Il diritto all'accesso nella società dell'informazione e della conoscenza. Il digital divide

AutoreTommaso Pucci
CaricaDottorato di ricerca
Pagine121-154

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L'autore segue il dottorato di ricerca "Telematica e Società dell'Informazione" diretto dal prof. DINO GIULI presso il Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni dell'Università degli Studi di Firenze. La ricerca si svolge presso l'Istituto di Teoria e Tecniche dell'Informazione Giuridica del Consiglio Nazionale delle Ricerche, all'interno del progetto "L'innovazione della Pubblica Amministrazione: politiche, strumenti e metodi dell' e-government " diretto dalla dott.ssa ROSA MARIA DI GIORGI .Page 122

@1. Premessa

La 1rivoluzione tecnologica in atto sta trasformando radicalmente la società. Le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione sono un propulsore di quell'insieme molteplice di processi chiamato Globalizzazione .

"Accesso" è una parola che sempre più spesso sentiamo, ed è un concetto base per capire il cambiamento storico che stiamo vivendo. Al di là del possesso materiale delle cose (beni, servizi, informazioni) si va delineando una nuova concezione della ricchezza, quella determinata dalla possibilità di accedere a quegli stessi beni, servizi ed informazioni: luoghi virtuali in cui si può acquisire conoscenza (e quindi "ricchezza", ma non solo) indipendentemente dalla reale proprietà di quel bene.

Si parla ormai di "era dell'accesso" 2 e quello alla Rete Internet riveste particolare rilievo, ove si vogliano dotare tutti i cittadini delle fonti di conoscenza (disponibili appunto in rete) necessarie per consentire loro di accrescere le proprie opportunità e poter partecipare quindi allo sviluppo economico, sociale e culturale delle comunità nazionali ed internazionali.

Oggi molti aspetti della vita sociale si sviluppano in Rete e conseguentemente chi ne resta fuori, chi è escluso da questa nuova struttura relazionale, si vede negata l'effettiva realizzazione di alcuni di quei diritti fondamentali, sanciti dalla Dichiarazione Universale per i Diritti Umani. Ci si riferisce in particolare all'Art. 19 riguardo al diritto di "...cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.", l'Art. 22 in riferimento alla "...realizzazione....dei diritti economici, sociali e culturali di ogni individuo indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità" e infine l'Art. 27 in cui si dice che "Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici". L'accesso alle tecnologie dell'informazione e a Internet è ormai considerato un pre-requisito allo sviluppoPage 123 economico e sociale, pertanto è necessario avere come fine ultimo quello di un accesso globale, rendendo possibile il contributo di un numero sempre maggiore di persone e culture alla costruzione di una società dell'informazione realmente pluralista, aperta e multiculturale.

L'accesso ai saperi costituisce uno dei fondamenti della società dell'in formazione, in questa fase post-industriale in cui la conoscenza è diventata una risorsa economica molto importante (spesso si sente parlare di knowledge-based economy , economia fondata sulla conoscenza) e per questo le ICT 's ( Information and Communication Technologies ), soprattutto se organizzate in sistemi di rete che permettono una continua interazione, sono diventate degli strumenti di sviluppo importantissimi, ma anche terreno appetibile per investimenti di rilievo.

Il rischio che viene a configurarsi è quello di rafforzare il potere di chi già possiede molte risorse e di escludere progressivamente chi sta invece ai margini del mondo occidentale. Per questi motivi è necessario vigilare affinché lo sviluppo delle tecnologie della comunicazione e della Rete Internet, non siano troppo orientati al liberismo economico, che non garantisce certamente i diritti dei più deboli. Al contrario servono urgentemente regole e strategie precise, politiche volte ad indirizzare in modo equilibrato la crescita ed a governare i processi di globalizzazione in atto.

Il concetto di globalizzazione non deve quindi essere sinonimo di esclusione di una parte sempre maggiore della popolazione mondiale, quella costituita dagli sconfitti dai processi di democrazia e di sviluppo economico, sociale e culturale dell'umanità, perché le conseguenze potrebbero essere gravissime. Infatti ha ragione Manuel Castells nell'affermare che gli esclusi dalla società digitale non svaniscono nel nulla 3 , ma restano molto presenti, insieme ai propri diritti e alle proprie necessità.Page 124 possesso diffuso da sempre è considerato uno dei requisiti essenziali per uno sviluppo democratico della società), quanto per le nuove modalità di accesso alle stesse, grazie alle nuove tecnologie della comunicazione che contribuiscono a ridurre quelle limitazioni naturali, quali sono le barriere spazio-temporali, ridefinendone le dimensioni.

Nel pensare alle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione e al loro utilizzo non possiamo fare a meno di partire dalla realtà oggettiva, ossia dal fatto che esiste un divario digitale che cresce molto rapidamente a causa della disparità di risorse disponibili per la ricerca e per lo sviluppo di servizi ed applicazioni.

La storia insegna che nei periodi di espansione le disuguaglianze aumentano, pertanto sono necessari molti sforzi che tendano a colmare tale divario o almeno che procedano in tale direzione contrastandone l'incremento. Si tratta di concepire la globalizzazione, processo ormai inevitabile, come "sviluppo sostenibile" 4 , in cui il rapporto di scambio sia più equo e paritario possibile.

@@2.1. Divario tecnologico e digitale

Attualmente si registra una forte disparità fra comunità nazionali nell'accesso alle linee di telecomunicazione, ed esiste una vasta letteratura in cui si documenta una stretta interrelazione tra la densità telefonica ed il PIL di un Paese. Analogamente tra i differenti Paesi si registra un divario tecnologico di cui il divario digitale è un effetto.

L'introduzione di una tecnologia innovativa come la banda larga inci de proprio sugli aspetti che riguardano le modalità di accesso alle informazioni, in quanto permette il trasporto di una maggiore quantità di bit ad una velocità sempre più alta.

Ciò probabilmente condurrà ad un ampliamento del divario tecnologico fra aree geopolitiche, infatti ogni nuova tecnologia porta nuove disuguaglianze che si vanno ad aggiungere a quelle preesistenti. E' questa laPage 125 ragione per la quale dobbiamo guardare al divario digitale come risultante di divari precedenti, aggravati dai progressi tecnologici, che aumentano le potenzialità degli strumenti disponibili, ma nello stesso tempo generano nuove disparità. E poiché le possibilità offerte dalla telematica saranno sempre maggiori è facile prevedere che lo squilibrio tra "inforicchi" ed "infopoveri" tenderà ad aumentare, se non si agisce rapidamente ed in maniera determinata.

Come sottolinea Castells, ciò che è nuovo nella nostra epoca è " a new set of Information Technologies"5 , per questo dobbiamo guardare alle ICT 's non tanto come ad un bene in se stesso, ma come a uno strumento di accesso a una varietà di beni e servizi. Ciò significa che è possibile una grande opportunità di sviluppo per tutti coloro che potranno sfruttarne le potenzialità, ma che si corre anche il rischio che tali opportunità siano solo per pochi privilegiati "cittadini" della società dell'informazione.

@@2.2. Divario sociale: gli inclusi e gli esclusi

Nell'era di Internet si fa strada un nuovo concetto di cittadinanza, dovuto al crearsi di una nuova arena di partecipazione politica. Internet è uno strumento attraverso il quale il concetto di democrazia potrà realizzarsi nel suo significato più vero, a patto però che i "cittadini digitali", ossia coloro che possono collocarsi nel cyberspazio, siano sempre di più.

Spesso quando ci riferiamo alla società dell'informazione dimentichiamo che ancora ci troviamo in presenza di un modello aperto ai mutamenti, niente ancora di consolidato e definito. Dunque è questo il momento di domandarsi che tipo di società dell'informazione stiamo creando, quali e quanti saranno i soggetti attivi, quali sono gli attuali membri, e quali gli esclusi. Rispondere a questi necessari interrogativi è il primo passo verso una società dell'informazione globale, nella quale tutti gli uomini potranno avere uguali opportunità di accesso alla conoscenza e, conseguentemente, di sviluppo.

Lo sviluppo tecnologico, come parte di un processo di adeguamento strutturale, ha sempre generato dei mutamenti economici e sociali e se,Page 126 in seguito alla rivoluzione industriale, la società si è organizzata tenendo conto dei cambiamenti intervenuti, anche adesso, come conseguenza della "rivoluzione digitale", è naturale il prodursi di altrettanti profondi mutamenti, ai quali in effetti stiamo già assistendo. Basti pensare al nascere di nuovi modelli relazionali tra individui e comunità, alla riorganizzazione dei sistemi di produzione e del mondo del lavoro, alle nuove possibilità di interazione tra governanti e governati.

Tali processi potranno essere fondamento per la costruzione di sistemi democratici maggiormente inclusivi e partecipativi, più di ogni altra cosa per merito di Internet e delle nuove opportunità di condivisione di informazioni attraverso una molteplicità di canali di comunicazione. I contenuti della Rete, infatti, sono accessibili da qualsiasi stazione di lavoro in pochi attimi. Attraverso un PC dotato di modem è possibile usufruire di un immenso archivio di informazioni e documenti (testi, immagini e suoni) che funziona come una memoria collettiva e connettiva dello spazio della conoscenza umana.

La Rete si autoalimenta, cresce molto rapidamente di dimensione e di conseguenza sono moltissime le opportunità di sviluppo offerte da questo nuovo spazio sociale.

Tuttavia proprio per questa caratteristica è molto alto il rischio di esclusione, con gravi...

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