I labili confini tra interpretazione estensiva e procedimento analogico: l'applicabilità al reato di bancarotta fraudolenta impropria della circostanza aggravante del danno patrimoniale di rilevante gravità

AutoreVito Michele Donofrio
Pagine1083-1086
1083
Rivista penale 11/2013
Dottrina
I LABILI CONFINI TRA
INTERPRETAZIONE ESTENSIVA
E PROCEDIMENTO ANALOGICO:
L’APPLICABILITÀ AL REATO DI
BANCAROTTA FRAUDOLENTA
IMPROPRIA DELLA
CIRCOSTANZA AGGRAVANTE
DEL DANNO PATRIMONIALE
DI RILEVANTE GRAVITÀ
di Vito Michele Donofrio
SOMMARIO
1. L’attualità della tematica: il rispetto dell’invalicabile linea
di conf‌ine tra interpretazione estensiva e analogia in malam
partem. 2. Punti di contatto tra il principio di tassatività, i
suoi corollari e la questione concernente l’applicabilità al
reato di bancarotta impropria della circostanza aggravante
del danno patrimoniale di rilevante gravità. 3. Considerazio-
ni in merito alla necessità di una interpretazione di natura
estensiva. 4. Rif‌lessioni f‌inali.
1. L’attualità della tematica: il rispetto dell’invalicabile
linea di conf‌ine tra interpretazione estensiva e analogia
in malam partem
La recentissima pronuncia della Quinta Sezione della Cas-
sazione 4 marzo 2013, n.10180, testimonia quanto l’instabilità
dei conf‌ini esistenti tra interpretazione estensiva e analogia
rappresenti una tematica di costante attualità, specie in un si-
stema, quale quello penale italiano, ispirato dalla necessità di
formulare la teoria generale del reato su base costituzionale.
Una sensibilità tanto più avvertita se solo si pone
mente alla signif‌icativa e pingue casistica con cui la giuri-
sprudenza degli ultimi anni ha dovuto confrontarsi onde
risolvere i problemi di compatibilità che alcune fattispecie
di reato hanno posto, e continuano a porre, con il principio
di tassatività (1).
Gli interpreti del diritto sono stati chiamati, infatti, ad un
non facile sforzo ermeneutico, profuso con l’obiettivo di porre
un freno alla indebita espansione, al di là dei conf‌ini segnati
dalla legge, di sempre più numerose fattispecie di reato.
I prof‌ili di forte interferenza con la tematica che ci
occupa suggeriscono, in apice ad ogni ulteriore conside-
razione, di focalizzare l’attenzione sulla posizione di as-
soluta centralità che rivestono, nell’economia della intera
trattazione, il principio di tassatività e, quale suo precipi-
tato, la tematica dell’analogia.
Il principio di tassatività, per quanto qui di interesse,
esprimendo il divieto per il giudice di estendere la disci-
plina contenuta nelle norme incriminatrici oltre i casi in
esse espressamente previsti, impone all’interprete il ri-
spetto dell’invalicabile linea di conf‌ine tra interpretazione
estensiva e analogia in malam partem.
Individuata, in poche battute, rilevanza e ubi consi-
stam, giova soffermarsi sull’aspetto destinato a porre i
problemi più spinosi in subiecta materia.
Nodo gordiano che la giurisprudenza è stata chiamata
a sciogliere è rappresentato dall’incombente rischio, cui
va incontro l’operatore del diritto, di interpretazioni con-
tra costitutionem, tali risultando quelle offerte in spregio
al principio di tassatività.
In particolare, il dilemma interpretativo ha evidenziato
tutta la sua vischiosità in una questione sottoposta ripetu-
tamente al vaglio del Supremo Organo nomof‌ilattico.
La sentenza del 4 marzo 2013 è, infatti, soltanto l’ul-
tima di una serie di interventi che hanno visto i Giudici
di Piazza Cavour pronunciarsi in merito all’applicabilità
della circostanza aggravante speciale di cui all’art. 219,
comma 1, R.D. n. 267 del 1942 all’ipotesi di bancarotta
fraudolenta impropria (2).
La comprensione di quest’ultimo passaggio non può
prescindere, tuttavia, da due ulteriori notazioni.
Volgendo uno sguardo ai repertori giurisprudenziali
emerge, in prima battuta, la necessità di chiarire la distin-
zione tra procedimento analogico e quello propriamente
interpretativo (3).
In generale, può dirsi che si interpreta la disposizione
f‌intantoché le si attribuisce uno tra i signif‌icati compatibi-
li con il suo tenore letterale (4).
La formulazione letterale della norma rappresenta,
pertanto, il nucleo attorno al quale orbita il procedimento
interpretativo.
Nell’ambito della suddetta operazione ermeneutica,
l’interprete è chiamato, poi, ad accertare il reale signi-
f‌icato della disposizione; tanto sulla base di una serie di
elementi, quali la sua ratio, le ragioni che hanno animato
il legislatore storico o, ancora, il contesto normativo in cui
la norma è chiamata ad operare.

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