Sentenza Nº 35842 della Corte Suprema di Cassazione, 08-08-2019

Presiding JudgeTARDIO ANGELA
ECLIECLI:IT:CASS:2019:35842PEN
Judgement Number35842
Date08 Agosto 2019
CourtPrima Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
Sui ricorsi proposti da:
1)
MAZZEO Toni, nato il 15/10/1976;
2)
NUZZACO Pier Paolo, nato il 09/11/1977;
Avverso la sentenza n. 3812/2017 della Corte di Appello di Milano in data
01/12/2017;
Udita la relazione svolta dal Consigliere dott. Antonio Minchella;
Udite le conclusioni del Procuratore Generale, nella persona della dott.ssa Elisabetta
Cesqui, che ha chiesto il rigetto di entrambi i ricorsi;
Uditi i difensori Avv. Giampaolo Torselli (in sostituzione dell'Avv. Vincenzo Cicino per il
ricorrente Mazzeo) e Avv. Roberto Colombo (per il ricorrente Nuzzaco), che hanno
insistito per l'accoglimento dei ricorsi;
1
Penale Sent. Sez. 1 Num. 35842 Anno 2019
Presidente: TARDIO ANGELA
Relatore: MINCHELLA ANTONIO
Data Udienza: 16/04/2019
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza in data 01/03/2017 il GIP del Tribunale di Como, in esito a rito
abbreviato, condannava Mazzeo Toni e Nuzzaco Pier Paolo per tentato omicidio
premeditato, danneggiamento, illecita detenzione e porto di pistola, tentata violenza
diretta a far commettere un reato, nonché il solo Mazzeo anche di violenza per far
commettere un reato, lesioni personali ed evasione: il Mazzeo veniva condannato alla
pena di anni dodici e mesi sei di reclusione e il Nuzzaco alla pena di anni undici di
reclusione. Si legge in sentenza che la sera del 16/06/2016 due individui giungevano
dinanzi alla porta dell'appartamento abitato dalla famiglia di Maazouf Rachid in Cantù
e sparavano quattro colpi di pistola che perforavano la porta stessa e si conficcavano
in diversi punti della casa, ad una altezza massima di cm 66 dal pavimento; i colpi si
conficcavano nel divano sul quale erano sino a poco prima seduti i due bambini della
coppia, in una scarpiera, in una stampante e danneggiavano porta ed arredi. Le
indagini appuravano in breve che il Rachid Maazuf, acclarato spacciatore di sostanze
stupefacenti della zona, e sua moglie erano stati minacciati il giorno prima dal
Nuzzaco affinché spacciassero sostanze stupefacenti per conto del Mazzeo (il quale
intendeva ottenere il pieno controllo criminale sulla zona) e che quindi l'episodio
delittuoso era legato a questo movente; i testimoni presenti riferivano di avere visto
due individui fuggire dopo l'esplosione dei colpi su di una autovettura BMW nera con
cerchi in lega, proprio come quella che i due imputati utilizzavano; inoltre essi
corrispondevano alla descrizione fisica fatta da un testimone ed anche alcuni loro
capi di abbigliamento corrispondevano alle descrizioni fornite; i tabulati telefonici
confermavano la loro presenza sui luoghi e nel seguito delle indagini diversi testimoni
riferivano che il Mazzeo nel pomeriggio del 16/06/2016 aveva la disponibilità di una
pistola e alla presenza del Nuzzaco aveva detto che intendeva far uccidere il Maazuf;
ed ancora, le ogive ed i bossoli rinvenuti sul luogo del delitto risultavano esplosi da
una pistola semiautomatica (corrispondente a quella descritta dai testimoni)
sequestrata al Mazzeo due settimane dopo i fatti, nell'ambito di un procedimento
relativo alla commissione di rapine; risultava, infine, che la sera dell'attentato i due
imputati erano usciti insieme con la vettura BMW e, dopo la sparatoria, l'avevano
portata da tale Cioffoletti Luca, collaboratore della famiglia Mazzeo nel commercio
ambulante, e gli avevano ingiunto di riportarla presso l'abitazione dei familiari
costringendolo con la violenza ad autoaccusarsi della sparatoria: i referti medici
confermavano le lesioni subite dal Cioffoletti e le sue dichiarazioni erano piene di
incongruenze, tanto da far comprendere subito agli inquirenti che erano frutto di
costrizione. Infine, il Nuzzaco in udienza rendeva spontanee dichiarazioni,
ammettendo che con il Mazzeo si era recato dal Rachid Maazouf la sera della
sparatoria, che però attribuiva interamente al correo, sostenendo di averlo atteso in
automobile: ma quest'ultima parte contrastava con quanto riferito da un testimone, il
2
Corte di Cassazione - copia non ufficiale

Per continuare a leggere

RICHIEDI UNA PROVA

VLEX uses login cookies to provide you with a better browsing experience. If you click on 'Accept' or continue browsing this site we consider that you accept our cookie policy. ACCEPT