Mafia in Provincia brianzola

AutoreWalter Mapelli
CaricaProcura della Repubblica presso il Tribunale di Monza
Pagine1187-1190

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@1. Una premessa e due considerazioni di ordine generale

La premessa è che non esiste la mafia ma le mafie e con ciò si intendono Cosa Nostra, Ndrangheta, Camorra, Sacra Corona Unita per rimanere alle mafie nazionali. In proposito non credo di dover entrare nel merito delle distinzioni tra queste diverse organizzazioni criminali perché già ampiamente note.

La prima considerazione riguarda il diverso peso delle varie mafie nel territorio brianzolo: la parola “infiltrazione” è termine appropriato solo per la camorra ma inadeguato per eccesso o per difetto rispetto alle altre organizzazioni criminali.

Infiltrazioni camorristiche sono oggi registrate sul territorio come per le vicende Fabbrocino/Xpharma e Izzo Pasquale, rispettivamente datate 2009 e 2008 le quali rappresentano eclatanti esempi di investimento al Nord di persone e gruppi comunque stabilmente operanti al Sud: investimenti realizzati nel settore immobiliare anche sotto forma di intestazioni fittizie di beni di proprietà di soggetti sottoposti a misure di prevenzione - Izzo - ovvero nell’ambito delle imprese in crisi con intenti predatori e, peraltro, la benedizione di Assolombarda e Sindacati.

Viceversa per Sacra Corona Unita e Cosa Nostra, il territorio di Monza e Brianza ha rappresentato in passato terreno di scontro occasionale per situazioni verificatesi altrove (si pensi alla faida di Monte Sant’Angelo/clan Libergolis o alla guerra tra Cosa Nostra e Stidda che si svolse anche sul territorio di Monza e Brianza, tra Monza e Nova Milanese).

“Pervasività” è invece la parola adeguata per definire il ruolo della Ndrangheta in Lombardia e nella provincia di Monza e Brianza.

È come assistere all’invasione degli ultracorpi, che già, senza percezione diretta del fenomeno, sono stabilmente inseriti tra noi, sono come noi e non vorremmo che divenissero maggioranza. Infatti non solo la Ndrangheta, in questo territorio, si dedica a comportamenti in sé illeciti (come traffico di droga e di armi), ma estende il proprio raggio di azione in attività lecite svolte con modalità criminali (come il traffico di rifiuti, la bancarotta fraudolenta, la frode contrattuale, l’usura, il riciclaggio che sono deformazioni di condotte consentite e tutelate dall’ordinamento come la raccolta e lo smaltimento della spazzatura, l’attività d’impresa, la stipulazione e l’esecuzione dei contratti, i prestiti, l’investimento di denaro) e tende al controllo di interi settori economici come le costruzioni, il movimento terra, gli appalti strade.

La seconda considerazione concerne le modalità della repressione giudiziaria del fenomeno: è noto a tutti che sono le Procure Distrettuali Antimafia ad occuparsi delle indagini per violazione dell’articolo 416 bis c.p.: ciò nonostante, vi è un contributo importante e diretto che possono dare molte indagini condotte dalle Procure locali in termini, ad esempio, di riscontri oggettivi a chiamate di correo o alla scoperta di reati-scopo commessi dall’organizzazione criminale (così succede in molti casi di minacce, violenze, estorsioni, danneggiamenti, incendi, riciclaggio, frodi). Per dare concretezza alle affermazioni fatte e delimitare la trattazione all’ambito territoriale provinciale appare opportuno ed utile esaminare le imputazioni elevate in processi prevalentemente celebrati avanti il Tribunale di Monza (tutti quelli citati ad eccezione del procedimento contro la cosca Barbaro operante nel sud est milanese), alcuni dei quali già definiti con condanna (Stellitano/Mancuso) o in fase dibattimentale (Paparo, Zaccaria).

@2. Barbaro

Dalla lettura delle accuse (riferite al periodo autunno 2007/primavera 2009) si evince:

a) una tradizionale attività delittuosa di detenzione di armi, traffico di stupefacenti e appoggio ed assistenza ai latitanti del Sud;

b) la successione “ereditaria” nel controllo del territorio con la ndrina Barbaro che si allea, affianca e sostituisce alla cosca Papalia decimata dall’attività repressiva;

c) la gestione...

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