Il diritto all'oblio tra privacy e identità digitale
Autore | Maria Zanichelli |
Carica | L'A. è ricercatrice di Filosofia del diritto nel Dipartimento di Giurisprudenza, Studi politici e internazionali dell'Università di Parma, dove insegna Filosofia del diritto e Informatica giuridica |
Pagine | 9-28 |
Il diritto all’oblio tra privacy e identità digitale
MARIA ZANICHELLI∗
SOMMARIO:1.Il significato del diritto all’oblio nell’era digitale – 2.Alcune defini-
zioni giurisprudenziali del diritto all’oblio nella rete – 3.Nuovi equilibri tra oblio e
memoria e tra privato e pubblico ai tempi del web
1. IL SIGNIFICATO DEL DIRITTO ALL’OBLIO NELL’ERA DIGITALE
Le frequenti innovazioni determinate dalla rapida evoluzionedelle tecno-
logie informatiche sollecitano la riflessione del giurista e investono il diritto
di specifiche responsabilità.Non si tratta, infatti, di dinamiche neutre, ca-
paci di autogiustificarsi e di imporsi per forza propria, ma di fenomeni che
occorre spiegare, comprendere e interpretare criticamente, con un’attenzio-
ne concreta ai nuovi problemi che possono derivarne e alle relativesoluzioni
che il diritto può contribuire a fornire. È noto, infatti, che alle opportunità
inedite offerte dall’informatica si accompagnano nuove vulnerabilità a cui la
persona e i suoi diritti sono esposti nell’era digitale1.
Un segnale dell’attenzione che il diritto riserva all’impatto delle tecnolo-
gie sulla vita delle persone viene dal recente regolamento 2016/679 del Parla-
mento europeo e del Consiglio in materia di trattamento e libera circolazione
dei dati, il cui titolo, non a caso, si riferisce non alla “protezione dei dati per-
sonali”, ma specificamente alla “protezione delle persone fisiche con riguardo
al trattamento dei dati personali”2.
L’esposizione pubblica delle persone (della loro immagine, della loro re-
putazione, della loro stessa identità) è diventata un problema considerevole
da quando gli archivi storici degli organi di informazione sono digitalizzati
e indicizzati, e ciò rende agevolmente disponibili agli utenti del web infor-
mazioni relative a fatti anche molto risalenti, determinando un’attenzione
∗L’A. è ricercatrice di Filosofia del dirittonel Dipar timento di Giurisprudenza, Studi po-
litici e internazionali dell’Universitàdi Parma, dove insegna Filosofia del diritto e Informatica
giuridica.
1S. RODOTÀ,Il mondo nella rete.Quali i diritti, quali i vincoli, Roma-Bari, Laterza,
2014; A. ROUVROY,“Of Data and Men”.Fundamental Rights and Freedoms in a World of
Big Data, Council of Europe, Directorate General of Human Rights and Rule of Law, vol.
T-PD-BUR(2015)09REV, 2016, http://works.bepress.com/antoinette_rouvroy/64/.
2Corsivo mio.Il regolamento, frutto di una proposta della Commissione che risale al
2012, è stato emanato il 27 aprile 2016 e sarà applicabile dal 25 maggio 2018, con abrogazione
della direttiva 95/46/CE.
Edizioni Scientifiche ItalianeISSN 0390-0975
10 Informatica e diritto /Studi e ricerche
ininterrotta sui soggetti che ne sono protagonisti. L’aspetto critico consiste
non tanto nella falsità o nel carattere diffamatorio delle notizie (ipotesi già
regolate da una specifica disciplina), quanto nella sovraesposizione delle per-
sone rispetto a vicende negative per la loro immagine che, seppure pubblicate
in modo legittimo e veritiero, continuano a circolare e a rimanere accessibili a
tutti, grazie al web, ben oltre i limiti del loro effettivointeresse per l’opinione
pubblica.Ciò che connota tipicamente le notizie reperibili in rete, infatti, è la
loro fruibilità immediata, capillare e permanente, e inoltre l’apparenza fuor-
viante di una “perenne attualità”: entrambi elementi strettamente connessi
alla digitalizzazione degli strumenti di informazione e comunicazione.
Ciò fa insorgere un potenziale conflitto tra diversi diritti: da un lato li-
bertà di espressione, diritto di cronaca, diritto all’informazione; dall’altro la
pretesa dei soggetti coinvolti nelle notizie di esercitare un controllo sulle in-
formazioni che li riguardano personalmente, limitando la durata temporale
della loro reperibilità in rete.Si rende necessario, inoltre, chiarire i diversi
ruoli dei motori di ricerca e dei siti sorgente di cui i motori stessi indicizzano
i contenuti, e definire le rispettive responsabilità che ne derivano. Si pone il
problema, infine, di evitare che le corrette finalità della tutela della privacy
e della protezione dei dati personali siano distorte e snaturate al punto da
trasformare tali diritti in strumenti a disposizione di chi voglia ricostruire
artificiosamente la propria reputazione nella rete, imponendo la propria au-
torappresentazione a spese della verità storica e di un’informazione corretta
e completa.
Al crocevia tra tutte queste problematiche è emersa da alcuni anni, a li-
vello giurisprudenziale e dottrinale, la figura controversa del diritto all’oblio
(right to be forgotten,droit à l’oubli,Recht auf Vergessenwerden oRecht auf
Vergessen), inteso come diritto dell’interessato di ottenere la rimozione dalla
pubblica circolazione di informazioni personali che lo riguardano, ove la lo-
ro rilevanza pubblica sia venuta meno per il trascorrere del tempoo per altr i
motivi3.
3A.L. VALVO,Il diritto all’oblio nell’epoca dell’informazione “digitale”, in “Studi sull’inte-
grazione europea”, 2015, n. 2, pp.347-358; E. CRUYSMANS, C. ROMAINVILLE,Les diverses
dimensions du “droit à l’oubli” dans la sphère numérique. Un processus de positivation rentrant
en conflit avec la liberté d’expression?, in C. Alcantara (sous la direction de), “E-réputation.
Regards croisés sur une notion émergente”, Issy-les-Moulineaux, Gualino-Lextenso éditions,
2015, pp.81-92;P. KORENHOF, J. AUSLOOS, I. SZEKELY, M. AMBROSE, G. SARTOR, R.
LEENES,Timing the Right ToBe Forgotten:A Study into “Time” as a Factor in Deciding About
Retention or Erasure of Data, in S. Gutwirth, R. Leenes, P. de Hert (eds.), “Reforming Eu-
ropean Data Protection Law”, Springer, 2015, pp. 171-202;C. MARKOU,The ‘Right To Be
ISSN 0390-0975Edizioni Scientifiche Italiane
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