Modello interattivo di prescrizioni giuridiche condizionali: una sperimentazione in APL

AutoreEnrico Maretti
CaricaL'ing. Enrico Maretti è ricercatore del Consiglio nazionale delle ricerche - Centro di cibernetica e attività linguìstiche - Università di Milano
Pagine432-446

    Il presente lavoro s'inquadra nell'ambito d'un contratto di ricerca dell'Istituto per la documentazione giuridica del GNU. La sperimentazione s'è svolta sul calcolatore del CNUCE di Pisa, tramite il terminale remoto installato presso il Laboratorio di fisica cosmica e tecnologie relative di Milano; il sistema APL utilizzato è l'APL CMS.


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@1. Premessa

Appare sempre più chiaramente la funzione propulsiva dei sistemi di calcolo nel modificare gli strumenti classici di comunicazione - i linguaggi etnici - adeguandoli ai canoni operativi propri di questi sistemi. A parte l'evidente motivazione pragmatica, vi sono altresì altre specie di motivazioni di natura teorica» riducibili (forse un po' sbrigativamente ma, in sostanza, fondatamente) a quella di cercare formulazioni procedurali non ambigue. In questo contesto numerose discipline stanno riprendendo e -sviluppando filoni di ricerca finora trascurati sia perché tradizionalmente non attestati nelle zone classiche del sapere sia perché sentiti come irrilevanti nella prassi per carenza di strumenti esecutivi adeguati. Il diritto è un caso esemplare di questo stato di cose: sin dalle origini, infatti - giusta l'osservazione di Leibniz - il discorso giuridico s'è plasmato secondo precisi canoni, precisi al punto da mascherare le differenze stilistiche e rendere impossibile riconoscere i diversi autori giuridici, così come « sarebbe difficile distinguere Euclide, Archioiede e Apollonio leggendo le loro dimostrazioni su degli argomenti comuni », Nonostante questa priorità e i ricorrenti spunti d'interesse, culminati negli ultimi vent'anni con lo sviluppo- della logica deontica, per intrinseche difficoltà d'ordine teorico e scarse attuazioni significative nella prassi, si è rimasti nella zona delle prospettive e delle intenzioni più che delle realizzazioni. La' ragione (o almeno una delle ragioni) della resistenza al passaggio fra il parlare e il fare va ricercata nell'inadeguatezzaPage 433 attuale degli schemi logici applicati al diritto; come ha ben visto Gardies (Gardies 1967), quando afferma che « certains des algèbres déontiques actuéllement constituéé sont convertibles en algebre de Boole; sur ce point elles nous conduisent directement à l'utilisation des ordinateurs », la via obbligata per il ricorso ai sistemi di calcolo passa attraverso un processo di trasformazione del diritto dalla forma discorsiva in linguaggio naturale ad altri schemi di forme di comunicazione, fra cui appunto l'algebra di Boole, Questo passaggio, però non è così semplice come può apparire a uno sguardo superficiale, proprio perché le parti di diritto analizzate secondo questi canoni sono, tutto sommato, abbastanza ristrette e non sollecitano tentativi d'applicazione per lo scarso riscontro nella prassi: anche perché questi tentativi, se non inquadrati in una linea di sviluppo, rischiano di scadere nella banalità, come purtroppo è già accaduto in situazioni simili, in cui l'algoritmo svolto dal sistema di calcolo aveva forse un qualche interesse per gli esperti del sistema di calcolo, ma era del tutto estraniato dall'argomento d'origine e quindi insignificante.

L'applicazione qui proposta - pur non strettamente legata alla logica deontica, se non con un vago apparentamento con quanto proposto da Anderson (Anderson, 1958) e ripreso da Wright (Wright, 1968) su una possibile fondazione della logica deontica sulle relazioni condizionali - coglie un aspetto dei rapporti fra norme e azioni estendendolo» tramite il calcolatore, all'« esperienza pratica »,

In questa presentazione verranno presi in esame gli aspetti afferenti al modello procedurale piuttosto che quelli connessi al diritto, rimandando per questi -a un ulteriore articolo che dovrebbe seguire a un maggior approfondimento sperimentale.

@2. Diagrammi di flusso e tavole di decisione nel diritto

Nell'universo dei rapporti giuridici' possiamo isolare quelli intercorrenti fra le azioni -prescritte e le condizioni che le determinano, articolati secondo il nesso di sufficienza. Questo smontaggio riduttivo delle formule giuridiche né vuole né può ricoprire la complessa rete dei rapporti giuridici sovrastante l'enunciazione condizionale delle norme, ma permette già una vantazione logicamente coerente dei comandi e delle azioni conseguenti, esemplificandole in due situazioni concrete. In un caso la macchina adisce da intermediario fra chi ha analizzato il diritto in termini di comandi/condizioni e chi vuole verificare la sua preparazione (la macchina ha qui la funzione d'esaminatore o allenatore); nell'altro, invece, la macchina svolge un ruolo di « consulente-istruttore », esplicitando le azioni corrispondenti all'insieme di condizioni proposte. L'idea, suggerita dall'esame dei diagrammi di flusso, strumento espressivo d'uso corrente nel mondo dei sistemi di calcolo, si fonda sull'ipotesi di poter conservare un certo grado di significatività al sistema- giuridico, pur considerato soltanto sotto la specie dei rap-Page 434porti condizionali fra proposizioni inanalizzate; la mediazione poi delle tavole di decisione nel trasformare le consuete forme espressive in diagrammatiche, semplifica estremamente l'aspetto redazionale, por non mutando fondamentalmente l'ipotesi. Uno dei primi suggerimenti in questa direzione, ampliato anche nell'esemplificazione, proviene da Miller (Two examples of Syntactic-Ambiguities, 1962, opera in cui viene presentata l'analisi di alcune situazioni gitiridiche di diritto internazionale in termini di proposizioni inanalizzate e di funtori a due valori). Il passaggio all'applicazione dei diagrammi di flusso non è un approfondimento verso i temi della logica (ampliamento verso i calcoli dei predicati e degli aspetti modali), bensì un particolare uso d'un funtore (detto condizionale o implicazione materiale o congiunzione filoniana), che mette in risalto i rapporti di sufficienza fra implicato e implicante. In sostanza si tratta di ridurre un sistema di norme a un sistema di relazioni del tipo: C1, C2, C3, X..., Cj An (in cui Cj indica la condizione e An Fazione).

Su tale struttura si fonda la teoria delle tabelle di decisione, che, come si è detto, non rappresentano altro che la controparte tabellare dei diagrammi di flusso.

Per la presentazione delle tabelle di decisione e dei diagrammi di flusso si rimanda all'articolo di Gallizia, Maretti e Pitrelli (pubblicato nel numero precedente di questa rivista), in cui l'esemplificazione verte su situazioni proprie al campo giuridico, mentre' per una visione più generale si rimanda alle numerose pubblicazioni esistenti sull'argomento (vedi, ad esempio, Cantrell, 1961, e Humby, 1973).

Osserviamo soltanto che la relazione condizionale, fondante il quadro strutturale delle tabelle di decisione, è tipica del discorso giuridico nelle controparti normative istituzionali: è proprio questa una delle ragioni d'indagare su possibili utilizzazioni dei sistemi di calcolo (in cui sono facilmente conseguibili forme procedurali legate alle relazioni condizionali) nell'ambito giuridico, a titolo- di premessa a ulteriori approfondimenti analitici mediante moduli logici più intimamente connessi alla struttura profonda del diritto e non limitati alla superficialità delle proposizioni inanalizzate,

@3. Prova e consulenza in un sistema di norme

È lei il fratello del celebre Jacobi

No, ma il fratello dell celebre...

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