazione di conclusioni, essendo sufficiente ai fini della sola liquidazione delle spese, la presentazione della relativa nota.

    Cass. pen., sez. V, 16 marzo 2009, n. 11530 (c.c. 30 gennaio 2009), Amenduni e altro (c.p.p., art. 76; c.p.p., art. 444). [RV243597]

Richiesta – Forma – Procura speciale.

La richiesta di patteggiamento può essere validamente presentata, se all’uopo delegato, anche dal sostituto del difensore di fiducia e procuratore speciale dell’imputato, purchè nella procura conferita da quest’ultimo allo stesso difensore sia espressamente prevista tale facoltà di delega.

    Cass. pen., sez. IV, 16 aprile 2009, n. 16111 (c.c. 26 marzo 2009), Eleuteri (c.p.p., art. 102; c.p.p., art. 122; c.p.p., art. 444; c.p.p., art. 446). [RV243641]

Richiesta – Termine – Dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado.

In tema di patteggiamento, il termine entro il quale deve essere effettuata la richiesta è quello perentoriamente stabilito dall’art. 446, comma primo, c.p.p., dovendosi ritenere illegittimo un accordo intervenuto tra le parti nel corso dell’istruzione dibattimentale.

    Cass. pen., sez. VI, 14 maggio 2009, n. 20390 (ud. 8 maggio 2009), P.G. in proc. Nadir (c.p.p., art. 446). [RV243847]

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Sentenza – In genere – Omessa dichiarazione di falsità di un documento.

L’omessa dichiarazione di falsità di un documento, in sede di sentenza di applicazione della pena su richiesta, non legittima la Corte di cassazione ad adottare i provvedimenti previsti dall’art. 537 c.p.p., i quali richiedono una specifica motivazione, implicante valutazioni di merito a sostegno della ritenuta falsità ed avverso i quali è riconosciuto alle parti il diritto di proporre, anche autonomamente, impugnazione; in tal caso, pertanto, la falsità del documento deve essere dichiarata dal giudice dell’esecuzione al quale devono essere trasmessi gli atti.

    Cass. pen., sez. V, 23 aprile 2009, n. 17283 (c.c. 26 novembre 2008), P.G. in proc. Valiante (c.p.p., art. 444; c.p.p., art. 537). [RV243593]

Sentenza – Nel giudizio di primo grado – Pregresso dissenso del pubblico ministero.

La sentenza con la quale il giudice, ritenuto ingiustificato il dissenso del pubblico ministero, applichi all’esito del dibattimento di primo grado la pena originariamente richiesta dall’imputato, è illegittima nella parte in cui disponga la condanna del medesimo al pagamento delle spese processuali.

    Cass. pen., sez. III, 18 giugno 2009, n. 25498 (c.c. 23 aprile 2009), D’Arpa e altro (c.p.p., art. 444; c.p.p., art. 445; c.p.p., art. 448). [RV243771]

Sentenza – Nel giudizio di primo grado – Rinnovazione della richiesta.

È nulla, per violazione del principio della domanda, la sentenza dibattimentale di patteggiamento emessa in assenza della rinnovazione, prima della dichiarazione di apertura del dibattimento, della richiesta già rigettata dal giudice per le indagini preliminari.

    Cass. pen., sez. I, 23 aprile 2009, n. 17306 (ud. 26 marzo 2009), Zafiri (c.p.p., art. 448; c.p.p., art. 620). [RV243863]

@Associazione per delinquere

Associazione di tipo mafioso – Sentenza di condanna – Interruzione della permanenza del reato.

La sentenza di condanna per un reato associativo interrompe giuridicamente la protrazione del delitto di partecipazione a quella stessa associazione criminosa, sicchè il successivo tratto di condotta partecipativa è autonomamente apprezzabile e può essere valutato in continuazione con quella oggetto della sentenza di condanna già intervenuta.

    Cass. pen., sez. I, 8 aprile 2009, n. 15133 (ud. 3 marzo 2009), P.G. in proc. D’Arma e altri (c.p.p., art. 649; c.p., art. 416 bis). [RV243789]

@Atti e provvedimenti del giudice penale

Correzione di errori materiali – Sentenza – Omessa applicazione di una pena accessoria “ex lege”.

All’omessa applicazione di una pena accessoria, obbligatoria e predeterminata “ex lege” in specie e durata, può porsi rimedio con la procedura di correzione degli errori materiali. (Fattispecie relativa a sentenza pronunciata a seguito di cosiddetto “patteggiamento allargato”)

    Cass. pen., sez. VI, 16 aprile 2009, n. 16034 (c.c. 26 marzo 2009), P.G. in proc. Binaj (c.p.p., art. 130; c.p.p., art. 445; c.p.p., art. 547; c.p., art. 19). [RV243527]

Correzione di errori materiali – Sentenza – Omessa indicazione in dispositivo del rinvio ad altro giudice.

È ammissibile la procedura di correzione dell’errore materiale di rimediare all’omissione, nel dispositivo della Corte di cassazione riportato sul ruolo delle cause e sottoscritto dal Presidente del collegio, circa la specificazione che la sentenza impugnata è stata annullata con rinvio, e circa la indicazione del giudice all’uopo designato.

    Cass. pen., sez. IV, 27 gennaio...

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