Non Costituisce abuso d'ufficio rilevare le domande che verranno formulate durante un esame Universitario, ma la stessa condotta è Sanzionata dall'art. 323 C.P. Se compiuta nel contesto di un concorso pubblico

AutoreMario De Bellis
Pagine180-182

Page 180

@1. I termini della questione

Con la sentenza che si annota la Cassazione afferma il principio secondo il quale non integra il delitto d'abuso d'ufficio 1 la condotta posta in essere da un professore universitario che indebitamente favorisca il superamento di un esame universitario attraverso la preventiva rivelazione degli argomenti sui quali l'esaminando verrà interrogato, dovendosi escludere la sussistenza dell'evento dell'ingiusto vantaggio patrimoniale, rappresentato dalla determinazione di un effettivo e concreto incremento economico del patrimonio del beneficio quale conseguenza diretta della condotta abusiva.

La Suprema Corte precisa al contempo che diversa sarebbe la valutazione in ordine al favoritismo per il superamento di un esame di concorso funzionale al conseguimento di un posto di lavoro o all'esercizio di un professione, ipotesi queste incidenti direttamente sulle prospettive di lavoro e sui connessi vantaggi economici.

Al di là dell'apparente contrasto di soluzione per casi simili (l'illegittimo superamento di esame universitario e di concorso pubblico) la sentenza si fonda su un ragionamento sintetico ma del tutto corretto.

Infatti solo dall'essere vincitore di un concorso - e non anche della promozione ad un esame universitario - deriva un concreto vantaggio patrimoniale, elemento costitutivo (evento) necessario per la sussistenza del reato di cui all'art. 323 c.p.

@2. Le nozioni di patrimonio e vantaggio patrimoniale

La sentenza in esame presuppone e cerca di superare il contrasto dottrinale e giurisprudenziale sulla nozione stessa di patrimonio, affermando che quale che sia la nozione di patrimonio che si voglia accogliere, manca comunque un qualsivoglia vantaggio patrimoniale per lo studente universitario favorito.

Si fronteggiano infatti in dottrina ed in giurisprudenza due concezioni, l'una c.d. economica, l'altra c.d. giuridica, in merito all'effettivo significato del patrimonio, e conseguentemente delle nozioni di danno o vantaggio patrimoniali 2.

Secondo la concezione economica, la nozione di patrimonio va intesa, per l'appunto, in senso economico, ossia come complesso di beni (suscettibili di effettiva ed immediata valutazione economica) facenti capo ad un soggetto, e non in senso giuridico, ovvero come complesso di rapporti giuridici a contenuto patrimoniale di cui sia titolare lo stesso soggetto. Vantaggio e danno corrispondono dunque a incrementi o diminuzioni effettive del patrimonio.

Secondo la concezione giuridica, vantaggio e danno patrimoniali si verificano invece tutte le volte che i soggetti acquistano diritti o assumono obbligazioni, anche in assenza di effettivi incrementi o diminuzioni patrimoniali.

Si dice talora in modo più sfumato, secondo una concezione mediatrice, c.d. giuridico-economica, che vantaggio patrimoniale è il prodursi di una situazione di favore economicamente valutabile anche se non comportante un incremento di valore economico effettivo.

Altra innovativa concezione elaborata in dottrina, è quella c.d. giuridico-funzionale, che intende il patrimonio come complesso di rapporti giuridici facenti capo ad un soggetto ed aventi ad oggetto cose dotate di funzione strumentale, della capacità cioè di soddisfare bisogni umani, materiali o spirituali che siano.

@3. La questione vista da un altro angolo visuale: il danno patrimoniale della amministrazione in conseguenza di illegittima assunzione

Page 181

Una interessante riflessione sul danno patrimoniale derivante alla Amministrazione da illegittima assunzione è stata compiuta dalle Sezioni Unite della Cassazione 3, intervenute sul tema della configurabilità della truffa ai danni dello Stato realizzata mediante illegittima assunzione ad un pubblico impiego.

Le Sezioni Unite erano in effetti intervenute a risolvere un contrasto giurisprudenziale in ordine al momento di consumazione del reato di truffa ai danni dello Stato commessa mediante illegittima assunzione a pubblico impiego, ma avevano avuto modo di effettuare una complessiva ricostruzione delle problematiche della fattispecie.

Si noti come in dottrina alcuni autori neghino la configurabilità stessa della predetta fattispecie di truffa, ritenendo che gli interessi lesi da singoli comportamenti attengano, più che al patrimonio della pubblica amministrazione, alla regolarità delle procedure di assunzione nei pubblici concorsi 4.

Interessante posizione dottrinaria è quella di chi 5 ritiene che l'assunzione integri...

Per continuare a leggere

RICHIEDI UNA PROVA

VLEX uses login cookies to provide you with a better browsing experience. If you click on 'Accept' or continue browsing this site we consider that you accept our cookie policy. ACCEPT