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AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine1299-1300

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@CORTE DI CASSAZIONE Sez. III, 6 luglio 2006, n. 23514 (ud. 14 giugno 2006). Pres. Papa - Est. Ianniello - P.M. Izzo (conf.) - Ric. Amato.

Vendita di prodotti industriali con segni mendaci - Marchi e segni distintivi - Momento consumativo - Presentazione alla dogana per lo sdoganamento - Inidoneità a configurare il reato - Fondamento - Condizioni.

In tema di vendita di prodotti industriali con segni mendaci di cui all'art. 517 c.p., la presentazione della merce (nella specie quasi millecinquecento interruttori elettrici riportanti la dicitura made in Italy) alla dogana per l'operazione di sdoganamento configura il predetto reato quando tale attività, tenuto conto delle specifiche caratteristiche concernenti la quantità e la qualità delle merci, delle qualifiche professionali dei soggetti coinvolti e delle concrete modalità del fatto, appaia chiaramente finalizzata alla successiva commercializzazione della stesse merce. (Mass. Redaz.). (C.p., art. 517) (1).

    (1) Conforme Cass. pen., sez. III, 13 ottobre 1999, Desaler, pubblicata per esteso in questa Rivista 2000, 41. Di diverso avviso Cass. pen., sez. III, 2 luglio 2001, Andolfo, ivi 2002, 89, e Cass. pen., sez. III, 20 gennaio 1996, Dubini, ivi 1996, 1165, secondo le quali la presentazione della merce alla dogana per l'operazione di sdoganamento non costituisce atto di messa in circolazione dei prodotti, per tale dovendosi intendere ogni atto diffusivo della merce, e quindi non integra l'elemento oggettivo del reato.


SVOLGIMENTO DEL PROCESSO. - Con sentenza del 17 maggio 2004, il Tribunale di Genova ha dichiarato Vladimiro Amato colpevole del delitto di cui agli artt. 56 e 517 c.p. per avere, nella qualità di legale rappresentante della società Matromarine Products, compiuto in Genova il 16 novembre 2002 atti idonei diretti in modo non equivoco a porre in vendita o comunque a mettere altrimenti in circolazione prodotti industriali con segni distintivi atti ad indurre in inganno il compratore sull'origine e provenienza del prodotto, avendo fatto presentare alla dogana di Genova dallo spedizioniere doganale S.T.C., che operava per nome e per conto della società predetta, n. 1.426 interruttori elettrici, confezionati per la vendita al minuto, tutti riportanti la dicitura made in Italy, mentre in realtà erano stati prodotti in Tunisia e non essendo riuscito nell'intento per il controllo e successivo sequestro degli stessi, condannandolo, con le attenunati generiche e la...

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