Barèmes di responsabilità: quale significato?

AutoreAntonio Pietrini
CaricaPresidente ASAIS - Associazione per lo studio e l’analisi degli incidenti stradali
Pagine197-199

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La nuova disposizione in merito al risarcimento dei danni da circolazione, ha recepito anche il metodo di definire attraverso delle specifiche a priori le responsabilità coinvolte in un incidente stradale. Si allude all’Allegato A del D.P.R. 18 luglio 2006, n. 254 (Regolamento recante disciplina del risarcimento diretto dei danni derivanti dalla circolazione stradale) contenente i «Criteri di determinazione del grado di responsabilità» e lo schema di ripartizione delle stesse sulla base delle casistiche ricorrenti.

Per forma mentis rifuggo da tutto ciò che è codificato, standardizzato e quindi appiattito perché nella standardizzazione indubbiamente è insito un concetto base, che è quello di rinuncia all’analisi approfondita del caso specifico, che deve essere rifiutata categoricamente.

Con ciò non si intende affermare che è sbagliato predispone criteri generali, bensì che i criteri generali comunque devono rimanere solo tali e cioè servire come punto di partenza e non come punto di arrivo ed anche come punto di partenza devono essere usati alla luce di un’analisi intelligente della loro eventuale applicabilità.

Ciò che non bisogna mai dimenticare e che invece è spesso molto poco tenuto presente è l’art. 2054 del c.c., che nel caso di incidente stradale ribalta addirittura il concetto giuridico di innocenza trasformandolo in un concetto di colpa reciproca.

Non si tratta di un aspetto di carattere squisitamente ed esclusivamente giuridico e non basta fermarsi alla sua prima logica, che è quella di evitare che in caso di incidente stradale nessuno paghi i danni causati e quindi di andare in contrasto con un’altra norma del c.c., l’art. 2043, che invece afferma che chiunque causa un danno ingiusto è tenuto al suo risarcimento.

L’analisi dell’art. 2054 c.c. deve essere un po’ più approfondita.

È vero che ciò che si vuole impedire è che non ci sia un risarcimento di danni conseguenti ad un incidente stradale, ma è altresì vero che ciò emerge dal concetto più importante e prioritario secondo cui l’incidente stradale può avvenire solo se esiste una inottemperanza alle disposizioni della circolazione, ivi comprese quelle di comune prudenza.

Il concetto dell’art. 2054 è perciò quello di presupposto di colpa anziché di presupposto di innocenza, non campato in aria ma basato sul fatto oggettivo che nell’incidente stradale una colpa è indiscutibile.

Si tratta solo di individuarla o, nel caso in cui questa individuazione risultasse controversa, di attribuirla necessariamente ad entrambi pariteticamente.

Fin qui si tratta di un approfondimento di poco conto, ma l’indicazione di carattere generale che emerge dall’art. 2054 è che nell’incidente stradale è oggettivamente vero, almeno in forma aprioristica, che la responsabilità è di entrambi e non basta perciò provare la colpa dell’altro, occorre provare anche la propria innocenza, cioè provare di avere in tutto ottemperato a quanto le disposizioni di legge impongono.

Non sembri un’affermazione pleonastica: avere in tutto ottemperato significa che non vi era la possibilità di comportarsi in modo diverso per evitare o ridurre le conseguenze dell’incidente.

Ecco quindi che affermare che «se ...» non è solo lanciare un ipotesi ma è anche porre un’indicazione di responsabilità che deve essere superata.

Vista dall’ottica del ricostruttore d’incidenti, ipotizzare che se quel conducente...

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