Alcuni aspetti giuridici dell'automazione bancaria e della riservatezza e sicurezza deu suoi dati (1a parte)

AutoreGilberto Peña Castrillón
CaricaAsesor de la Secretaria General de Felaban, Bogota (Colombia)
Pagine103-118

    [N.d.r.] Il presente articolo è stato tradotto dallo spagnolo dal dr. Domenico Torretta (Università di Bari). La seconda parte dell'articolo sarà pubblicata nel prossimo fascicolo.


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@Parte prima: Il diritto, l'automazione e l'informatica

L'analisi di un fenomeno dal punto di vista giuridico implica la considerazione e la valutazione di una determinata condotta, ragion per cui ciò che si dice in queste pagine ha come presupposto inevitabile che ci si riferisca ai comportamenti di un determinato gruppo di persone che per vocazione, specializzazione o convenienza svolgono delle mansioni speciali nella banca latino-americana composta da istituzioni che, a loro volta, fanno parte di complessi più articolati e vitali, destinati a finalità superiori della comunità.. Non vogliamo nascondere quanto ci seduce la visione strutturale dell'uomo e della società, almeno come metodo di approccio e come esclusione delle visioni particolari, unilaterali o atomistiche «dell'uomo e del suo ambiente».

Tenendo come base questa visione integrale e di interazione dell'uomo e dei fenomeni, non può sembrare strano che la tecnica e i suoi prodotti interroghino il Diritto, che il Diritto possa considerarli parte della sua materia e che in questo caso ci incontriamo cercando di scoprire alcune interferenze - nel senso migliore del termine - tra una parte della tecnica, l'automazione bancaria, e il Diritto.

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@@1. Automazione, computo e informatica

Non è questo il momento, né è parte del limitato obiettivo di questa relazione precisare termini e definizioni, ma per noe ripetere spiegazioni, dobbiamo chiarire in che senso useremo certe espressioni.

La differenza fra automazione e computo fu definita in un lavoro precedente del CLAB1, che considera il secondo, per quanto importante e degno di nota, soltanto una parte della prima. Tuttavia, né l'una né l'altro hanno in sé una ratio o giustificazione sufficiente che apparirà solo quando noi ci chiederemo per quale ragione usare l'automazione e il computo. La risposta è Vinformazione di cui le banche hanno bisogno per le loro operazioni, chiarendo, quindi, che fin dall'inizio il procedimento o automazione sarà riferito ai

D'altra parte, le banche elaborano l'informazione in modo automatico con diversi fini, i quali tutti - e facendoci carico del pericolo di ridurre le cose a unità - mirano alla efficacia dell'impresa bancaria, cioè, a un'ottima amministrazione. Non è una semplice coincidenza che un autore già classico in tema di amministrazione 2 e i più conosciuti esperti in automazione bancaria3 concludano che tutti questi (computo, automazione, informatica) sono semplici presupposti - se non indispensabili almeno utili - per una amministrazione o direzione efficace.

L'informazione che richiede una banca per raggiungere i suoi obiettivi compie il ciclo origine (con tutti i problemi della sua raccolta, riordinamento, classificazione, trasferimento a mezzi adatti per l'introduzione nel calcolatore, ecc.) destinazione, qualificata quest'ultima per Vutilizzazione efficace dei risultati del suo processo automatizzato. L'informazione propria ed esclusiva (per origine) che una banca utilizza in qualità di impresa finanziaria è poca cosa giacché la grandissima maggioranza dei dati è dei suoi clienti e del resto del sistema finanziario4, ragion per cui l'ampliamento dei progetti e delle operazioni che permette ad una banca l'automa-Page 105zione produce alla fine un aumento della sua responsabilità per la crescente informazione altrui che deve quotidianamente manipolare, dal momento che la sua cura deve essere maggiore quando la riceve, durante il suo uso o processo e nelle sue diperse applicazioni e con ciò abbiamo dato Fanello di congiunzione che mancava fra automazione ed informatica intendendo per quest'ultima il trattamento scientifico dell'informazione.

Le nostre interpretazioni e ciò che riusciremo a schematizzare hanno come limite l'interrelazione del Diritto con Yinformazione che le banche utilizzano e con alcune forme del suo processo automatico. Conosciamo la notevole considerazione in cui è tenuto attualmente il tema informazione, ragion per cui abbiamo voluto definire queste zone marginali perché se c'è un campo in cui è difficile controllare l'immaginazione, è proprio questo5.

@@2. Alcuni sofismi della relazione tra diritto, automazione e informatica

Non staremo a raccontare come i giuristi hanno tentato di conoscere il fenomeno cibernetico6, che a volte pare muoversi tra l'ingenuità e la finzione, dal momento che queste analisi evidenziano il distacco tradizionale dell'avvocato medio dal progresso tecnico quando non si tratta addirittura di una certa perplessità, perché il Diritto - per coloro che lo ritengono solo legge scritta - non fornisce risposte o previsioni concrete per i nuovi fatti, situazioni o relazioni. Può risultare utile indicare - a seconda di come vediamo le cose - i sofismi principali che si osservano nella considerazione giuridica della cibernetica e, in concreto della automazione, che, fatte- le proporzioni, ricordano quelli di alcune amministrazioni bancarie quando si introdusse nella loro impresa il calcolatore.

Una tentazione ormai superata fu quella di sopravvalutare le possibilità che l'automazione offriva per misurare o quantificare la realizzazione di certi fatti, decisioni e comportamenti, dal che si volle ridurre la funzione del Diritto all'identificazione di ciò che nella sua materia era ripetibile, in che modo lo era e alle interrelazioni fra questi fatti e la loro frequenza. Questo ci apparirà più chiaro se osserviamo che questo modo di affrontare la ' materia fu chiamato giurimetria, parola che secondo vari autori deriva dalle voci Sociometria e Econometria, cosa che rende evidente l'origine dell'errore7.

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Questa è Ja considerazione tipica dei Diritto inteso «in senso geometrico» die, per lo più, prima che esistesse tutto l'apparato della automazione, aveva fatto scuola in un gruppo di giuristi che interpretavano e applicavano il Diritto «come se stessero calcolando con i concetti», secondo quanto testimonia un autore8. Se è vero che come oggetti della conoscenza, matematica e diritto sono distinti, è altrettanto vero che il Diritto può utilizzare la matematica in certe aree.

Da questa prima distrazione derivò l'altra che fu quella di voler utilizzare l'automazione e l'informatica per giungere alla sentenza prevedibile, basandosi su argomenti puramente storici, cioè, in questo caso, statistici. Sembra chiaramente stabilito che se nei sistemi di diritto giudiziario o di precedenti ciò è impossibile, lo è molto di più nel caso latino-americano, visto che la nostra tradizione giuridica ha voluto riservare ad ogni «caso di giustizia» un trattamento particolare e speciale; per quanto sia utile accertare come siano stati risolti casi uguali o simili, il giudice può e in molti casi deve allontanarsi da quei modelli9.

Al culmine delle confusioni iniziali, ad un certo punto, si presentarono resistenze all'analisi giuridica del fenomeno cibernetico per timore che il giudice fosse sostituito dal calcolatore, il che può ricordarci facilmente le riserve di alcune amministrazioni bancarie prima dell'apparizione del calcolatore. Un autore arrivò a parlare della machine-made jusiice [giustizia-fatta-a-macchina] e non sappiamo che cosa abbia fatto scomparire totalmente il timore che tale possibilità aveva suscitato.

Sembra chiaro - almeno nella banca - che il calcolatore non può sostituire l'amministratore, ma può aiutarlo ad essere un amministratore efficiente in tutti i campi, chiarezza che ci esonera dal prendere in considerazione il timore che il giudice possa essere sostituito dal calcolatore. Sarebbe davvero utile se si ricorresse a questi strumenti per essere un amministratore migliore, giacché non a caso questa funzione o servizio si chiama comunemente Amministrazione della Giustizia.

Siccome il linguaggio usato dai calcolatori è un linguaggio logico ed univoco, un'altra tentazione fu quella di voler ridurre il Diritto alle sue semplici espressioni formali, in particolare a quelle che permettono la conversione nel linguaggio della macchina, dal che si comincia ad affermare che «il Diritto è un semplice caso di informatica» o che «la scienza giuridica è una scienza di parole». Nel voler ridurre il Diritto a pochi elementi suscet-Page 107tibili - secondo questa posizione - di un processo automatizzato10, si cambia l'oggetto dello stesso e si ipertrofizzano alcune delle espressioni formali, secondo quanto conviene.

@@3. Alcune relazioni tra automazione e diritto

Dobbiamo fare pochissime precisazioni circa i campi nei quali il Diritto utilizza o applica questi nuovi metodi e tecniche prima di cominciare a vedere - e questo è l'oggetto della presente relazione - in che modo essi e i loro prodotti ampliano l'oggetto del Diritto andando a volte al di là di alcune soluzióni tradizionali.

3.1. L'automazione e le funzioni legislativa, esecutiva e giudiziaria. La presentazione più comune è quella che indica il modo in cui l'automazione facilita le funzioni tradizionali del Diritto - legislativa, esecutiva e giudiziaria' -, per cui si parte da una insufficiente distinzione, giacché ciò che è necessario chiarire è che cosa di buono facciano queste tecniche in ciascuno dei rami dell'attività pubblica che ha come scopo preminente queste funzioni del Diritto.

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Supponiamo che si tratti, in tutti i casi, di fornire informazioni per fini precisi. Benche nella pratica i fini dell'attività pubblica non siano esclusivi, torna utile indicare alcuni scopi di questa informazione in uno schema che ci spingerà a rivelare alla fine, in che misura è compromessa o no la creazione, interpretazione o applicazione del diritto, o se gran parte della funzione strumentale di tali tecniche è rivolta a problemi di amministrazione. Vediamo, nell'elenco che segue, in quali settori può essere utilizzata l'automazione:

- Per un controllo ed...

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