Antinomie ed incompatibilità nei linguaggi normativi Alcune considerazioni semantiche

AutoreEdgar Morschef
Pagine75-76

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@1. Antinomie e paradossi in generale

Antinomia (o paradosso) è un enunciato che è evidentemente o anche logicamente falso (contraddittorio) sebbene apparentemente derivi logicamente da ipotesi generalmente accettate e dall'aspetto inoffensivo. V'è un'autentica antinomia non appena è possibile mostrare che ad un tale enunciato contraddittorio o a due enunciati contraddittori (cioè incompatibili) si è portati da ragionamenti apparentemente validi. Concetti semantici importanti come «contraddittorio» «incompatibile», «conseguenza logica» intervengono in questa spiegazione dell'antinomia. Se vi sia o no un'autentica antinomia dipende perciò dal contesto semantico (implicito od esplicito) da cui si parte.

@2. Paradossi della logica deontica

Nel discorso normativo esistono molte cosiddette antinomie e paradossi: i «paradossi (o antinomie) della logica deontica». Si è creata molta confusione per quanto concerne questi cosiddetti paradossi e la ragione fondamentale di questa confusione consiste nel fatto che per molto tempo non si è sviluppata una reale semantica per il linguaggio normativo. Nonostante i molti tentativi di sviluppare una logica normativa, vi erano soltanto idee vaghe relative alla sua semantica, A causa della sua vaghezza, a prima vista furono considerate come antinomie molte cose che non sono autentiche antinomie, lo non intendo affermare che tutti i cosiddetti paradossi della logica deontica scompariranno dopo che sarà stata sviluppata una semantica, ma almeno che per la maggior parte essi non appariranno più antinomie autentiche.

@3. Semantica per un linguaggio norma tipo

La mia relazione perciò comincia con la presentazione di una semantica «normale» dei mondi possibili per un linguaggio normativo LN. Tale semantica specifica un'interpretazione normativa IN per LN e il concetto di essere normativamente vero (N-vero) sotto tale interpretazione normativa IN per ciascun enunciato di LN, I. concetti di verità e di conseguenza N-lo-gica sono poi definiti nel modo consueto: un enunciato E di LN è N-logi-camente vero (cioè, = E) se, e solo se, E è N-vero sotto ciascuna IN; ed un enunciato E di LN deriva N-logicamente da un insieme di enunciati K di LN (cioè, K= N E) se, e solo se, non v'è alcuna IN sotto la quale ogni enunciato appartenente a K sia N-vero ed E sia N-falso.

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Due enunciati E1 ed E2 di LN sono N-incompatibili fra loro se, e solo se, non vi è alcuna IN sotto la quele sia E1 sia E2 siano N-veri.

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