Bibliotheca Iurìs Antìquì Bilancio e prospettive

AutoreGrazio Licandro, Daria Spampinato
CaricaAutore dei §§ 1-6/Autrice dei §§ 7-11
Pagine191-214

O. Licandro Ricercatore di Diritto Romano nella Facoltà di Giurisprudenza di Catanzaro dell'Univ. di Reggio Calabria

D. Spampinato Laureata in Scienze dell'Informazione ed attualmente borsista assegnata all'Area di Ricerca del CNR di Catania per il Progetto Strategico dal titolo «Prototipo di Struttura per il Trasferimento Tecnologico».

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§ 1. A più di due anni dalla pubblicazione di bia1 e alla vigilia degli aggiornamenti può dirsi che sia tempo di bilanci, e anche di prospettive. Già qualche anno fa Humbert2, descrivendo pregi e difetti delle tre banche dati bia, drant, fiuris, le cui realizzazioni condotte in totale e gelosa autonomia dai gruppi di Catania, Roma e Parigi avrebbero potuto sortire un esito negativo in quanto a spreco di intelligenze ed energie, affermava che sebbene «la concurrence a joué, comme à Fordinaire, un ròle très positif», tuttavia «l'heure des initiatives isolées est probablement dépassée»3. Ed in effetti in un quadro complessivo oggi profondamente mutato per la ricchezza degli strumenti informatici a disposizione del ricercatore - tale da potersi parlare di «una sorta di quarta fase nello sviluppo delle forme di comunicazione, dopo quella dell'oralità, della scrittura e della stampa»4 -Page 192 può dirsi definitivamente superata l'era pioneristica della conquista dello spazio vitale; anzi pare debba considerarsi avviata una nuova fase che presuppone seria collaborazione tra i centri di ricerca allo stato più avanzati e accantonamento di ogni tentazione di realizzazione di banche dati autosufficienti5. Dunque è da simili premesse che muovono queste righe.

Lusinghieri sono stati i giudizi che la comunità scientifica ha espresso nei confronti di bia. Basta scorrere le autorevoli recensioni di Mantovani6, Fascione7, ma anche a quelle di Humbert8, di Weiten9, apparse su prestigiose riviste. Naturalmente l'opera non è immune da limiti, alcuni di carattere prettamente informatico, altri concernenti errori materiali, peraltro segnalati con acribia dagli studiosi sopra indicati, i quali non hanno fatto mancare neppure obiezioni con riguardo a scelte di fondo che il gruppo di ricerca bia ha operato10. Cosicché il tutto è risultato complessivamente di grandePage 193 stimolo alla riflessione del gruppo di ricerca bia in vista della nuova edizione.

§ 2. Accantonando l'aspetto concernente l'ottimizzazione del software11, in primo luogo spendiamo qualche riga sulla questione relativa agli errori di carattere puramente materiale che per ovvie ragioni presentano una dimensione quantitativa rilevante nell'archivio Opera.

Pur senza l'azzardo di prospettare una totale eliminazione degli errori rilevati per la semplice ragione che l'enorme mole dei dati contenuti scoraggia ogni tendenza alla perfezione e all'eliminazione dell'errore umano, tuttavia deve precisarsi che la correzione in atto è volta a ridurne fortemente la presenza12. Tale obiettivo si spiega agevolmente sottolineando quantoPage 194 il fenomeno degli errori materiali negli archivi dalle caratteristiche come quelle proprie di bia si palesi significativamente fastidioso e tale da incidere sul piano qualitativo dei risultati che lo strumento di ricerca in questione consentirebbe di conseguire. A tal riguardo è, infatti, sufficiente ricordare l'esistenza del campo testo libero, che permette di interrogare e di ottenere risposte sulla base degli abstracts, indici, sommali, titoli degli scritti romanistici. È di tutta evidenza che l'utilità e la funzionalità di un tale sistema - in cui qualunque lemma può costituire chiave di ricerca e consentire il recupero di tutte quelle schede bibliografiche che sarebbero state scarsamente o erratamente indicizzate - risulterebbero fortemente compromesse.

Naturalmente, quanto detto costituisce soltanto un primo livello di intervento sull'archivio in discussione, il quale - proprio per essere forse il più complesso e per questo il più discusso di quelli dell'intero cd-rom -subirà una profonda revisione per elevarne le prestazioni.

In questo senso è indubbio che il conseguimento di un significativo salto di qualità passi innanzitutto attraverso il miglioramento dell'indicizzazione delle opere bibliografiche. Il difetto, già di piena consapevolezza del gruppo bia, e comunque pure segnalato con scrupolo e garbo dai recensori di bia, consisterebbe in una non sempre giustificata variabilità del numero dei codici di classificazione e dei termini controllati, o in errori di indicizzazione. È indubbio che tra tutti quello dell'indicizzatore si riveli come il compito più delicato nella costruzione qualitativa di archivi di tal genere. Basterebbe qualche interrogazione per avere un quadro del ricorso del «rumore» e/o del «silenzio», per usare il gergo documentario e valutare quindi la qualità dell'indicizzazione. Orbene se manteniamo sempre presente il limite - questo sì davvero insuperabile - del forte momento soggettivo dell'indicizzazione, giacché entra in gioco l'esclusiva, personale sensibilità del redattore della scheda bibliografica - non costituisce un azzardo affermare di poter seriamente arginare il fenomeno attraverso una sorta di «correzione delle bozze». Tale intervento, in corso d'opera, costituirà il lavoro di un nucleo di redattori assai più ristretto rispetto a quello di cui ci si è avvalsi per la prima edizione, il cui risultato sarà una apprezzabile omogeneità delle schede bibliografiche, conseguita attraverso un affinamento13della tecnica e dei criteri di indicizzazione.

Naturalmente ciò implica una profonda padronanza da parte degli indicizzatoti del Thesaurus: questo, come è ormai noto, costituisce un archivio composto da un insieme strutturato dei termini tecnici della giusan-tichistica, con una classificazione ad albero che raggnippa otto classi fon-Page 195 damentali: 1. Fonti; 2. Opere generali; 3. Diritto privato romano; 4. Processo privato romano; 5. Diritto pubblico; 6. Diritto e processo criminale; 7. Diritti degli altri popoli antichi; 8. Storia generale del mondo antico.

A tal proposito è stato poi rilevato14che il limite dell'indicizzazione affliggerebbe particolarmente la classe 8 - «Storia generale del mondo antico» -. Non può negarsi che l'obiezione entro certi limiti colga un aspetto della questione, potendosi anzi affermare che certamente si sarebbe in presenza di errori di indicizzazione15dinanzi a schede documentarie riportanti il codice di classificazione 8. E tuttavia vi è spazio per replicare almeno che quella che viene individuata come una «manchevolezza del thesaurus»16è stata invero una scelta di fondo. È facile, infatti, immaginare le enormi difficoltà che sarebbero insorte - e che insorgerebbero - qualora si fosse voluta - e si volesse - soddisfare l'esigenza di colmare le lacune relative a questa classe: il profondo coinvolgimento delle diverse discipline dell'anti-chistica (storia delle religioni, dell'economia, sociale, ecc, ciascuna con le proprie categorie) estranee al sapere specialistico dello storico del diritto, sarebbe stato di portata tale da ripercuotersi inevitabilmente da un canto sulle dimensioni complessive dello stesso thesaurus17, con risultati che non avrebbero potuto non definirsi negativi, da un altro sull'archivio Opera. Una simile articolazione e profondità del thesaurus imporrebbe infatti ben altro spoglio della produzione scientifica delle diverse discipline antichistiche di quello operato e presente nell'attuale edizione di bia.

Un secondo aspetto di una certa rilevanza concerne invece le monografie. Per ragioni del tutto attribuibili al gruppo bia18parecchie opere mono-Page 196 grafiche della dottrina romanistica internazionale risultano allo stato prive delle fonti particolarmente analizzate, inconveniente tuttavia a cui si è già, con relativa facilità e rapidità, posto rimedio.

§ 3. Prima di passare al piano delle novità dell'archivio Opera, deve chiarirsi un equivoco in cui sembra essere incorso Humbert, il quale rilevando come limite di bia «l'étroitesse - relative - de son champ de dépoulli-ment»19, afferma che lo spoglio effettuato dal gruppo di ricerca sin dal 1950 abbia prodotto soltanto 5.000 schede bibliografiche. Il che costituirebbe a ragione cifra assai modesta rapportata alla produzione scientifica di circa mezzo secolo se soltanto corrispondesse al reale contenuto dell'archivio, il quale invece vanta ben 31.743 documenti. Naturalmente come si è premesso si tratta di un semplice equivoco causato assai probabilmente dal fatto che Humbert scriveva tenendo tra le mani quel prototipo (versione provvisoria edita nel 1992) - il quale come ogni campione conteneva soltanto una parte della bibliografia annunciata e precisamente quella relativa agli anni 1976-1985 - che il gruppo di ricerca bia ha fatto circolare nell'ambito di una ristretta cerchia di studiosi al fine di sondarne il gradimento e riceverne i consigli.

Al contrario una critica rilevante e certamente fondata avanzata da Humbert, ma che invero viene quasi unanimemente espressa dagli utenti, consisterebbe nel ritardo relativo alla bibliografia corrente. In altri termini l'attuale cd-rom pubblicato nel 1994 contiene le schede della produzione bibliografica romanistica sino al 1989, e a procedere similmente la previsione per la pubblicazione degli aggiornamenti in programma per il 1997 conterrà la bibliografia sino al 1992. Le ragioni di questa lacuna, che costituisce un limite di cui possediamo piena consapevolezza, come è sin troppo noto si fondano sul rapporto ancora forte tra bia e IURA20. Orbene, è appena stato pubblicato il numero 43 di IURA (1992) contenente la rassegna bibliografica relativa al 1991, quindi possiamo fondatamente ritenere che per un tempo utile ai fini degli aggiornamenti di bia si vedrà apparire il numero 44 o, nel migliore dei casi, anche il numero 45 della rivista, cioè sarà disponibile al massimo la bibliografia relativa al 1993. Resterebbe pertanto un «buco» di quattro anni, il quale - destinato inevitabilmente ad...

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