Estética

AutoreAntonio Incampo
Pagine59-110
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ESTETICA
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1.0. La teoria del processo è, per questa prima parte, scienza
del giudizio estetico. Alla ragione giuridica si collega, infatti, una
sensazione prima o un’emozione. L’intuizione soggettiva rappre-
senta questa emozione, una pre-comprensione del diritto nell’agire
quotidiano, indipendentemente dal riferimento esplicito alla legge.
Le locuzioni sono del tipo: “Non hai diritto di offendermi”, “Ho il
diritto di esigere da te rispetto”; ma anche: “È giusto darti ciò che ti
spetta”, “È bene vivere onestamente”. E così via52. Con un présup-
posé. Si tratta di un’intuizione che prefigura in alcuni punti decisi-
vi, senza una particolare analisi o discussione, un sensus communis,
un Gemeinsinn, un senso che appare condiviso da tutti53. Alcune
52 La natura fenomenologica di questo dato della “pre-comprensione” pre-
sente nel sentimento comune della giuridicità è messo in evidenza anche da Ser-
gio Cotta. Si legge in un passo de Il diritto nell’esistenza: “L’agire e il parlare
quotidiani attestano [...] in modo innegabile [...] che l’uomo comune ha una pre-
comprensione del diritto sufficientemente adeguata, anche se spesso latente, al
proprio comportarsi quotidiano. Trasmessa dall’ambiente in cui si vive, dallo
stesso linguaggio appreso e poi usato, tradotta negli atti più comuni, questa pre-
comprensione appare “naturale”, nel senso di familiare, irriflessa, non elaborata
intellettualmente, e fa apparire “naturale” nel medesimo senso il proprio conte-
nuto, ossia ciò che l’esperto denomina diritto. In quanto “naturale”, codesta pre-
comprensione basta all’uomo comune e non innesca in lui il processo di appro-
fondimento ermeneutico delle sue percezioni” (Sergio Cotta, Il diritto nell’esi-
stenza. Linee di ontofenomenologia giuridica, 19912, p. 4).
Come dimostra Sergio Cotta, questa prima e fondamentale pre-compren-
sione del diritto è possibile riscontrarla successivamente in un’ontologia basilare
del diritto che parta dalla domanda sull’essere dell’uomo quale soggetto stesso
del diritto. È ciò che succede anche in Metafisica del processo: il giudizio sulle
emozioni giuridiche preannuncia il pensiero metafisico.
53 Su questa via “emozionale” della conoscenza giuridica mi limito qui a se-
gnalare due saggi brevi ma stimolanti: Luigi Lombardi Vallauri, Giudizio giuri-
dico, giudizio estetico (2000); Gustavo Zagrebelsky, Il rifiuto dell’ingiustizia
come fondamento minimo (2006).
Certo il tema in generale del rapporto tra estetica e diritto ha ormai alle spal-
le una letteratura particolarmente ampia. Vi è, tra l’altro, un volume monografico

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