Bibliografia IDG: uno strumento tradizionale ottenuto da archivi elettronici

AutorePierluigi Spinosa
Pagine145-160

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@1. Introduzione

Particolare rilevanza, all'interno delle ricerche dell'Istituto per la documentazione giuridica (IDG) del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), riveste la documentazione automatica (l'IDG cura infatti dal 1970 un archivio elettronico di dati bibliografici [abstracts] di dottrina giuridica) sia per lo sforzo organizzativo e scientifico che richiede, sia per i risultati raggiunti, sia per le collaborazioni instaurate con altri Enti, sia infine per gli scambi culturali con altri ricercatori del ramo: com'è noto infatti, per quanto riguarda le applicazioni dell'informatica al diritto, la documentazione automatica costituisce il settore in cui studi e realizzazioni sono più numerosi e rilevanti sia in Italia che all'estero.

È stato quindi necessario, per me - ingegnere elettronico - come per i tanti che operano in un contesto simile al mio, integrare le conoscenze di base con quelle provenienti da altre discipline come ad esempio la scienza della documentazione, arricchirle con nozioni elementari di diritto e infine sviluppare una sensibilità verso i bisogni di documentazione non solo dei giuristi ma anche di quanti, come me, si muovono, non di rado con un certo imbarazzo, in mezzo alle leggi.

Il mio ruolo mi ha inoltre portato a sollecitare costantemente anche i giuristi a una maggiore o migliore utilizzazione dello strumento informatico ogni qual volta se ne presentavano le condizioni fondamentali che io individuo in: a) risparmio di tempo; b) migliore conoscenza dei fenomeni.

Ho cercato quindi di incentivare il ricorso all'elaborazione automatica nei lavori che presentavano caratteristiche di ripetitività oppure nei quali era estremamente laborioso produrre dei dati di sintesi; sono infatti convinto che la qualità del lavoro e la professionalità siano esaltate qualora vi sia la possibilità di concentrare tutte le energie sullo studio delle leggi che regolano un certo fenomeno o sull'analisi dei risultati prodotti da una oppor-Page 146tuna elaborazione di dati, delegando invece alla macchina il compito di svolgere le funzioni esecutive.

In questa premessa si rispecchia il mio interesse predominante, anche se non esclusivo, per le applicazioni pratiche piuttosto che per le ricerche che potranno produrre realizzazioni concrete solo a lungo termine; queste tuttavia possono trovare in applicazioni parziali e finalizzate spunti interessanti per alimentarsi e progredire.

Nell'ambito di questa mia formazione professionale, la realizzazione di uno strumento di documentazione automatica (la «Bibliografia IDG») ha quindi costituito un'esperienza oltremodo significativa, che costituisce l'oggetto di questa relazione: uno degli aspetti più rilevanti risiede, a mio avviso, nel fatto che la «Bibliografia IDG» ha costituito un punto d'incontro di discipline ed esperienze diverse, e che si pone come stimolo in diverse direzioni dall'estensione del metodo e dei risultati raggiunti al favorire processi di diffusione delle conoscenze e di unificazione degli strumenti,

@@1.1. Giuristi e documentazione

Prima di passare alla descrizione della «Bibliografia IDG» è opportuno tracciare un quadro della produzione nel campo giuridico e quindi dei pròblemi di documentazione che questa comporta non solo per gli operatori del diritto ma anche per i semplici cittadini; la prima osservazione da fare è che difficilmente un altro campo, che abbia pari incidenza nella vita di tutti, si presenta in maniera altrettanto caotica.

Non esiste quasi, nelle società moderne, attività umana che non sia regolata per legge e pur tuttavia questo settore sembra non risentire della ventata di razionalizzazione che investe il mondo produttivo e l'organizzazione amministrativa: basti pensare a tutte le spinte per lo snellimento delle pratiche burocratiche e per una maggiore efficienza dei servizi sociali.

Innanzitutto debbo ricordare come siano poco numerose le leggi che regolamentano un intero settore dei rapporti umani: il più delle' volte ci si trova di fronte a leggi molto settoriali che rinviano, più o meno esplicitamente, ad altre preesistenti, e/o che ne abrogano, ancora in maniera più o meno esplicita, parti di altre, e/o che vengono chiarite nelle loro modalità esecutive a mezzo di circolari esplicative, norme di attuazione, ecc.

Questa produzione legislativa a dir poco disordinata, si affianca ad un altro problema di risaputa gravita: quello cioè dell'interpretazione della norma che deriva vuoi dalla struttura logica, sintattica e semantica dell'enunciato, vuoi dai .suoi contenuti impliciti o sottintesi, vuoi dagli immancabili tentativi di mediazione fra gli interessi delle parti in questione operati dal legislatore.

In attesa che nel momento di costruzione della legge, almeno dove è possibile, si cerchi di eliminare tali inconvenienti (ricordo interessanti studi e applicazioni per evidenziare, anche in forma grafica, i nessi logici di nePage 147 dettato giuridico (Allen, Bauer-Bernet)), con solo il cittadino generico ma lo stesso operatore del diritto si trova a dover risolvere due grossi problemi: qual'è la norma vigente, qual'è rinterpretazione corretta deia norma.

Tali bisogni accomunano infatti sia gli operatori (giudici, avvocati, amministratori pubblici) che devono applicare tali norme, sia gli studiosi a cui spetta il compito di fornire le indicazioni e gli stimoli per un più rapido mutamento del sistema legislativo in sintonia col modificarsi delle condizioni culturali e sociali, sia infine il cittadino che le subisce.

Se da un lato, nel campo giuridico ma non solo (si pensi ad esempio alla medicina), è auspicabile che il cittadino si trovi meno indifeso rispetto all'istituzione e agli operatori per cui sarebbe da perseguire l'ipotesi di una «democratizzazione» dei processi informativi, d'altro canto è evidente che attualmente gli utenti non possono che essere soprattutto le prime due categorie indicate (operatori e studiosi).

Ma tale stato di fatto non deve assolutamente far trascurare l'impegno volto a ftvorire la costituzione di strumenti (documentati, per quanto qui ci riguarda) che attenuino la distanza fra gli addetti ai lavori e i semplici cittadini; infatti, quanto più si progredirà in questa direzione, tanto più saranno avvertibili da tutti i benefici di una più rapida, più corretta e più moderna amministrazione della giustizia.

@@1.2. Strumenti documentati

Non tutti i dati giuridici hanno pari rilevanza e, quindi, gli strumenti documentati sono più numerosi e completi per le informazioni essenziali (legislazione e giurisprudenza) e meno per quelle, pur sempre utili, ma sostanzialmente di supporto (dottrina), per la cui utilizzazione incide in misura più specifica la sensibilità e/o la professione.

In Italia questo fenomeno è riscontrabile anche negli Enti che hanno l'iniziativa documentaria indipendentemente dalla loro natura, sia essa pubblica o privata, e indipendentemente dallo strumento di diffusione usato (editoria tradizionale o archivi elettronici).

Le produzioni bibliografiche nel settore della dottrina sono scarse soprattutto per i costi elevati che comporta la soluzione dei problemi organizzativi e scientifici relativi alla selezione, classificazione e « abstracuzzazione » del materiale: almeno in Italia, dunque, l'iniziaciva privata eon ha quindi ritenuto ancora sufficientemente remunerativo impegnarsi io questo settore.

È comunque utile considerare unitariamente i ire tradizionali settori di documentazione giuridica (giurisprudenza, legislazione, dottrina) e tentare urta classificazione degli strumenti documentati esistenti condotta secondo i seguenti criteri: a) il mezzo impiegato (stampa o elaborazione automatica); b) il grado di rielaborazione, organizzazione e strutturazione del materiale perPage 148 facilitarne l'analisi; c) il destinatario cioè se rivolta all'operatore, allo studioso o ad un pubblico più vasto.

Particolare interesse riveste, a mio avviso, la distinzione in base al grado di rielaborazione, che denota cioè lo sforzo dei documentalisti per riordinare, correlare e reedere quindi più facilmente utilizzabile il materiale:

Livello 1: nessuna elaborazione o minima: è il caso di molta produzione a stampa (Gazzette Ufficiali dottrina, ecc.) e delle memorizzazioni «tout-court» di certi documenti giuridici come, ad esempio, sta avvenendo per le leggi; tutto lo sforzo di muoversi fra questi dati è lasciato all'utente e alle sue capacità di ricerca manuale od automatica.

Livello 2: elaborazione di discreta accuratezza: mi riferisco: alle rassegne di giurisprudenza in cui esiste una sistemazione per materia delle sentenze; alla preparazione stessa, e quindi alla successiva memorizzazione, del dato giurisprudenziale, corredato cioè di classificazione, titoletti, massima e fonti normative per una più facile individuazione dei temi trattati, delle argomentazioni sostenute e delle conclusioni; a certa produzione dottrinale corredata anch'essa di riassunto e di parole chiavi.

L'utente si trova maggiormente facilitato nella ricerca sia manuale che automatica; gli rimane semmai il problema di correlarla al suo interno per mancanza di indici opportuni, o di...

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