Sentenza Nº 33583 della Corte Suprema di Cassazione, 29-07-2015

Presiding JudgeSANTACROCE GIORGIO
ECLIECLI:IT:CASS:2015:33583PEN
Date29 Luglio 2015
Judgement Number33583
CourtSezioni Unite (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sui ricorsi proposti da
1.
Lo Presti Tommaso, nato a Palermo il 22/10/1975
2.
Marino Giovan Battista, nato a Palermo il 08/04/1973
3.
Francofonti Francesco, nato a Palermo il 19/07/1955
avverso la sentenza del 25/10/2013 della Corte di appello Palermo
visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal componente Luisa Bianchi;
udito il Pubblico Ministero in persona dell'Avvocato generale Carlo Destro,
che ha concluso chiedendo il rigetto dei ricorsi;
udito per le parti civili l'avv. Ettore Barcellona, che ha concluso chiedendo il
rigetto dei ricorsi;
Penale Sent. Sez. U Num. 33583 Anno 2015
Presidente: SANTACROCE GIORGIO
Relatore: BIANCHI LUISA
Data Udienza: 26/03/2015
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
uditi i difensori degli imputati, avv. Raffaele Bonsignore per Lo Presti e Marino,
avv. Antonio Turrisi per Lo Presti, avv. Angelo Barone per Francofonti, che hanno
concluso chiedendo l'accoglimento dei rispettivi ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza in epigrafe, la Corte di appello di Palermo confermava
l'affermazione di responsabilità penale a carico di Tommaso Lo Presti, Giovan
Battista Marino e Francesco Francofonti pronunciata, all'esito di giudizio
abbreviato, con sentenza in data 18 luglio 2012, dal Giudice della udienza
preliminare del Tribunale di Palermo, in relazione a diversi episodi di estorsione,
consumati avvalendosi della forza di intimidazione di "cosa nostra", e
segnatamente della famiglia mafiosa di Palermo-centro, ai danni di Sanfratello
Francesco classe '54, amministratore unico della Sanfratello Costruzioni s.r.I.. Si
era contestato a Lo Presti e Marino di aver concorso, insieme a Domenico Lo
Iacono, separatamente giudicato con rito ordinario (nonché con Gaetano Lo
Presti Gaetano e Francesco Civello, deceduti), in una estorsione continuata,
pluriaggravata commessa dal 2000 al dicembre 2008 in danno di Francesco
Sanfratello cl. 54, costringendolo a versare in più rate la somma di 45 milioni di
lire e poi di ulteriori 45.000 euro per i diversi cantieri che la Sanfratello
Costruzioni s.r.l. aveva attivi nel centro storico di Palermo; agendo Lo Presti
come esecutore delle pretese estorsive e Marino come esattore. Si era poi
contestato a Francesco Francofonti la tentata estorsione aggravata in danno dei
soci della impresa Sanfratello Costruzioni s.r.l. commessa in epoca prossima al
2009, per aver invitato i medesimi "a mantenere gli impegni assunti" cioè a
consegnare le somme pattuite in virtù della estorsione di cui sopra,
presentandosi come persona autorizzata a riscuotere il denaro quando il Lo Presti
era in carcere.
Il procedimento aveva tratto l'avvio dalle dichiarazioni accusatorie rese da
Francesco Sanfratello cl. 54, che il 13 aprile 2010 si era recato spontaneamente
alla polizia per denunciare di aver subito, fin dall'inizio della sua attività
imprenditoriale (2000), imposizioni mafiose volte ad ottenere il "pizzo" indicando
come responsabili di tali intimidazioni, oltre ad altri soggetti deceduti, appunto i
predetti Domenico Lo Iacono, Tommaso Lo Presti (c.d. "il pacchione"), Giovan
Battista Marino e Francesco Francofonti.
Francesco Sanfratello cl. 54 rendeva dichiarazioni accusatorie alla polizia in
data 13 e 15 aprile 2010, tra l'altro negando che tale Andrea Gioè avesse avuto
un qualche ruolo nella vicenda estorsiva. Sentito come teste nel parallelo
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Corte di Cassazione - copia non ufficiale

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