La documentazione automatica nel campo del diritto: confronto tra i principali sistemi operativi

AutoreCostantino Ciampi
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@1. L'evoluzione dei sistemi di calcolo e delle tecniche di reperimento automatico dell'informazione giuridica

@@1.1. Introduzione

Permettetemi d'introdurre l'argomento della relazione affidatami partendo da un ricordo personale.

Nell'autunno del 1968, qualche mese dopo la costituzione dell'Istituto per la documentazione giuridica di Firenze, varcai per la prima volta la soglia dell'imponente Palazzo di giustizia in Roma per incontrare tre magistrati che da qualche anno conducevano un esperimento di « meccanizzazione » (era il termine allora in uso) nell'ambito delle attività proprie dell'Ufficio del Massimario della Suprema Corte di Cassazione, L'Ufficio aveva il compito di fornire ai magistrati della Corte, prima delle udienze o della decisione, i precedenti giurisprudenziali della stessa Cassazione sotto forma di «massime» (cioè di princìpi di diritto), allo scopo di assicurare, entro certi limiti, l'uniformità dei giudizi. Dopo aver fissato in quel primo incontro le basi diPage 102 quella collaborazione tra il nostro Istituto di ricerca e la Corte di Cassazione che col tempo si sarebbe sempre più rinsaldata, al momento del commiato mi furono mostrati, quasi di nascosto, in una stanza buia, polverosa e disadorna, alcuni ingombranti macchinati spenti. Mi fu detto che quelle macchine costituivano, tutte insieme, un sistema elettronico concesso gratuitamente in uso da una casa costruttrice per consentire l'esperimento citato.

Ricordando in seguito quell'episodio, ricostruii trattarsi di un elaboratore della seconda generazione (a quel tempo già superato tecnicamente dalle macchine di terza generazione che si affacciavano allora sul mercato), munito di un'unità di lettura di schede perforate, di una modesta stampante e di un tamburo magnetico come memoria di massa; nulla di più.

Sono passati quattordici anni da quella visita. A che punto siamo oggi in Italia e negli altri Paesi tecnologicamente avanzati in materia di utilizzazione dell'informatica nel campo del diritto e in particolare nel settore della documentazione giuridica? È questo il tema che mi è stato affidato. Io tenterò di svolgerlo analizzando con un'attenzione particolare il divario esistente tra la rapida evoluzione tecnica dei calcolatori e la più lenta e - vorrei dire - contrastata evoluzione dei sistemi di documentazione automatica, che si servono di quegli elabotatori sempre più perfezionati senza mettere però a frutto tutte le potenzialità operative insite in essi.

A distanza di quasi tre lustri dall'episodio ricordato, al visitatore che oggi varca la soglia del Palazzo di giustizia in Roma per visitare il Centro elettronico di documentazione della Corte di Cassazione si presenta uno scenario diverso: una grande sala macchine illuminata, ove moderni sistemi della quarta generazione lavorano incessantemente, giorno e notte; il rumore continuo e fastidioso delle stampanti ad alta velocità, cui si sovrappone il rumore degli scatti dell'interruttori e quello un po' sordo dell'impianto di condizionamento; l'affaccendarsi di uomini in camice bianco dinanzi alle consoles e alle unità a nastri e a dischi sempre in movimento; un reparto in cui sono raccolti i concentratori di traffico telefonico, dal cui quadro di comando è possibile seguire lo stato di funzionamento degli oltre 800 terminali video-stampanti collegati al centro elettronico. Tante sono infatti le stazioni terminali dislocate un po' dappertutto in Italia (e tra breve anche all'estero), da cui è possibile interrogare contemporaneamente i numerosi archivi di legislazione, giurisprudenza e dottrina, memorizzati nelle capaci memorie di massa del Sistema Italgiure in Roma.

Se visitiamo altri centri e sistemi sorti un pò1 dovunque nel mondo (se ne contano oltre un centinaio di media grandezza), lo scenario non cambia, si tratti del LEXIS americano o del CELEX delle Comunità europee, del CEDIJ di Parigi o del CREDOC di Bruxelles. È lecito allora chiedersi se i sistemi di ricerca automatica dell'informazione giuridica, il cui sviluppo è per molti versi sorprendente, hanno già soppiantato del tutto, o si preparano a farlo, la ricerca sulla carta stampata, svolta tradizionalmente in biblioteca o a casa.

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In effetti, c'è il rischio che il terminale finisca per sostituire quel complesso di strumenti, minuziosamente affinati nei secoli, che l'era di Gutenberg ci ha reso disponibili: mi riferisco ai dizionari ale enciclopedie, ai codici, repertori, massimali, schedati, indici, bollettini bibliografici cataloghi e a tutti quegli altri strumenti a stampa che per secoli sono serviti ai giuristi per reperire le informazioni di cui abbisognavano.

Ma l'analisi che faremo in seguito ci mostrerà che i nastri e dischi magnetici contenenti informazioni giuridiche non hanno ancora sostituito del tutto la carta e i sistemi tradizionali di ricerca e che questi presumibilmente continueranno a prevalere nell'informazione giuridica ancora per un decennio.

Una vera rivoluzione, invece, è in atto nell'editoria giuridica, che si prepara a utilizzare nastri, dischi e sistemi elettronici per la fotocomposizione automatica di testi e' per la pubblicazione di raccolte, indici e bollettini redatti con l'ausilio della macchina.

@@1.2. Le quattro «generazioni» del calcolatore

Nella letteratura ormai fiorente sulla storia del calcolo automatico, si è soliti schematizzare in quattro «generazioni» il processo evolutivo subito dal calcolatore, dal primo esemplare commerciale (cioè prodotto in serie) di grandi dimensioni, l'UNIVAC 1 (1951), ale macchine moderne ora in uso. La distinzione tra esse non è sempre facile e dc»vtebbe, esser fatta con riferimento tilt produzione di ciascuna casa costruttrice, anche se negli ultimi vent'anni 'il mercato, e quindi le caratteristiche dei calcolatori prodotti nel mondo, sono stati condizionati dall'IBM.

È tuttavia invalso l'uso di caratterizzare ogni generazione con la tecnologia del componente elettronico utilizzato; la prima (1951-1958), per la tecnologià dei tubi elettronici; la seconda (19584964), per quella dei componenti a semiconduttore, diodo e transistore; la terza (19644976), per la tecnologia dell'integrazione su piccola e media scala e per i circuiti ibridi; la quarta (19764984), per la tecnologia dell'integrazione su larga e larghissima scala e dei microprocessori. Questo fatto sta ad indicare l'importanza dell'evoluzione della tecnologia del componente elettronico nel potenziamento del rapporto prestazione/costo degli elaboratori elettronici.

A questo proposito, un breve confronto tra l'unità centrale del primo calcolatore commerciale e un microprocessore può dare un'idea dell'enorme progresso fatto: l'UNTVAC 1, composto da 5.000 tubi elettronici, una memoria a linea di ritardo elettrocaustica al mercurio di 1.000 parole, una capacità elaborativa di 2,000 istruzioni al secondo e un tempo di addizione di 525 u secondi, pesava 8 tonnellate, occupava 35 mq, costava 750,000 $ del tempo, per un costo equivalente di 20 $/byte; l'INTEL 8080 (1974), montato su una scheda, capace di eseguire 200,000 istruzioni al secondo, con 64.000 parole di memoria a semiconduttore, 2 u secondi di tempo di addizione, pesa - alimentatore compreso - 8 kg, occupa una superficie di un decime-Page 104tro quadrato, costa qualche centinaio di dollari per un costo equivtlente di 2 cents/byte. E ben più evidenti indici dell'enorme salto nel rapporto prestazione/costo si otterrebbero considerando i moderni potenti microprocessori e le periferiche più comuni,

Naturalmente l'evoluzione della tecnologia del componente non è runico elemento che accompagna e condiziona lo sviluppo del calcolatore. Ad essa si affiancano lo sviluppo dell'architettura interna della macchina e delie reti di calcolatori; l'evoluzione del software, sia di base (monitors, sistemi operativi, programmi traduttori e linguaggi) che applicativo; il progresso delle conoscenze teoriche sul calcolo automatico (modelli dei processi paralleli, tecniche per lo sviluppo del software, correttezza dei programmi, colloquio uomo-macchina, ecc); l'evoluzione delle strutture dei dati e delle relative basi di dati. Dato poi l'enorme l'impiego del calcolatore, non solo e non tanto per il calcolo matematico (applicazione che riguarda una parte economicamente assai piccola del mercato), quanto per la gestione aziendale, la creazione di banche di dati e le applicazioni industriali (controllo di processi, telecomunicazioni, strumentazione, controllo della produzione, ecc), questa successione di generazioni di macchine si è accompagnata ed ha condizionato uno sviluppo delle conoscenze sui problemi che con esse si sono voluti risolvere, tanto da far nascere nuove discipline di grande interesse teorico e applicativo, quali la robotica, l'intelligenza artificiale e l'ingegneria della conoscenza, per non citarne che alcune. Giustamente, quindi da qualche tempo si parla di una quinda generazione di calcolatori (è la sfida lanciata dai giapponesi al colosso IBM per il 1985), per sottolineare la progettata nascita di una nuova generazione di calcolatori intelligenti, che simulano il comportamento umano nella risoluzione di problemi, nella formulazione di decisioni e in altre attività tipicamente intellettuali.

Nel seguito di questa relazione tenterò di delineare una descrizione dei sistemi di documentazione automatica utilizzati nel campo del diritto, organizzata per «tipi», e di confrontarla con la schematizzazione dell'evoluzione dei calcolatori appena evocata,

@@1.3. Tipologia dei sistemi di reperimento automatico dell'informazione giuridica

Dico subito che non ritengo opportuno seguire Fesempio di quegli autori che hanno tentato d'introdurre nella descrizione storica e comparata dei sistemi di documentazione automatica il concetto di «generazione», sulla falsariga di quello usato per descrivere lo sviluppo dell'hardware. Almeno due motivi - a me pare - lo sconsigliano.

Innanzi tutto, parlare di « generazioni », riferendosi ai...

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